CICALA, Giovanni di
Discendeva da un ramo collaterale dei signori di Castelcicala presso Nola. Non si conoscono i suoi genitori. Come figlio minore, fu destinato alla carriera ecclesiastica. Nel 1194 i suoi congiunti combattevano a fianco di Enrico VI per laconquista del Regno; ma è possibile che già nel 1190-91 avessero sostenuto i cavalieri tedeschi durante l'assedio di Napoli e nelle lotte contro i seguaci di Tancredi. Immediatamente dopo l'incoronazione di Enrico VI a re di Sicilia, avvenuta nel dicembre del 1194, e precisamente nel gennaio del 1195, il C. è ricordato come vescovo di Cefalù. là quindi molto probabile che sia stato eletto grazie all'energico intervento di Enrico VI, verosimilmente tra Pottobre 1194 e il gennaio successivo, tanto più che egli, a differenza di tutti i suoi predecessori, non proveniva dal locale convento degli agostiniani che faceva le funzioni di capitolo del duomo.
Nel gennaio del 1195il C. ricevette dall'imperatore un grande privilegio per la sua Chiesa, il primo segno dell'interesse manifestato da Enrico VI - più tardi anche dall'imperatrice Costanza - per il vescovato di Cefalù. Costanza nel gennaio del 1196 confermò al C. le decime regali e le altre proprietà della sua Chiesa. Alti funzionari unperiali stabilirono nel marzo del 1196i confini delle proprietà della Chiesa di Cefalù posti nei dintorni di Siracusa. Il C. intratteneva rapporti particolarmente stretti con il conte tedesco Eberhard von Lautem, nominato dall'imperatore giustiziere e maestro castellano in Sicilia, con il sacri imperialis palatii comestabulus Gualtiero Luppo e con il futuro siniscalco reale Gilberto dì Monteforte, feudatario di Gratteri nella diocesi di Cefalù. Dopo il grave colpo inferto alla dominazione tedesca dalla grande congiura dei nobili siciliani del maggio del 1197, il C. si trattenne varie volte alla corte dell'imperatore Enrico VI, nel luglio del 1197a Palermo e nel settembre dello stesso anno a Messina.
L'adesione alla politica di Enrico VI, che aveva trovato forti resistenze in Sicilia, ostentata dal C. in queste occasioni, non portò tuttavia ad un peggioramento dei rapporti del C. con la Corona durante il breve regno di Costanza, benché l'imperatrice dopo la morte delmarito allontanasse dal suo consiglio i propugnatori della politica tedesca. Dopo essersi fermata nell'aprile 1198 a Cefalù durante il viaggio a Palermo per l'incoronazione di Federico II, Costanza donò al C. per la sua Chiesa il casale di Odesver (presso Termini Imerese) e gli confermò con lo stesso privilegio le donazioni dei re suoi predecessori. Due alti funzionari dell'impetatrice insediarono il C. nel possesso. Il nuovo papa Innocenzo III incaricò il C. nell'ottobre e nel novembre del 1198 di occuparsi di alcuni reclami presentati alla Curia romana dal convento e dall'arcivescovo di Monreale.
All'inizio del 1200fu assunto nel Consiglio dei familiari che, dopo la morte di Costanza avvenuta nel novembre del 1198, esercitava il governo a Palermo. e che nel corso del 1199, con la morte degli arcivescovi di Reggio Calabria, di Capua e di Palermo aveva perso la metà dei suoi membri. Dopo esitazioni iniziali il C., insieme con l'arcivescovo Caro di Monreale, decise di opporsi apertamente ai progetti politici del cancelliere Gualtieri di Palearia che mirava ad un accordo con Marquardo di Annweiler sbarcato in Sicilia. Il C. fa rafforzato nel suo atteggiamento nel gennaio del 1201da una lettera incoraggiante di Innocenzo III, ma già pochi mesi dopo passò anch'egli dalla parte di Marquardo e criticò apertamente la politica siciflana del papa. Questo passaggio nel campo dell'avversario era stato mediato probabilmente da Gilberto di Monteforte, ora conte di Petralia, che nel marzo del 1201donò, un mulino al monastero di S. Giorgio a Gratteri appartenente alla Chiesa di Cefalù, e fu a fianco di Marquardo in occasione del suo ingresso a Palermo. Come premio il C. ottenne nel giugno del 1201i diritti sul porto di Cefalù riservati fino ad allora alla Corona e la conferma di altre donazioni dei re precedenti.
Al più tardi dopo la morte di Marquardo nell'autunno del 1202il C. ritornò alla fazione filopontificia e si associò alla cerchia dei familiari intorno a Berardo di Messina e Pietro di Palermo residenti a Messina. Nei suoi documenti il C. si qualificò come familiare del re fino al 1205, ma non sembra aver avuto molta parte negli affari di governo.
Nell'ottobre del 1204 fu a Cefalù dove riconfermò a un parente acquisito del suo predecessore Bosone (1157-72) il possesso di una casa nella città. Nel febbraio 1205 ricevette dal fratello Paolo, che con l'acquisto della contea di Golisano (od. Collesano) era diventato un vicino della Chiesa di Cefalù e che ricopriva un alto ufficio militare della Corona come maestro connestabile, il castello di Roccella presso Campofelice. La nuova proprietà gli servì per dotare un ospedale dei poveri a Cefalù e a Roccella, al quale nell'aprile del 1205, nella sua qualità di vescovo, concesse con un privilegio ampie libertà.
Dopo la fine della reggenza pontificia, il C. dovette subire un'iúchiesta giudiziaria da parte dei giudici delegati papali che si concentrava soprattutto sul castello di Cefalù, dei quale pare si fosse servito per i suoi fini politici. L'inchiesta si concluse nel 1209senza condanna, per intervento di Federico II, Non è noto se il C., come il fratello Paolo, fosse stato trascinato nella rivolta di nobili calabresi e siciliani contro la politica di revoca dei feudi inaugurata dal giovane re; mancano infatti testimonianze sull'attività del C. fino al 1212. In correlazione con i progetti di crociata del papa, il C. si recò intorno al 1213a Damasco e al Cairo, dove condusse trattative, conclusesi molto probabilmente senza un nulla di fatto, con i successori di Saladino.
Per sollecitazione dell'arcivescovo Berardo Castagna di Palermo, dal 1212 in poi il più stretto consigliere spirituale e amico personale di Federico II, nel 1215il re fece trasferire a Palermo i sarcofaghi di porfido posti nella cattedrale di Cefalù, privandola così dei rango di chiesa di sepoltura della dinastia assegnatole da Ruggero II al momento della fondazione. Ciò pare aver prodotto un violento conflitto tra il C. e il re, allora in Germania, i cui particolari sono tramandati solo in modo distorto. Alla fine la Chiesa di Cefalù fu indennizzata con un vasto territorio. Nel settembre del 1215il C. stabili nuove regole per la spartizione delle entrate tra i membri del capitolo del duomo. Due mesi più tardi si mise in viaggio per partecipare al concilio lateranense, dove riferì senza dubbio della sua missione in Oriente.
Morì nel 1216. È ricordato l'ultima volta il 7 genn. 1216a Cefalù nell'esercizio di una funzione ecclesiastica.
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