GIOVANNI di Neumarkt (o di Středa)
Vescovo, cancelliere della corte boema e umanista, G. nacque intorno al 1315-1320 a Neumarkt, presso Breslavia (Slesia). Indicato, a partire dall'anno 1347, quale membro della cancelleria di Carlo IV, re di Germania e di Boemia (imperatore dal 1355), G. fu notaio e, dal 1351, anche cancelliere della regina Anna. Dal 1352 svolse l'attività di protonotaio e infine, dal 1353 fino al 1374, quella di cancelliere di corte. Contemporaneamente alla carriera politica si realizzò la sua ascesa nelle gerarchie ecclesiastiche: già tra il 1349 e il 1351 gli furono concessi alcuni importanti benefici in Slesia; fu vescovo di Litomyšl in Boemia dal 1353 al 1364 e da quell'anno in poi fu a capo della diocesi di Olomouc (Olmütz) in Moravia. Morì il 24 dicembre del 1380, prima di poter ricoprire la carica di vescovo di Breslavia, della quale era stato investito in quello stesso anno.Nulla si conosce della giovinezza di G.: avviatosi alla carriera ecclesiastica, poté acquisire per sé un notevolissimo grado di istruzione e senza dubbio fu la personalità più colta alla corte di Carlo IV, che lo volle al suo seguito anche nel viaggio in Italia per l'incoronazione (1354-1355). Già in precedenza G. aveva istituito rapporti epistolari sia con Cola di Rienzo sia con Francesco Petrarca, e quello con quest'ultimo si protrasse fino al 1363 (Piur, 1933). Si sa per certo che nella sua biblioteca personale si trovavano opere di Dante e di autori antichi come Seneca, Livio e Valerio Massimo (Piur, 1937, p. 189). I suoi meriti maggiori si contano in campo amministrativo e letterario: G. riformò la cancelleria imperiale e realizzò, con la Summa cancellariae (Tadra, 1895), una collezione di testi-modello per lettere e atti, il cui latino, esemplato su Petrarca e sugli autori classici, valse a introdurre nelle regioni a N delle Alpi il protoumanesimo.Sotto il profilo storico-artistico, l'importanza di G. è data dal ruolo di committente di due tra i più prestigiosi manoscritti miniati prodotti in Boemia nel corso del sec. 14°: il Liber viaticus, che egli fece realizzare per sé come breviario da viaggio (Praga, Knihovna Národního muz., XIII A 12), e il Messale che probabilmente venne prodotto in occasione della sua nomina a vescovo di Olomouc nel 1365 ca. (Praga, Kapitulní Knihovna, Cim. 6). Dalla medesima bottega di miniatori vicina al cancelliere furono realizzati altri quattro manoscritti che, sebbene di diversa committenza, a partire da Dvorák (1901), sono stati riuniti, per l'affinità stilistica, nel gruppo dei c.d. codici di Neumarkt: si tratta del Messale di Nicola da Kromĕříž, protonotaio della cancelleria imperiale (1354-1363) e prevosto in Ss. Pietro e Paolo di Brno a partire dal 1357 (Brno, Arch. mĕsta Brna, St. Jakob 10/1); della Laus Mariae composta da Corrado di Haimburg e miniata nel 1360 ca. (Praga, Knihovna Národního muz., XVI D 13), probabilmente su commissione di Ernesto di Pardubice, arcivescovo di Praga; dell'Orationale, libro di preghiere dello stesso Ernesto di Pardubice, realizzato probabilmente tra il 1360 e il 1364 (Praga, Knihovna Národního muz., XIII C 12); infine, dell'Evangeliario riccamente decorato e dai caratteri volutamente arcaicizzanti, redatto, e in larga misura anche miniato, da Giovanni di Troppau (v.) nel 1368 (Vienna, Öst. Nat. Bibl., 1182). L'Evangeliario fu ordinato da Alberto III, duca d'Austria, che lo ricevette da Praga proprio grazie alla mediazione del cancelliere (Schmidt, 1967); in tale circostanza è degno di nota il fatto che G. nelle sue lettere più volte richiedesse i servizi di uno scriba e miniatore di nome Giovanni, dal momento che, fra l'altro, egli si era impegnato con i duchi d'Austria a fornire loro un manoscritto (Piur, 1937, pp. 176-177, 192ss.).Le miniature dei due codici più antichi, realizzate ancora negli anni cinquanta del secolo, denunciano una conoscenza diretta della pittura italiana contemporanea; il maestro del Liber viaticus si ispirò all'opera di Tomaso Barisini e di miniatori della cerchia bolognese, come Nicolò di Giacomo; il maestro del prevosto Nicola, invece, rielaborò soprattutto influssi toscani (Schmidt, 1969). Entrambi gli artisti devono aver conosciuto direttamente i loro modelli, cosa che lascia supporre una loro partecipazione al viaggio italiano di Carlo IV.I maestri che curarono la decorazione dei quattro manoscritti posteriori filtrarono il linguaggio formale trecentesco proprio dei due precursori attraverso la tradizione della pittura monumentale boema. Il maestro della Laus Mariae presenta uno stile ancora affine a quello individuato per il Liber viaticus, mentre il maestro del Messale Cim. 6 e Giovanni di Troppau si distinguono per una più accentuata affinità con i pittori attivi intorno al 1360 nel castello di Karlštejn e, a Praga, nel chiostro del monastero di Emmaus, nonché nelle cappelle del coro della cattedrale.Lo stile dei 'miniatori di G.' non trovò un seguito diretto nell'ambito della miniatura boema degli anni settanta e ottanta del secolo, probabilmente per il fatto che, con l'allontanamento del cancelliere, già nel 1374 venne a mancare, nell'ambito di corte, il più importante committente di questa bottega. Gli appena quindici anni della loro attività segnarono tuttavia il primo vertice raggiunto dalla miniatura tardogotica boema e nel contempo un'importante tappa del processo di assimilazione degli influssi italiani da parte dell'arte oltremontana del 14° secolo.
Bibl.: Fonti. - F. Tadra, Cancellaria Johannis Noviforensis, Archiv für österreichische Geschichte 68, 1886, pp. 1-157; id., Summa Cancellariae, Praha 1895; J. Klapper, Schriften Johanns von Neumarkt (Vom Mittelalter zur Reformation, 6), 4 voll., Berlin 1930-1939; P. Piur, Petrarcas Briefwechsel mit deutschen Zeitgenossen (Vom Mittelalter zur Reformation, 7), Berlin 1933; id., Briefe Johanns von Neumarkt (Vom Mittelalter zur Reformation, 8), Berlin 1937.Letteratura critica. - M. Dvorák, Die Illuminatoren des Johann von Neumarkt, JKhSWien 22, 1901, pp. 35-126: 81-98; E. Dostál, Čechy a Avignon [La Boemia e Avignone], Časopis Matice Moravské 46, 1922, pp. 1-105; J. Krofta, Mistr brevíře Jana ze Středy [Il Maestro del breviario di G.], Praha 1940; E. Trenkler, Das Evangeliar des Johannes von Troppau, Klagenfurt-Wien 1948; J. Klapper, Johann von Neumarkt, Bischof und Hofkanzler (Erfurter theologische Studien, 17), Leipzig 1964; G. Schmidt, Johann von Troppau und die vorromanische Buchmalerei. Vom ideellen Wert altertümlicher Formen in der Kunst des vierzehnten Jahrhunderts, in Studien zur Buchmalerei und Goldschmiedekunst des Mittelalters. Festschrift für Karl Hermann Usener zum 60. Geburtstag, Marburg a. d. L. 1967, pp. 275-292; id., Malerei bis 1450, in Gotik in Böhmen, a cura di K.M. Swoboda, München 1969, pp. 167-320: 179-184, 207-213; J. Krása, Knižní malba [Miniatura], in České umění gotické 1350-1420 [Arte ceca del Gotico 1350-1420], a cura di J. Pĕsina, Praha 1970, pp. 244-273; H.J. Rieckenberg, s.v. Johann von Neumarkt, in Neue deutsche Biographie, X, Berlin 1974, pp. 563-564; id., Zur Herkunft des Johann von Neumarkt, Kanzler Karls IV., DAEM 31, 1975, pp. 555-569; W. Höver, Johann von Neumarkt, in Die deutsche Literatur des Mittelalters. Verfasserlexikon, IV, Berlin-Leipzig 19832, pp. 686-695.