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Giovanni di Carlo

di Gaia Pieraccioni - Enciclopedia machiavelliana (2014)
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Giovanni di Carlo

Gaia Pieraccioni

Frate domenicano, nato a Firenze nel 1428 e ivi morto nel 1503. Visse a lungo nel convento di S. Maria Novella in Firenze, dove nel 1449 fu eletto priore (lo fu di nuovo nel 1479 e nel 1499). Nel 1461, a causa di dissensi interni all’ordine, fu esiliato a Lucca. Nel 1469, di nuovo a Firenze, fu nominato decano del Collegio dei teologi. La sua opera maggiore, le Vitae nonnullorum fratrum Sanctae Mariae Novellae, risale agli anni fra il 1479 e 1480. Dal 1495 prese parte alla polemica antisavonaroliana con vari suoi scritti, opponendosi all’unificazione del convento con quello riformatore di S. Marco.

G. fu anche autore dei Libri de temporibus suis, redatti intorno al 1480, da tempo riconosciuti come una delle fonti degli ultimi libri delle Istorie fiorentine per le vicende relative alla politica interna sotto il governo di Piero de’ Medici (Hatfield 1972; Anselmi 1978 e 1979; Pieraccioni 1988). I tre libri narrano delle discordie civili intercorse a Firenze dall’avvento al potere di Cosimo de’ Medici fino all’indomani della congiura dei Pazzi. Il primo libro presenta una struttura diversa dai successivi, essendo una difesa di Cosimo in risposta a un’orazione diffamatoria di Francesco Filelfo. In una seconda prefazione all’opera, aggiunta al manoscritto nel 1494, G. afferma di aver sostituito il titolo originale, Libri Cosmianarum rerum, ormai pericoloso, all’indomani della caduta del Medici. Adattatane la veste esterna, l’opera poté continuare a circolare, o quantomeno dovette restare nota a una cerchia ristretta di personalità culturali in ambiente filomediceo e antipiagnone, dove G. era conosciuto per i suoi scritti ostili a Girolamo Savonarola.

È possibile che M. venisse a conoscenza del manoscritto attraverso Cristoforo Landino, segretario della cancelleria e dedicatario dell’opera (Pieraccioni 1988). Già gli appunti Post mortem Cosimi (N. Machiavelli, Opere storiche, a cura di A. Montevecchi, C. Varotti, t. 2, 2010, pp. 953-1009), relativi agli anni 1461-1481 e databili intorno al 1505 (Gerber 1912), appaiono infatti come un riassunto schematico, ma puntuale del secondo e del terzo libro della cronaca, dove G. narra del governo di Piero e di Lorenzo il Magnifico, affermando di far riferimento a testimonianze contemporanee. Forse attirato dall’insolita ampiezza di certe informazioni non riscontrabili nella documentazione disponibile, scarsa e non sempre attendibile, sul quel periodo oscuro e trascurato della storia fiorentina, M. riprese quegli appunti per la redazione delle Istorie fiorentine, utilizzandoli come un primo tracciato di lavoro su cui operare le necessarie modifiche imposte dalla loro struttura e tornando probabilmente a consultare il manoscritto stesso. Il raffronto testuale sembra confermare la quasi unicità di quella fonte per il governo di Piero de’ Medici: M. si discosta raramente dalla struttura del secondo libro di G., riprendendone talvolta anche le personali valutazioni (Pieraccioni 1988). Sul governo di Lorenzo il ricorso alla cronaca è meno esclusivo: M. ne estrapolò alcune osservazioni e notizie non facilmente rintracciabili in altre fonti a lui note, per lo più caratterizzate da un’interpretazione monocorde dei fatti relativi alla congiura dei Pazzi. Il primo libro di G. fu per M. meno interessante, disponendo egli stesso della principale fonte di G., le Istorie fiorentine di Giovanni Cavalcanti; tuttavia, il confronto testuale mostra nella struttura dell’elogio di Cosimo stringenti affinità, in particolare nell’alternanza di omaggi alle sue virtù con altre notazioni solo in apparenza encomiastiche, nonché nel frequente ricorso ai detti del Medici, alcuni dei quali non riscontrabili in altre fonti (Pieraccioni 1985-1986), come espediente arguto per porre in luce aspetti del comportamento di Cosimo esemplari sì, ma in senso negativo.

Bibliografia: Fonti ed edizioni critiche: Giovanni di Carlo, Libri de temporibus suis, Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat., 5878; N. Machiavelli, Opere storiche, a cura di A. Montecchi, C. Varotti, 2 tt., Roma 2010.

Per gli studi critici si vedano: A. Gerber, Niccolò Machiavelli. Die Handschriften, Ausgaben und Übersetzungen seiner Werke im 16. und 17. Jahrhundert, Gotha 1912 (rist. anast. Torino 1962); R. Hatfield, A source for Machiavelli’s account of the regime of Piero de’ Medici, in Studies on Machiavelli, ed. M. Gilmore, Firenze 1972, pp. 317-33; G.M. Anselmi, Fonti e problemi degli ultimi due libri delle Istorie Fiorentine, «Studi e problemi di critica testuale», 1978, 17, pp. 63-76; G.M. Anselmi, Ricerche su Machiavelli storico, Pisa 1979; G. Pieraccioni, Frate Giovanni di Carlo e i Libri de temporibus suis. Libro primo: l’ascesa di Cosimo de’ Medici, 2 voll., tesi di laurea, Facoltà di Lettere, Firenze 1985-1986; G. Pieraccioni, Note su Machiavelli storico. I. Machiavelli e Giovanni di Carlo, «Archivio storico italiano», 1988, 146, pp. 635-64.

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carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
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san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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