DE GAMERRA, Giovanni
Avventuriero e poeta, il più famoso autore italiano di "drammi lacrimosi". Nato a Livorno nel 1743, dopo aver gettato la veste di abate per quella di sottotenente nel reggimento Clerici al servizio dell'Austria, visse dal '65 al '70 a Milano. Qui compose drammi, tragedie, commedie, cominciò un lubrico interminabile poema, La Corneide (voll. 7, Livorno 1781), e pubblicò il suo dramma più noto, I solitarii (1770). costretto per ragioni di salute a uscir dalla milizia, diventò nel '75 poeta dei teatri cesarei di Vienna, protetto dal Metastasio. Ma già nel '77 era tornato in patria, ove passò tristi anni, malaticcio, povero, funestato da un tragico amore. Fu chiamato nel 1786 a Napoli, dove s'era fatto precedere da un Piano di riforma teatrale per lo stabilimento d'un nuovo teatro nazionale (plagio della Nuova poetica del Diderot), e portò con sé dodici "rappresentazioni" scritte in conformità dei precetti esposti nel Piano. Il nuovo teatro si sarebbe dovuto aprire nella Pasqua del 1787, e intanto il De G. fece rappresentare alcuni dei drammi preparati per esso. Se non che Ferdinando IV ben presto s'accorse che tutto quel tenerume e tutti quei filosofemi non erano adatti a consolidare il trono: il Piano del De G. naufragò, e l'infelice poeta dové nel 1788 tornare a Pisa. Divenuto da ultimo poeta della controrivoluzione, pubblicò un poema precedente la Bassvilliana nello spirito reazionario: La Batavia e la Belgia liberate (Pisa 1793), in cui chiede perdono a Pio VI del giovanile errore della Corneide. La fedeltà a casa d'Austria gli valse d'esser richiamato a Vienna, verso la fine del '93, poeta del teatro imperiale. Sempre povero e malaticcio, eppur sempre operoso, diede a Vienna dieci nuovi drammi per musica, finché nel 1801 fu pensionato. Morì a Vicenza nel 1803.
Bibl.: F. Pera, Ricordi e biogr. livornesi, Livorno 1867, p. 271 e segg.; E. Masi, G. De G. e i drammi lacrimosi, in Sulla storia del Teatro ital. nel sec. XVIII, Firenze 1891; id., G. De G. o il segreto d'un cuor sensibile, in Studî e ritratti, Bologna 1881; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929, pp. 924-26 e 1096-70.