Giovanni di Salisbury (lat. Iohannes Saresberiensis)
(lat. Iohannes Saresberiensis) Filosofo e teologo (n. in Inghilterra tra il 1110 e il 1120 - m. Chartres 1180). Formatosi negli anni 1136-48 alla scuola dei più famosi maestri di Parigi e Chartres (Abelardo, Guglielmo di Conches, Gilberto Porretano, ecc.), divenne in Inghilterra segretario dell’arcivescovo di Canterbury (prima di Teobaldo poi di Th. Becket); spesso incaricato di tenere i rapporti con il re d’Inghilterra e con la Santa Sede, dopo che Becket fu fatto assassinare dal re Enrico II, cadde in disgrazia e si dovette trasferire in Francia dove fu creato vescovo di Chartres (1176). Le opere maggiori di G., tra le più significative per la cultura del 12° sec., sono il Metalogicon e il Polycraticus. La prima, scritta in difesa della logica, combatte le correnti utilitaristiche e sofistiche (soprattutto i cosiddetti cornificiani, dal nome, forse allusivo, di Cornificio con cui è indicato il loro caposcuola) e prospetta un ideale di cultura (o philosophia) che riunisca armonicamente trivio e quadrivio, il sapere letterario e quello scientifico, sebbene G., educato alla lettura dei classici latini e in partic. a Cicerone, del quale vuole seguire anche l’equilibrato accademismo, sia legato soprattutto al primo; nel passare in rassegna sistemi e maestri della sua epoca, cerca di mettere sempre in evidenza la difficoltà di risolvere definitivamente i massimi problemi (di particolare interesse quello che dice sul problema degli universali, a suo avviso irrisolvibile; G. è tra i primi a conoscere tutte le opere logiche di Aristotele). Non meno importante, soprattutto per la storia delle dottrine politiche, è il Polycraticus sive de nugis curialium et vestigiis philosophorum, in cui sostiene l’origine divina del potere regale, e quindi la sua dipendenza dal potere sacerdotale, ma considera al contempo lecita l’uccisione del re quando si tramuti in tiranno. Nutrito di cultura classica, fu scrittore stilisticamente perfetto; traspose anche in versi (Entheticus seu de dogmate philosophorum) le sue idee filosofiche, sviluppando motivi del Metalogicon. Le sue lettere sono documenti di grande interese per lo studio del tempo, come anche la biografia di Becket, Vita atque passio sancti Thomae. Incompleta ci è giunta l’Historia pontificalis (1148-52), che tratta del pontificato di Eugenio III.