GIOVANNI di Napoli (Iohannes de Regina)
Domenicano, vissuto tra la fine del sec. XIII e il principio del XIV. Nel 1310 iniziò il suo insegnamento all'università di Parigi, leggendo le Sentenze di Pier Lombardo; dal 1313 fu membro della commissione incaricata di esaminare gli scritti di Durando di San Porciano, e compilò, insieme con Pietro di Palude, due liste di suoi errori dottrinali. Nel 1317 fu chiamato alla cattedra di Napoli, già occupata da Tommaso d'Aquino. Morì dopo il 1336.
È uno dei più notevoli rappresentanti della primitiva scuola tomistica italiana. Scrisse un commentario alle Sentenze (non ancora ritrovato), 42 Quaestiones disputatae (edite poi a Napoli nel 1618) e 13 Quodlibeta, di cui 11 ritrovati solo di recente da J. M. March e da J. Koch (per la tradizione manoscritta e per la bibliografia delle edizioni singole v. J. Koch, Durandus de S. Porciano, I, Münster 1927, pp. 287-306, e Ueberweg-Geyer, Grundriss d. Gesch. d. Phil., II, 11ª ed., Berlino 1928, pp. 531-32). La sua posizione speculativa è quella di un fedele ed esperto conoscitore del pensiero di San Tommaso, intento a difenderlo contro le novità del doctor modernus, Durando.
Bibl.: C. J. Jellouschek, J. von N., Vienna 1918; M. Granbmann, in Riv. di filos. neoscolastica, XV (1923), pp. 97-155 (rielaborato in Mittelalterliches Geistleben, Monaco 1926, pp. 374-84). Più ampia bibliografia in Ueberweg-Geyer, op. cit., pp. 540, 770 e 772-73.