GIOVANNI da Empoli
Viaggiatore, nato a Firenze il 24 ottobre 1483 da una cospicua famiglia di mercanti e banchieri; dopo aver compiuto buoni studî di lettere e di matematiche, e aver acquistato pratica del commercio nel banco paterno, passò in Fiandra, al servizio prima della casa fiorentina Scarfi e Buonagrazi, poi di quella Gualtierotti e Frescobaldi, che aveva più largo giro d'affari. E per conto di quest'ultima, appena ventenne, s'imbarcò a Lisbona, il 6 aprile 1503, su una nave della squadra di Alfonso di Albuquerque, diretta in India; toccò l'Ascensione, approdò nel maggio alle coste del Brasile, poi, girando il Capo di Buona Speranza, raggiunse il Malabar, dove poté far larga incetta di spezierie per i suoi principali. Tornato dopo fortunosissimo viaggio a Lisbona, nel 1504, si recò prima a Bruges, poi a Firenze, dove narrò pubblicamente le vicende del viaggio in Palazzo Vecchio dinanzi al gonfaloniere e ai maggiorenti della città.
Incaricato dalla stessa ditta di una nuova missione commerciale, s'imbarcò nuovamente nel 1509 a Lisbona, su una delle quattro navi guidate da Diego Méndez de Vasconcellos, nella squadra del quale egli, al pari del suo concittadino Leonardo Nardi, aveva l'ufficio di fattore. Alla piccola squadra, giunta in India, l'Albuquerque ostacolò il disegno di far nuove conquiste; essa partecipò invece alla ripresa di Goa, nella quale occasione G., comportatosi valorosamente, fu fatto cavaliere. Egli passò poi al servizio dell'Albuquerque, col quale fece vela per Sumatra, indi partecipò alla presa di Malacca e poi fu lasciato con tre navi a custodire questa località. Tornato poscia a Goa, per desiderio di ricondursi in patria lasciò nascostamente l'Albuquerque e fece ritorno a Lisbona nel 1514. Il re di Portogallo, apprezzando i servizî resi da G., lo nominò suo fattore, ossia agente commerciale a Sumatra, con ampî poteri e con facoltà di passare in Cina, se le relazioni d'affari a Sumatra non potessero avviarsi con successo. Infatti G., partito per la terza volta con tre navi nel 1515, e raggiunta Sumatra, non avendo trovato ivi un ambiente favorevole, passò con due navi (la terza era andata distrutta per incendio) a Canton e sbarcò nella penisoletta dirimpetto, dove poi sorse la stazione portoghese di Macao. Ma quivi, mentre iniziava i primi rapporti con gli abitanti, morì al principio del 1518. G. diede conto dei suoi viaggi in lettere informative, dirette al padre e ai capi della ditta dalla quale dipendeva; la prima di esse fu pubblicata già dal Ramusio nel vol. I della sua raccolta; le altre solo nel 1843. In queste sue relazioni egli si mostra osservatore acuto e sagace, specie per quanto concerne gli abitanti dei paesi visitati e le loro condizioni economiche.
Bibl.: Viaggio fatto nell'India per G. da E., in Ramusio, Navig. et Viaggi, I; Relazione di Giovanni da Empoli a Leonardo suo padre intorno al viaggio da lui fatto a Malacca (1509-14), aggiuntavi la vita di esso Giovanni scritta da Girolamo da Empoli suo zio, in Archivio storico italiano, 1843, append. XIII; ed. a parte, a cura di J. Graberg di Hemsö, Firenze 1846; P. Amat di S. Filippo, Biografia dei viaggiatori italiani, Roma 1882, pp. 238-41; E. Marini, Per la biografia di G. da E., in Atti dell'VIII Congr. geogr. ital., II, Firenze 1923, pp. 278-80; E. Mancini, in Annuario Scuola Compl. di Empoli, 1929.