VIGO, Giovanni da
Chirurgo, nato a Rapallo nel 1450 (?), morto nel 1525, figlio o figliastro del celebre litotomista Battista di Rapallo. Esercitò l'arte sua a Saluzzo e a Savona e nel 1503 divenne chirurgo del cardinale Giuliano Della Rovere che fu poi papa Giulio II e visse a Roma al suo seguito. Dopo la morte di Giulio II, divenne medico del card. Sisto della Rovere.
La sua opera Practica in arte chirurgica copiosa continens novem libros (Roma 1514) fu tradotta in tutte le lingue ed ebbe nel sec. XVI numerosissime edizioni: fu certamente il testo di chirurgia più rinomato; il primo nel quale fosse prescritta una razionale medicazione della ferita. ll V. esigeva, contrariamente all'uso dei tempi, che il chirurgo fosse letterato, ritenendo che nessuno potesse senza lettere apprender completamente l'arte. Fu tra i primi che curarono e descrissero le ferite d'armi da fuoco; sostenne autorevolmente la prescrizione del mercurio nella lue venerea che in quel tempo imperversava in Italia. Nel 1517 pubblicò una seconda opera che era un compendio della prima e che ebbe pure grandissimo successo. Notevole è il fatto che vi si trova nettamente indicata la legatura dei grossi vasi che deve essere fatta intromittendo acum subvena desuper filum stringendo. Vi si trova altresì la indicazione di un trapano da lui inventato e di altri nuovi istrumenti. Scolaro di Giovanni da Vigo fu Mariano Santo da Barletta.
Bibl.: D. Giordano, Scritti e discorsi pertinenti alla storia della medicina, Milano 1930, pp. 217-227.