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GIOVANNI di Martino da Fiesole

di Andrea Franci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001)
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GIOVANNI di Martino da Fiesole

Andrea Franci

Non si conoscono i dati biografici di questo scultore originario di Fiesole, attivo tra Venezia e la Toscana nella prima metà del Quattrocento. La prima notizia intorno alla sua attività si ricava da un'iscrizione sulla Tomba del doge Tommaso Mocenigo, a Venezia nella chiesa di Ss. Giovanni e Paolo, che data l'opera al 1423 e associa G. a Pietro di Niccolò Lamberti ("Petrus Magister Niccolai de Florencia et Joannes Martini de Fesulis inciserunt hoc opus 1423…").

Il monumento per il doge Mocenigo in Ss. Giovanni e Paolo è l'unica opera firmata e perciò quella da cui parte la ricostruzione dell'attività di Giovanni. Poiché Pietro di Niccolò Lamberti appone da solo il suo nome al monumento Fulgosio, nella chiesa di S. Antonio a Padova, sulla base del confronto con quest'ultima opera la critica ha cercato di distinguere la mano dei due artisti. Posto che nel Monumento Mocenigo alcune parti possono essere state realizzate ancora da altri aiuti, G. viene riconosciuto come l'autore che emerge in maniera netta, una volta operata l'esclusione delle parti attribuite al Lamberti. Nel monumento potrebbero essere di G. le sei statue nelle nicchie sulla parete ai lati della tenda: l'Annunciazione e quattro santi, S. Pietro, forse S. Domenico, S. Paolo e S. Tommaso, opere in cui si nota tra l'altro una chiara vicinanza alla maniera ghibertiana.

G. è stato inoltre da alcuni (Rigoni, p. 120; Wolters) identificato con "Iohannes quondam Martini de Florentia lapizida habitator Vineciarum in confinio Sancti Geminiani", menzionato a Padova il 14 ag. 1427 in relazione con una procura da dare a uno scalpellino fiorentino, residente a Venezia "Iohanni quondam Christofori de Florentia".

Nel palazzo ducale di Venezia una scritta seminascosta fra le foglie del capitello della Giustizia, il primo del porticato (secondo la numerazione adottata da Manno, 1999, pp. 57, 69), informa che gli artefici della decorazione, realizzata tra il 1424 e il 1442, furono: "Duo sotii florentini", in cui alcuni studiosi hanno riconosciuto G. e Lamberti. Altri, invece, hanno messo in dubbio l'autenticità dell'iscrizione. Sulla base delle attribuzioni operate nel monumento Mocenigo si può riconoscere in G. l'autore nel medesimo capitello della scena con Numa Pompilio e di Traiano che rende giustizia alla vedova. L'intervento dei due artisti dovette svolgersi entro il 1435, anno in cui Lamberti risulta essere ormai morto.

Secondo quanto viene solitamente riconosciuto, alla loro attività comune è attribuita anche la realizzazione degli altorilievi che decorano la parte frontale e l'intradosso dell'arco al disopra del portale principale di S. Marco a Venezia. Questo complesso si considera realizzato tra il 1430 e il 1435. Nella stessa chiesa di S. Marco, G. è considerato il probabile autore degli Angeli sull'arco mediano della facciata occidentale e degli Evangelisti sulla medesima facciata (Wolters, pp. 85 s.). Sempre a Venezia, ma al di fuori del complesso marciano, viene avvicinato alla sua arte il S. Michele del portale del chiostro di S. Michele in Isola: alla medesima tradizione artistica, evidente nella decorazione degli arconi di S. Marco, è attribuita anche la realizzazione delle sculture sulla facciata di S. Maria dell'Orto. Probabilmente l'opera più tarda della carriera di G., comunque realizzata nella seconda parte del quarto decennio del Quattrocento, è il tabernacolo nella chiesa di S. Maria Primerana a Fiesole. Ciò sembra essere indicato dalla vicinanza con le opere veneziane, che emerge dall'esuberante decorazione floreale della cornice. Poiché le sculture di Venezia non si datano oltre il 1435, può darsi che a questo momento vada riferito il ritorno di G. verso la terra d'origine.

È stata, infine, avanzata l'ipotesi (ibid., p. 239) che G. sia l'autore di tre statuette di profeti, conservate nella stanza della scultura medievale del Museo del Bargello a Firenze, ma provenienti da Orsanmichele, altrimenti considerate opere fiorentine del primo Quattrocento, e riferite alla primissima attività di Donatello.

Di G. non si conoscono luogo e data di morte.

Fonti e Bibl.: P. Selvatico, Sull'architettura e sulla scultura in Venezia dal Medioevo sino ai nostri giorni, Venezia 1847, p. 147; P. Paoletti, L'architettura e la scultura del Rinascimento a Venezia, I, Venezia 1893, pp. 13, 77; H. Thode, Neue archivalische Forschungen über venezianische Kunst, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XVIII (1895), pp. 184-193; C. von Fabriczy, Neues zum Leben und Werke des Niccolò d'Arezzo, ibid., XXV (1902), p. 169; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VI, Milano 1908, pp. 222-228; G. Fiocco, I Lamberti a Venezia, II, Pietro di Niccolò Lamberti, in Dedalo, VIII (1927-28), pp. 343-376; E. Rigoni, Notizie di scultori toscani a Padova nella prima metà del Quattrocento, in Archivio veneto, s. 5, VI (1929), pp. 118-136; G. Fogolari, Gli scultori toscani a Venezia nel Quattrocento e Bartolomeo Bon veneziano, in L'Arte, XXXIII (1930), pp. 428, 431, 434-437, 446; L. Planiscig, Die Bildhauer Venedigs in der ersten Hälfte des Quattrocento, in Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen in Wien, n.s., IV (1930), pp. 62-68 e passim; H. Dell Wing, Un tabernacolo degno di nota a Firenze, in Antichità viva, VIII (1969), 2, pp. 52-64; G. Goldner, The tomb of Tommaso Mocenigo and the date of Donatello's "Zuccone" and the Coscia tomb, in Gazette des beaux-arts, LXXXIII (1974), pp. 186, 192; W. Wolters, La scultura gotica (1300-1460), Venezia 1976, ad indicem; G. Goldner, The decoration of the main façade window of S. Marco in Venice, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XXI (1977), pp. 13-34; Id., Niccolò Lamberti and the Gothic sculpture of S. Marco in Venice, in Gazette des beaux-arts, LXXXIX (1977), pp. 41-50; A. Markham Schulz, Revising the history of Venetian Renaissance sculpture: Niccolò and Pietro Lamberti, in Saggi e memorie di storia dell'arte, XV (1986), pp. 11 s., 26, 39, 41 s., 50 s., 55; A. Manno, Pietre filosofali: i capitelli del palazzo ducale di Venezia: catalogo delleiscrizioni, in Studi veneziani, XXIII (1992), pp. 34-39; E. Zucchetta, L'intradosso del quarto arcone marciano, in Storia dell'arte marciana:sculture, tesoro, arazzi. Atti del Convegno internazionale di studi,…1994, a cura di R. Polacco, Venezia 1997, pp. 199, 203, 205; G. Tigler, Le formelle quattrocentesche restaurate dell'arcone centrale di S. Marco, in Venezia arti, IX (1995), pp. 122-125; A. Markham Schulz, Nanni di Bartolo e il portale di S. Nicola a Tolentino, Firenze 1997, p. 34; G. Tigler, Le facciate del palazzo, l'ispirazione dell'artista. La cultura figurativa di Filippo Calendario, in A. Manno, Il poema del tempo. I capitelli del palazzo ducale di Venezia. Storia e iconografia, Venezia 1999, pp. 18 s., 57, 69; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 127.

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  • Giovanni di Martino da Fiesole
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    Scultore (n. Fiesole fine sec. 14º), attivo a Venezia. Eseguì insieme a Niccolò di Pietro d'Arezzo (1423) la tomba del doge Tommaso Mocenigo (Venezia, SS. Giovanni e Paolo), di stile ancora gotico.
  • GIOVANNI di Martino da Fiesole
    Enciclopedia Italiana (1933)
    Giuseppe Fiocco Scultore. Lavorava a Venezia accanto a Pietro Lamberti, e il suo nome risulta soltanto da un'epigrafe, che dichiara opera dei due scultori la tomba del doge Tommaso Mocenigo, elevata nel 1423 nella chiesa dei santi Giovanni e Paolo. Benché dovesse avervi una parte più alta di quella ...
Vocabolario
Martino
Martino – Nome proprio d’uomo, anticamente usato per indicare in modo generico una persona di sesso maschile (cfr. nell’uso mod. Caio, Tizio, Sempronio), così come si usava Berta per indicare genericamente una persona di sesso femminile:...
martino²
martino2 martino2 s. m. [dal nome di s. Martino (di Tours), considerato il protettore dei mariti], region. – Marito tradito.
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