BOLDÙ, Giovanni di Andrea
Non si conosce l'anno della sua nascita. Alcuni dati precisi sulla sua attività di soldato ed uomo politico si ricavano dallo spoglio degli atti delle assemblee veneziane. Eletto per la prima volta sopracomito di una galera del Golfo nel 1403, meritò con il suo comportamento di essere proposto per incarichi di maggiore importanza, in un periodo particolarmente delicato per Venezia, impegnata allora in combattimenti accaniti tanto in terraferma, contro Padova, quanto sul mare, contro i Genovesi e i Turchi.
Nell'autunno del 1407 il B. si recò a Patrasso con l'incarico di prendere possesso della fortezza e del porto, che il suo signore e arcivescovo, Stefano Zaccaria, consegnava a Venezia, e vi restò fino al termine delle trattative quando, dopo l'accordo del 20 ag. 108 con l'arcivescovo, lasciò il comando al provveditore inviato da Venezia, Vitale Miani.
Nel 1411 fu incaricato di difendere la zona più minacciata del Golfo, col titolo di capitano delle rive della Romania. Poco più tardi interveniva al Senato nella discussione sulle richieste dell'arcivescovo Zaccaria relative a Patrasso, esprimendo l'opinione che esse fossero da respingere: il voto del 13 ag. 1413 si espresse in effetti in questo senso, consacrando il diritto di Venezia ad occupare la città.
Dal 1431 al 1433 il B. esercitò la carica di podestà a Casale sul Sile, presso Treviso, dove la sua famiglia possedeva alcuni beni fondiari.
Poiché negli anni 1419-1420 aveva combattuto in Albania e in Dalmazia, conosceva bene la regione di Scutari e di Drivasto e quando, nel 1440, venne designato quale capitano a Scutari, allora minacciata da parte serba, seppe in tale carica organizzare il presidio veneziano di Scutari e combattere energicamente il principe Stefano Crnojević di Zeta. Il B. dette così un contributo decisivo alla pace in Albania, conquistando saldamente a Venezia Drivasto (agosto 1442) e, prima di lasciare l'incarico, Antivari (maggio 1443). Dopo la sua partenza, gli stessi Crnojević avrebbero capitolato, accettando il dominio veneziano.
Non risultano altre notizie sull'attività del B., e si ignora l'anno della sua morte.
Fonti: Venezia, Bibl. Naz. Marciana, cod. Ital., cl. VII, 925 (8594): M. Barbaro, Genealogie delle famiglie patr. venete, II, c. 21; Arch. di Stato di Venezia, Senato Mar, I, passim.