GIOVANNI da Capistrano, santo
Nacque da padre straniero, venuto in Italia al seguito di Luigi d'Angiò, a Capistrano, oggi Capestrano (Aquila), il 24 giugno 1386 (o 1385). Addottoratosi in legge a Perugia, acquistò fama di esperto giureconsulto, e già nel 1412 il re Ladislao di Napoli lo nominò governatore di Perugia. Militava tra i ghibellini. Poco dopo, nel 1416, cadde prigioniero dei Malatesta; rilasciato, entrò nello stesso anno tra i frati minori.
Studiò sotto S. Bernardino da Siena (v.), predicando, ancora diacono, in molte città dell'Italia settentrionale e centrale con straordinaria efficacia. Nel 1425 fu ordinato sacerdote, e l'anno seguente inquisitore pontificio, esplicando grande attività contro i fraticelli (v.) e più tardi contro gli Ebrei. Già dal 1421 G. aveva promosso, insieme con S. Bernardino, la riforma dei francescani (v. frati minori), per restaurare la primitiva osservanza; a conferma della sua azione Eugenio IV lo nominò per gli anni 1431-1438 commissario apostolico affidandogli il governo dei conventi riformati, dopoché nel 1429 era stato accusato a Roma di eresia ma subito prosciolto. Per interessi del suo ordine o della S. Sede egli fu a Venezia (1437), in Terrasanta (1439) per promuovere l'unione degli Armeni con Roma, in Francia (1442), in Sicilia (1444). Nel 1451 fu inviato come legato apostolico da papa Niccolò V in Austria, Baviera, Slesia, e poi in Polonia, sia per opporsi ai progressi degli hussiti, sia per predicarvi la crociata contro i Turchi. Vi ottenne grandi risultati. Nel 1455 si unì con l'esercito cristiano di Giovanni Corvino Hunyadi e nel luglio 1456 prese parte alla battaglia presso Belgrado, guidando l'ala sinistra dei crociati alla vittoria. Poco dopo, ritiratosi a Villaco, vi morì il 23 ottobre 1456. Fu canonizzato da Alessandro VIII nel 1690; solo nel 1724 Benedetto XIII pubblicò la relativa bolla. La sua festa cade il 23 ottobre.
Il C. lasciò molti trattati canonistici, morali, polemici, e numerose lettere e discorsi: un'edizione completa, prevista in 4 voll. in folio, non fu eseguita. Alcuni manoscritti stanno nella biblioteca di Capistrano, altri in quella universitaria di Breslavia. A stampa apparvero: De cupiditate, necnon de usura, ecc., incunabolo di carte 81, senza luogo e anno; De iudicio universali, de antichristo, de bello spirituali, [Venezia ?], 1578; De auctoritate papae et concilii contra Basileenses, [Venezia?], 1580; ecc.
Bibl.: Acta Sanctorum, Ottobre, X, p. 439 segg.; L. Wadding, Annales Minorum, 2ª ed., IX-XIII, Roma 1734-35; S. Massonio, Della maravigliosa vita, gloriose attioni... del b. G. d. C., Venezia 1627; Fr. Walbouch, Životopis svatého J. mK. (La vita di S. G. da C.), Bruna 1858; L. de Kerval, St. Jean de C., son siècle et son influence, Bordeaux e Parigi 1887; E. Jacob, John. von C., voll. 2, Breslavia 1903-1905 (con l'elenco dei mss. di Breslavia ed edizione di scritti inediti); L. v. Pastor, Storia dei papi, I, trad. ital., nuova ed., Roma 1925. A. Chiappini, S. G. da C. e il suo convento, Aquila 1925; id., La prod. lett. di S. G. da C., Gubbio 1927.