GIOVANNI di Jandun (Iohannes de Ianduno)
Amico e collega di Marsilio da Padova all'università di Parigi nei primi decennî del sec. XIV. Collaboratore di Marsilio nella stesura del suo capolavoro, il Defensor pacis, partecipò alle avversità che l'opera (affermante con energica novità il principio della volontà popolare come fonte di ogni potere politico, e quindi fieramente avversa all'ideale teocratico del papato) procurò al suo autore, e con questo si rifugiò nel 1326 alla corte di Ludovico il Bavaro, che nel laicismo del Defensor pacis (condannato nel 1327 dal papa, che scomunicò insieme Marsilio e G.) vedeva un appoggio per il suo disegno di affrancamento della potestà dell'impero da quella papale. Morì nel 1328.
Per suo conto, G. compose molte altre opere, di contenuto per lo più filosofico-teologico: e cioè una serie di commentarî, a opere di Aristotele (De anima, Physica, De caelo et mundo, Parva naturalia, Metaphysica: tutti poi editi a Venezia rispettivamente nel 1473, 1488, 1501, 1505, 1525, e in seguito più volte ristampati), al De substantia orbis di Averroè (Venezia 1481, ecc.) e alla Expositio problematum Aristotelis di Pietro d'Abano. Da ricordare, inoltre, è il De laudibui Parisius (ed. a cura di Le Roux de Lincy e Tisserant, in Paris et ses historiens au XIhe et XVe siècles, Parigi 1868, pp.1-79). Nella sua filosofia, G. è un aristotelico di stretta tendenza averroistica, anehe nelle tesi più nettamente contrastanti con la tradizione dogmatica della chiesa: egli sostiene, così, la dottrina dell'eternità del mondo e quella dell'unità dell'intelletto umano. Sul piano della fede, però, egli crede invece alla molteplicità degl'intelletti, e alle altre concezioni della psicologia ortodossa: concezioni da accettare per fede appunto perché non dimostrabili dalla ragione. Così la dottrina averroistica della duplice verità si atteggia in lui nella forma di uno scetticismo che svaluta la conoscenza razionale nel suo contrasto con la fede.
Bibl.: K. Werner, Der Averroismus in der christl.-peripat. Theologie des spät. Mittelalters, in Sitzungsber. d. Wien. Akad. d. Wissensch., XCVIII (1881), pp. 265-88; N. Valois, Hist. litt. de la France, XXXIII, Parigi 1906, pp. 528-623; E. Gilson, Études de philos. médiévale, Strasburgo 1921, pp. 51-75. Per più ampia bibliografia v. Ueberweg-Geyer, Grundr. d. Gesch. d. Philosphie, II, 11ª ed., Berlino 1928, pp. 786-87; v. anche marsilio da padova.