GIOVANNI di Biasuccio (o Blasuccio)
Non si conosce la data di nascita di questo scultore abruzzese, nato probabilmente a Fonteavignone (presso L'Aquila), località di provenienza della sua famiglia, intorno al 1435, come si può desumere dal contratto relativo a un debito da saldare lasciato da Biasuccio, il padre morto da poco, datato 8 genn. 1461, in cui G. risulta essere il capo famiglia e un suo fratello compare come già capace di stare in giudizio, cioè maggiorenne. Nel dicembre del 1471 G. aprì una bottega con il più giovane scultore Silvestro dell'Aquila: seppure dal contratto di locazione si apprende l'impegno reciproco a dividere per cinque anni lo stesso locale, la loro società andò avanti ben più a lungo come dimostrano documenti successivi. Nel 1472 G. compiva, insieme con i fratelli, una transazione per alcune terre a Fossa e nel 1481 comprava una casa a Pile. Da un atto notarile che indirettamente riguarda G., redatto proprio nella bottega dei due artisti, del 20 sett. 1489, è menzionato un incarico a Silvestro dall'Università degli uomini di Ancarano per realizzare una Madonna che, come l'atto esplicita, doveva essere fatta a somiglianza di quella realizzata da G. per S. Maria dei Lumi a Civitella del Tronto, però più bella (Chini, 1909, p. 30).
L'ingombrante presenza, accanto alla figura di G., di Silvestro dell'Aquila, ha in una certa misura danneggiato il delinearsi critico del suo operare, nonostante G., più anziano del suo compagno di bottega, avesse una formazione non lontana da una cultura all'avanguardia quale era quella di matrice verrocchiesca. Allo stato attuale degli studi, non è dato sapere se G. compì un più che probabile viaggio di formazione a Firenze; ma giova ricordare che negli anni della sua piena attività, all'Aquila teneva bottega anche uno scultore fiorentino: Francesco Trugi, futuro collaboratore di Silvestro, il quale, a sua volta, avrebbe stipulato nel 1479 una società proprio con lui, pur essendo ancora legato nel sodalizio con Giovanni.
Rispetto al documento del 1489, Ferretti proponeva di datare la Madonna di Civitella non a ridosso di quella data, "per via di una cultura che sembrava essere più antica". Bologna si spinge ad anticiparla di circa un decennio, proprio in virtù di un forte legame con alcune opere di Andrea del Verrocchio. Infatti la pienezza dell'ampio e ricco panneggio che avvolge le gambe della Madonna di Civitella, trova il suo precedente più importante in un'opera quale la Madonna in terracotta (Firenze, Museo nazionale del Bargello) del maestro fiorentino generalmente datata intorno alla prima metà degli anni Settanta. La datazione della Madonna di Civitella, così anticipata al termine dell'ottavo decennio, renderebbe quest'opera di G. il primo esempio della Madonna adorante con il Bambino coricato sulle gambe divaricate, per meglio accoglierlo, iconografia che avrà molto seguito in Abruzzo nelle diverse varianti, quasi sempre realizzate in legno o in terracotta policroma e dorata. Riguardo alle altre opere ascrivibili a G., sono venute meno le attribuzioni relative alla Madonna dei Lumi di Campli, eseguita sul finire degli anni Novanta e restituita a Silvestro, nonché quella, avanzata da Chini (1912), circa il tabernacolo di S. Maria del Soccorso all'Aquila. È possibile invece che G. collaborasse alla realizzazione del monumento sepolcrale del cardinale A. Agnifili, diviso fra il duomo e la chiesa di S. Marciano all'Aquila, opera di Silvestro eseguita tra il 1476 e il 1480, sempre per via di un rapporto strettissimo, già visto a Civitella, con opere del Verrocchio. Al catalogo di G. viene inoltre aggiunto un crocefisso ligneo conservato in S. Margherita all'Aquila, che ancora una volta, per il trattamento del legno, reso simile al bronzo, e per il bellissimo avvolgersi di pieghe del perizoma di Cristo, dichiara l'assorbimento della cultura verrocchiesca, secondo i modi tipici dello scultore abruzzese.
Non si conosce la data di morte di G. che ebbe una moglie e un figlio; quest'ultimo nel 1507 godeva di una cappella nella chiesa di S. Maria del Poggio Picense (Chini, 1954).
Fonti e Bibl.: M. Chini, Silvestro di Giacomo da Sulmona cittadino aquilano. Documenti raccolti e ordinati per servire allo studio di cinquanta anni di storia artistica aquilana, I, L'Aquila 1909, pp. 30 s.; V. Balzano, Scultori e sculture abruzzesi del secolo XV, in L'Arte, XII (1909), pp. 183-187; M. Chini, Pittori aquilani del Quattrocento, in Rassegna d'arte degli Abruzzi e del Molise, I (1912), pp. 11 s., 119; L. Mack Bongiorno, Notes on the art of Silvestro dell'Aquila, in The Art Bulletin, XXIV (1942), pp. 237, 242 s.; Id., The date of the altar of Madonna in S. Maria del Soccorso, ibid., XXVI (1944), pp. 188-192; M. Chini, Silvestro Aquilano e l'arte in Aquila nella seconda metà del secolo XV, L'Aquila 1954, pp. 129-135; M. Pavone, in Documenti per l'Abruzzo teramano: la Valle Siciliana o del Mavone, I, 1, Roma 1983, pp. 329 s.; M. Ferretti, Silvestro dell'Aquila, in Da Biduino ad Algardi: pittura e scultura a confronto (catal.), a cura di G. Romano, Torino 1990, p. 75; F. Bologna, Madonna con il Bambino detta "dei Lumi" di G., in Documenti per l'Abruzzo teramano…, IV, 2, Pescara 1996, pp. 483-486; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 112.