MONTEMAGNO, Giovanni di Buonaccorso da
MONTEMAGNO, Giovanni di Buonaccorso da. – Figlio di Buonaccorso il Vecchio, nacque nella seconda metà del secolo XIV a Pistoia.
Nel novembre del 1378 fu eletto tra gli Anziani di porta Caldatica e a tale carica fu ancora chiamato nel novembre del 1386, nel giugno 1387 e nel marzo 1390. Laureatosi in legge a Bologna il 9 luglio 1386, nel 1390 si sposò con Taddea Tonti, dalla quale ebbe un figlio, Buonaccorso detto il Giovane. Nel luglio del 1395 fu nominato vicarius et assessor del podestà di Modena, il pistoiese Ricciardo de’ Cancellieri. Nel giugno del 1406 fu eletto priore a Pistoia, ma non poté ricoprire tale ufficio perché Gherardo di Bartolomeo della sua famiglia era stato designato gonfaloniere in marzo.
Manca una precisa documentazione per i dieci anni successivi: nel 1418 il suo nome appare tra quelli dei giudici della Magna Curia chiamati a decidere su un’importante questione di successione al contado di Avellino, alla quale aspirava la moglie di Ser Gianni Caracciolo, a dirimere la quale fu promulgata una prammatica, la Filangeria (edita da R. Trifone, La legislazione angioina, Napoli 1921, pp. 344-347), che decretava in quali casi la donna avesse diritto alla successione.
Questa è l’unica testimonianza che risulti certa del periodo ‘napoletano’ di Giovanni da Montemagno, il quale sarebbe stato prima luogotenente di Ladislao di Durazzo – presumibilmente tra il 1411 e il 1414 – e quindi collaterale e consigliere di Giovanna II. Alcuni autori (Salvi, 1657; Casotti, 1718) respingono pertanto questa parte di vita di Montemagno, che Guido Zaccagnini, buon conoscitore della storia pistoiese, dice però confermata da documenti locali. Si ignora quando lasciasse il Regno: Michelangelo Salvi, confondendo con figlio, ritenne che fosse a Firenze nel 1422 a insegnare diritto.
Nel 1426 era a Bologna, vicario del podestà e dal catasto fiorentino del 1427 risulta abitare in quell’anno a Firenze, nel rione di S. Margarita, insieme con la seconda moglie, Monna Lena di Schiavonia (la prima era morta nel 1421 o nel 1422), esentato da ogni tassa, grazie alle benemerenze dell’avo Corrado nella lotta contro Manfredi. Dalla stessa portata al catasto risulta che era esente da ogni tassa anche in Pistoia, con l’impegno, da parte sua e del figlio Buonaccorso, di prestare gratuitamente la loro opera di avvocati al Comune. Come cittadino e advocatus fiorentino viene ricordato nel tomo primo dei Consilia dei due Socini (Venezia 1571, apud Guerreos fratres, c. 255).
Morì a Firenze di vecchiaia il 5 giugno 1430 e fu sepolto in S. Croce (Arch. St. Firenze, Necrologio della Grascia dal 1424 al 1430, c. 144 a, cit. da F. Flamini, Rassegna bibliogr. lett. ital., VII (1899), p. 230).
Fonti e Bibl.: M. Montemagni, Notizie degli archivi toscani. Archivio Montemagni, in Arch. Stor. Ital., CXIV (1956), p. 565; M. Salvi, Delle historie di Pistoia, Pistoia 1657, p. 245; Introduzione a prose e rime dei due Buonaccorsi da Montemagno con annotazioni e alcune rime di N. Tucci, a cura di G.B. Casotti, Firenze 1718, pp. XXXIIII-XXXVI, XXXVIIII s.; J.M. Fioravanti, Memorie storiche della città di Pistoia, Lucca 1758, pp. 350 s.; E. Ricca, La nobiltà delle due Sicilie, p. I, v. II, Napoli 1863, p. 333; G. Zaccagnini, Notizie sulla vita di Buonaccorso da Montemagno il Giovine, in Bull. stor. pistoiese, I (1899), pp. 64-67 (poi ampl. col titolo Buonaccorso da Montemagno il giovane. Studio biografico con notizie delle «prose», in Studi di letteratura italiana, I [1899], pp. 1-51); F. Flamini, rec. G. Zaccagnini, Notizie sulla vita ..., in Rassegna bibliogr. della letteratura italiana VII (1899), p. 230 s.; N.F. Faraglia, Storia della regina Giovanna II d’Angiò, Lanciano 1904, pp. 105- 109; E. Vicini, I podestà di Modena, II (1336- 1796), Modena 1918, p. 47; L. Chiappelli, Studi storici pistoiesi. I: I pistoiesi andati come lettori in altri Comuni fino al secolo XVI, Pistoia 1919, p. 78; G. Zaccagnini, Nuove notizie intorno alla vita di Buonaccorso da Montemagno, in Bull. stor. pistoiese, XXXI (1929), p. 2 n. 4; Id., Pistoiesi scolari o lettori nello Studio di Bologna dal XIII al XVII secolo, in Bull. stor. pistoiese, XXXVIII (1936), p. 75 n. 2; L. Martines, The social world of the Florentine Humanists (1390-1460), Princeton 1963, p. 331.