DELLA LANA (De Lana), Giovanni (Giovanni da Bologna)
Nacque a Bologna nella seconda metà del sec. XIII.
La forma del cognome (latinamente "de Lana") è certa, appare in fonti contemporanee come il Liber Vitasfratrum del suo confratello Giordano di Sassonia, come anche nei manoscritti quasi contemporanei dei suoi scritti (Bibl. ap. Vaticana, Chigi E VIII 247, ff. 44rb, 55ra, 98vb; Oxford, Balliol College, ms. 63, c. 28r; anche in due e non quattro, come afferma Gutiérrez, Analecta Augustiniana, 1944, p. 188, manoscritti, nn. 83 e 84, che erano nella biblioteca di S. Giacomo a Bologna nel XVI secolo, ma che ora sono deperditi [Laurent, pp. 132 s.]). Il D. appartenne manifestamente a una famiglia patrizia, che nutriva dubbi sulla saggezza della sua decisione di entrare in un Ordine mendicante (Torelli, Secoli agostiniani, V, p. 604), ma la data della sua nascita rimane incerta, ritenendola alcuni (Elssius, Gutiérrez, Lanteri, Perini, Torelli) anteriore al 1270 ed altri, più verosimilmente, ponendola al 1276 (Gandolfo, Glorieux). Analogamente non può essere determinata con precisione la cronologia della sua carriera accademica. Il Torelli (V, p. 605) suggerisce vagamente che il capitolo generale degli agostiniani riunitosi a Siena nel 1295 potrebbe avere deciso di inviare il D. a Parigi, perché completasse i suoi studi, nel qual caso egli avrebbe dovuto già aver seguito corsi di filosofia e di teologia in uno studio del proprio Ordine. Ma nessuna decisione simile risulta testimoniata negli Acta esistenti del capitolo del 1295. Soltanto una allusione diretta del D. ai suoi studi è contenuta nelle sue Questiones de anima humana: "...audivi Parisiis a magnis doctoribus quod Deus posset communicare ..." (Chigi E VIII 247, c. 3ra), e nessun teologo parigino lo cita prima del 1330 circa.
Il D. era certamente divenuto "baccalarius sacre pagine" dal 9 nov. 1316, quando egli appare per la prima volta nei documenti come priore di S. Giacomo in Bologna (Glorieux, pp. 153 s.; Piana, Studenti agostiniani, p. 84),benché sia notevole che il D. abbia retto frequentemente e per lunghi periodi l'ufficio amministrativo e non accademico di priore di S.Giacomo e mai l'ufficio totalmente distinto di rettore dello Studio nel convento bolognese. Egli era ancora priore il 18 giugno 1317, quando ricevette una donazione in favore del suo convento, ed appare di nuovo in carica in documenti amministrativi il 6 febbr. 1320.
Permangono alcuni dubbi se il D. divenne mai insegnante di teologia a Parigi. Le fonti agiografiche, incluso il Liber Vitasfratrum e la Vita stampata dal Torelli (V, pp. 604-10) affermano che il "beatus Iohannes" rifiutò di cominciare come "magister sacre pagine" per ragioni di umiltà e santità e questa opinione è confortata dal fatto che l'ampia documentazione del convento bolognese di S. Giacomo si riferisce a lui frequentemente come priore e come "baccalarius", ma mai come "magister". D'altra parte l'Elssius (p. 354) afferma - ma senza citare alcuna fonte - che il D., avendo completato la sua lettura sulle Sentenze, raggiunse nel 1323 il magisterio a Parigi "magno cuin applausu", mentre il Glorieux (pp. 153 s.) nota che le Questiones quodlibete e le Questiones extraordinarie suggeriscono attività di insegnamento di un "magister" non alle prime armi. Inoltre i rotuli dell'università di Bologna per il sec. XIV includono un "magister Iohannes Ordinis Eremitarum Sancti Augustini", che non può essere che il D. (Sorbelli, p. 122 n.). Data la discrepanza delle attestazioni, e considerando il fatto che il D. non compare fra il 6 febbr. 1320 e il 12 dic. 1324 nei documenti del convento bolognese di cui divenne di nuovo priore poco prima del 27 luglio 1327, non può essere esclusa la possibilità che egli abbia passato un secondo periodo di studio a Parigi e che abbia cominciato ad operare come "magister sacre pagine" nel 1323 circa. Le Questiones pervenuteci e gli isolati accenni al suo soggiorno a Parigi indicano che queste rappresentavano la sua attività di insegnante fuori di Parigi e presumibilmente nello Studio di Bologna.
Il 27 luglio 1327 e il 30 luglio 1328 il D. è menzionato come priore di S. Giacomo; il 25 luglio 1330 appare come testimone in un atto e il 15 marzo 1331 è presente quando un cittadino bolognese redige il suo testamento nel convento; fra il 15 febbr. 1333 e il 10 maggio 1339 appare nei documenti almeno una volta l'anno, quasi sempre come priore di S. Giacomo. Se ne può dedurre che egli fu impegnato esclusivamente in affari amministrativi e capitolari e che quindi poté avere poche opportunità per un insegnamento assiduo nello Studio. Dopo il 1339 egli si ritirò nella vicinissima villa di S. Bartolo (Liber Vitasfratrum, p. XII)e, ad eccezione di una breve apparizione, come priore nel 1346-47, non è più menzionato nei documenti. Pertanto la data di morte riferita da alcune delle più antiche narrazioni (22 luglio 1350, all'età di 74 anni che fornisce così una data di nascita nel 1276), risulta più probabile di quella del 1357, all'età di 93 anni. Fu seppellito in S. Giacomo (Pamphili, c. 68v).
Il D. lasciò una reputazione di santità e durante i suoi anni a S. Giacomo sembra avere avuto una considerevole influenza sulla vita spirituale di una comunità, che poteva - come frequentemente avvenne - trasformarsi in un secolare e cosmopolita centro di studi. Certamente l'impressione che egli fece su un suo quasi contemporaneo come l'autore dell'autorevole Liber Vitasfratrum, che fu studente a S. Giacomo mentre il D. era priore, fu quella di una guida spirituale, piuttosto che quella di un insigne teologo accademico. A difficile collocare precisamente la posizione. teologica del D., poiché i suoi maggiori lavori sistematici filosofici e teologici, i suoi commentarii sulla Fisica di Aristotele e sulle Sentenze di Pier Lombardo - ambedue opere accademiche d'obbligo nell'insegnamento - non ci sono pervenuti e ci sono noti soltanto attraverso citazioni dei suoi seguaci agostiniani, che successivamente tennero il magistero a Parigi, Tommaso di Strasburgo e Gregorio di Rimini. I lavori pervenutici - una serie di Questiones de anima humana, di cui ventidue conservate nel Chigi E VIII 247 e diciotto nel ms. Balliol 63 (confronti interni ad ogni modo mostrano che il numero originale era superiore a ventidue), oltre a trentadue Questiones extraordinarie e due libri di Questiones quodlibete - fannopensare a uno studioso piuttosto eclettico, non particolarmente raffinato, che continuava la tradizione teologica del XIII secolo e derivava le sue opinioni in gran misura da Tommaso d'Aquino, da Scoto e specialmente da Egidio Romano.
La Questio de immediato subiecto gratiae (dal cit. codice Chigiano) è stato edito da D. Gutiérrez in Analecta augustiniana, XXIII (1953), PP-91-101.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Fondo S. Giacomo degli Eremitani, ad annos;Iordani de Saxonia Liber Vitasfratrum,a cura di R. Arbesmann. W. Hümpfner, New York 1943, pp. XI-XII, 1 120-122, 460 s.; I. Pamphili Chronica Ordinisfratrum eremitarum sancti Augustini,Romae 1581, ff. 68rv; Anastasis Augustiniana in qua scriptores Ordinis eremitarum s.Augustini qui abhinc saeculis aliquot vixerunt ... Thomae Gratiani,Antwerpiae 1613, pp. 115 s.; Th. de Herrera, Alphabetum augustinianum, Matriti 1644, I, pp. 373 s.; C. Dielman, Vitae monasticae norma in aliquot viris Ordinis fr. E.S.A. Scientia et vitae sanctimonia illustribus delineata,Gandavi 1748, pp. 140-168; Ph. Ellssius, Encomiasticon augustinianum, Bruxellis 1654, p. 354; C. Ghirardacci, Della historia di Bologna, II,Bologna 1657, pp. 280, 629; L. Torelli, Secoli agostiniani, V,Bologna 1678, pp. 603-610; D. A. Gandolfi Dissertatio historica de ducentis celeberrimis augustinianis scriptoribus ex illis qui obierunt post magnam unionem Ordinis eremitici usque ad finem Tridentini concilii, Romae 1704, pp. 220 s.; J.F. Ossinger, Bibliotheca augustiniana, Ingolstadt 1768, pp. 492 s.; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, V,Bologna 1784, pp. 19 s.; I. Lanteri, Postrema saecula sex religionis Augustinianae, I,Tolentini 1858, pp. 134 ss.; D. A. Perini, Bibliographia augustiniana cum notis biographicis, II, Firenze 1929, pp. 19 ss.; P. Glorieux, La littérature quodlibétique, II,Paris 1935, pp. 26, 153 s.; A. Sorbelli, Storia della Università di Bologna, I, Il Medioevo (secc. XI-X V), Bologna 1940, pp. 121 s.; M. H. Laurent, Fabio Vigili et les bibliothèques de Bologne au début du XVII siècle d'après le MS Barb. Lat. 3185, Città del Vaticano 1943, pp. 132 s.; D. Gutiérrez, De fratre Joanne de Bononia qui dicitur de Lana O.E.S.A. († ca 1350). Baccalaureo Parisiensi, in Analecta augustiniana, XIX (1944), pp. 180-209;R.A. B. Mynors, Catalogue of the Manuscripts of Balliol College Oxford, Oxford 1963, p. 45; C.Piana, Studenti agostiniani a Bologna negli anni 1381-86, in Analecta augustiniana, XL, (1977),pp. 83 s., 87 s., 92, 101.