Teologo francescano, commentò le Sentenze a Parigi verso la metà del 14º sec. (1357; ma forse anche prima del 1354): svolse dottrine scotiste in senso nominalistico. Tra le sue tesi più caratteristiche: netta distinzione (formaliter) di una pluralità di perfezioni nell'essenza di Dio, possibilità logica della creazione d'un mondo infinito (contro la posizione aristotelico-tomista), la conoscenza infallibile dei futuri contingenti. Altre dottrine sono proprie della tradizione francescana, soprattutto sulla teoria della conoscenza (Dio intelletto agente delle anime umane). Ci restano di lui il primo libro del commento alle Sentenze e alcune determinationes; le sue dottrine sono citate e di scusse da Pietro di Candia, G. Gerson, Pietro d'Ailly e da altri che lo considerano un caposcuola (è detto anche doctor supersubtilis).