GIOVANNI da Sedriano (Ioannes de Sidriano)
Nacque quasi sicuramente a Milano, ove risulta abitare in data 26 ott. 1472 nella parrocchia di S. Stefano in Brolio a porta Orientale. Il padre (Beltrame secondo il primo documento del 29 ott. 1472 o Bertarino, come è scritto nell'atto del 31 marzo 1473) era, con ogni probabilità, originario di Sedriano, località nei pressi di Milano; è ignoto il nome della madre. Non disponiamo di notizie certe sulla data di nascita di G., ma sembra plausibile situarla negli anni 1453-54, considerando che egli il 26 ott. 1472 ottenne l'emancipazione (che era solitamente concessa al compimento del diciottesimo anno), come sappiamo dai patti tipografici stipulati a Pavia tre giorni dopo tra lo stesso G. e il suo committente Manfredo Guarguaglia.
G. apprese l'arte tipografica quasi sicuramente nell'officina di Filippo Cavagni, che dal 1471 si era affermato a Milano come stampatore. Allo stesso Cavagni, infatti, risulterà legato anche nel periodo della sua attività pavese.
Sulla base di un documento pubblicato da Maiocchi (pp. 71-73) è noto che il Cavagni stipulò a Pavia, il 4 genn. 1472, con l'archiatra ducale Giovanni Matteo Ferrari Da Grado, docente di medicina nello Studio cittadino, un contratto tipografico per stampare 100 esemplari "in forma magna" della Practica, seu Commentarium textuale in nonum Almansoris dello stesso Ferrari Da Grado.
L'edizione, che sarebbe stata condotta sull'exemplar manoscritto predisposto da Marco Gattinara, studente di medicina e alunno di Ferrari Da Grado, doveva essere completata entro la fine di aprile e l'eventuale ritardo nella consegna dei volumi avrebbe comportato una rilevante sanzione pecuniaria (75 ducati). All'inizio di ottobre 1472 il Cavagni non aveva ancora consegnato le copie previste; ne nacque una lite, definita il 29 ott. 1472 grazie alla mediazione dello studente in medicina Giovanni Antonio Monza, per cui il Cavagni avrebbe stampato 125 esemplari (anziché 100) della Practica e il finanziamento sarebbe stato complessivamente di 625 ducati. L'opera (Gesamtkatalog der Wiegendrucke [GW], n. 7830) apparve verso la fine dell'anno. La Practica non può essere ritenuta la prima opera stampata a Pavia, come si è erroneamente affermato più volte (Boni, Comi, Ferrari) in quanto realizzata a Milano, nonostante che i patti tipografici e l'atto di transazione siano stati rogati a Pavia. Come dunque sottolineava Maiocchi (p. 78) "errarono coloro che nella notazione posta in fine del secondo volume della Practica, ricordante il lavoro di Marco Gattinara, inceptum ai 17 ottobre 1462 e finitum ai 24 settembre 1471 nello studio del Ferrari huius operis compositoris, vollero vedere un'allusione alla stampa mentre si tratta soltanto della trascrizione calligrafica della Practica".
Cavagni, dunque, si recò il 29 ott. 1472 a Pavia, accompagnato dal giovane collaboratore Giovanni da Sedriano. Mentre il primo incontrava Ferrari Da Grado "hora tertiarum" nella sua abitazione a porta Palazzo in parrocchia di S. Pantaleone, G. stipulò "hora none" in proprio un contratto tipografico con Manfredo Guarguaglia, egli pure professore di medicina a Pavia. Il contratto notarile venne redatto in casa di quest'ultimo a porta Pertusi, nella parrocchia di S. Maria Capella. Entrò a far parte di questa società anche lo studente in medicina Guniforte Regali, incaricato di sorvegliare l'andamento del lavoro, occuparsi degli aspetti economici e della vendita dei volumi. Guarguaglia, oltre a finanziare l'impresa, avrebbe via via indicato, in accordo con Regali, quali opere pubblicare di medicina e di diritto.
G. venne incaricato innanzitutto di organizzare l'officina tipografica e, a tal fine, ricevette 800 lire da Guarguaglia. In aggiunta a questa somma - da utilizzare per l'acquisto dell'attrezzatura e della carta - G. avrebbe ricevuto il salario mensile di 3 ducati; egli, a sua volta, si impegnava a lavorare in esclusiva per la società, salvo potersi recare a Milano ad aiutare il suo maestro Filippo Cavagni in casi di straordinaria necessità. Le assenze non potevano essere più di tre durante l'anno e ognuna non doveva superare gli otto giorni.
Quanto introitato con la vendita dei volumi doveva essere depositato presso Guarguaglia, che avrebbe custodito anche gli stampati. Alla fine, dedotte le spese, il ricavato sarebbe stato diviso in sesti: tre al finanziatore della società, due allo stampatore e uno allo studente Regali. Se le vendite fossero risultate soddisfacenti, e Guarguaglia avesse ottenuto quindi il rimborso delle 800 lire prima del previsto, sarebbe stato suo dovere versare alla cassa sociale una somma di pari importo per avviare nuove iniziative editoriali, iterando così la prassi seguita precedentemente per il rimborso degli oneri e per la ripartizione dei guadagni. Qualora la società fosse cessata anticipatamente rispetto ai termini contrattuali, le 800 lire sarebbero state divise ugualmente tra i soci nella stessa proporzione stabilita per la divisione degli utili.
Si ignora se la società sia durata effettivamente quattro anni, come pattuito: è certo tuttavia che G. concluse, esattamente un anno dopo (30 ott. 1473) l'editio princeps della Lectura Institutionum di Angelo Gambiglioni (Hain, n. 1597): edizione ponderosa in folio, in due volumi, rispettivamente di 266 e 118 carte. Per la stampa venne usato il carattere gotico 1:111-112 G, molto simile nel disegno a quello della stessa misura usato a Milano dal Cavagni nel biennio 1472-73. Il testo è ripartito su due colonne, ognuna di 50 linee.
È questa la prima edizione realizzata in Pavia e G. fu il primo stampatore in questa città; avvenimento che lui stesso evidenziò nel colophon, in calce al primo volume: "Fuit hoc opus impressum Papie per Joannem de Sidriano Mediolanensem huius artis primum artificem qui in urbe ticinensi huiusmodi notas impresserit et istud pro primo opere explevit die. xxx. mensis octobris. 1473".
Non sono stati individuati esemplari superstiti della Lectura nelle biblioteche italiane: è infatti erronea la localizzazione di una copia presso la Biblioteca universitaria di Pavia (GW, n. 10499). L'Illustrated incunables (n. G.50.4) localizza copie a Monaco, Bayerische Staatsbibliothek; Norimberga, Stadtbibliothek; Manchester, John Rylands University Library.
Durante la stampa della Lectura insorsero "magne lites" tra G. e il Cavagni: il dissidio, oltre al fatto che G. aveva instaurato in proprio un rapporto di lavoro con i soci pavesi, era dovuto alla pretesa del Cavagni di appropriarsi di "lecture et opere", cioè dei fascicoli della Lectura stampati da G. fino a quel momento. Il Cavagni si appellava evidentemente al fatto che non era ancora cessato il rapporto di lavoro con il suo giovane collaboratore che, astutamente, per non farsi sottrarre i fascicoli, si affrettò a chiederne il sequestro cautelativo, depositandoli in parte presso il banco dell'ebreo Marino e in parte presso la libreria di Giacomo Sanpietro.
Il compromesso raggiunto il 31 marzo 1473 a Pavia tra i due "ut partim parcatur laboribus et expensis" prevedeva innanzitutto il dissequestro dei fascicoli da vendersi in modo autonomo da parte del Cavagni e di G. che avrebbe incassato la terza parte della somma ricavata, fino a raggiungere l'importo di 40 ducati d'oro. Al Cavagni sarebbero spettate le altre due parti e il ritiro di quanto rimasto inesitato (cfr. Ganda). L'assenza di ogni riferimento a Guarguaglia e Regali nell'atto notarile che ratificava tale compromesso può essere motivato o con il fatto che i soci pavesi non vollero essere coinvolti in una lite che non li riguardava direttamente (riservandosi però di ottenere da G. quanto di loro spettanza), o che la società costituita il 29 ottobre dell'anno precedente era già stata sciolta.
Allo stato attuale delle ricerche non si hanno notizie su G. posteriori al 31 marzo 1473 e non si conoscono altre edizioni da lui impresse oltre alla Lectura.
Non conosciamo la data e il luogo della sua morte.
Fonti e Bibl.: A. Ganda, G. S. e Manfredo Guarguaglia. Nuovi documenti sulla prototipografia pavese, in Accademie e biblioteche d'Italia, LXVIII (2000), 2, pp. 5-24; M. Boni, Lettere sui primi libri a stampa di alcune città e terre dell'Italia superiore…, Venezia 1794, p. LV; S. Comi, Memorie bibliografiche per la storia della tipografia pavese del secolo XV, Pavia 1807, pp. XXII-XXV; H.-M. Ferrari, Une chaire de médecine au XVe siècle. Un professeur à l'Université de Pavie de 1432 à 1472, Paris 1899, p. 63; R. Maiocchi, L'introduzione della stampa a Pavia, in Boll. della Società pavese di storia patria, II (1902), pp. 66-85; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, p. 289; K. Burger, The printers and publishers of the XV century, Milano 1950, p. 589; D. Fava, Manuale degli incunabuli, Milano 1953, p. 96; E. Gualandi, La tipografia in Pavia nel secolo XV, in Boll. della Società pavese di storia patria, LIX (1959), 1-2, pp. 43-45; T. Rogledi Manni, La tipografia a Milano nel XV secolo, Firenze 1980, p. 27; L. Hain, Repertorium bibliographicum, n. 1597; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, n. 10499; The illustrated incunables short-title catalogueon CD-ROM, a cura di The British Library, n. G.50.4.