GIOVANNI da Augusta
da Ignoriamo l'anno della sua nascita; era figlio di Giovanni e proveniva dalla città di Augusta, in Baviera, che potrebbe essere sia il suo luogo di origine, sia semplicemente la città dove egli aveva appreso la tecnica tipografica; giunse a Perugia intorno al 1475, ma non è dato sapere se precedentemente avesse esercitato la sua professione presso qualche tipografia attiva in un'altra parte d'Italia.
Il suo nome è rivelato esclusivamente da documenti d'archivio (editi da Rossi) poiché, in conformità con l'uso di molti suoi connazionali che svolsero un ruolo determinante nell'introduzione della stampa in Italia, non sottoscrisse alcuna delle edizioni impresse nella sua officina. Non è quindi possibile distinguere con certezza la produzione di G. da quella di altri tre stampatori tedeschi attivi a Perugia nello stesso arco di anni: Giovanni Vydenast (che era anche bidello presso lo Studio perugino), Giovanni di Bamberga e Pietro di Colonia. Tra i bibliografi c'è incertezza di attribuzione anche per quelle edizioni che, sulla scorta di documenti notarili, sembrano potersi attribuire a G. con maggiore sicurezza.
La prima notizia circa la sua presenza nella città umbra è contenuta in un documento del 7 dic. 1475: si tratta dell'atto costitutivo di una società, che G. stipulò con Pietro di Venanzo, un taverniere suo connazionale.
Anche in questo caso, come spesso accadeva ai primordi della stampa, l'esperto tecnico - che aveva già provveduto ad allestire un'officina dove si lavorava su cinque o sei banchi - stipulò un contratto con qualcuno che era in grado di fornire esclusivamente il capitale atto a garantire la copertura finanziaria degli obblighi assunti. Con questo documento G. si impegnava anche con Filippo Benedetti a completare, entro sei mesi, la stampa dell'opera del padre di quest'ultimo - il giurista Benedetto Capra (Benedetti), morto il 3 genn. 1470 - in una tiratura di ben 400 copie: dalle clausole contrattuali si apprende che il committente prometteva il pagamento di 215 fiorini una volta ultimata la stampa, oltre alla fornitura del vitto per i lavoranti, e che il tipografo garantiva il rispetto dei termini per la consegna e del numero di copie richiesto, assumendosi l'onere di pagare 100 ducati d'oro per ogni copia in più indebitamente stampata.
Con puntualità l'opera di Benedetto Capra fu edita da G.: i Consilia super materia ultimarum voluntatum - consistente testo giuridico di 212 fogli, stampato nel formato in folio, con testo in carattere romano disposto su due colonne - recano la data del 27 giugno 1476 (Accurti, 1930, p. 157). Però, nonostante l'evidenza costituita dalle notizie presenti nelle fonti documentarie, la stampa dei Consilia del Capra è attribuita da alcuni bibliografi a Giovanni Vydenast o allo stesso Vydenast e soci (Indice generale degli incunaboli [IGI], 1452; Gesamtkatalog der Wiegendrucke [GW], 3815).
Il buon esito degli obblighi assunti dalla prima compagnia non affrancò G. dalla necessità di reperire comunque un finanziatore per proseguire nell'attività tipografica: il 26 sett. 1476 infatti si unì in una nuova società con Pietro Veli, originario di Città di Castello, che aveva ottenuto la cittadinanza perugina costituendo una discreta fortuna con il commercio di panni e veli, dal quale derivava infatti il suo cognome. Nel contratto Pietro si impegnava a fornire un finanziamento (quantificato in un minimo di 12 fiorini e un massimo di 50) a G., che da parte sua metteva a disposizione, oltre alla propria esperienza tecnica, sia l'officina, sia la carta che egli acquistava a Fabriano in ingenti quantità, come si deduce dalla ricevuta attestante il saldo versato per una fornitura, che ammonta a ben 127 fiorini.
In questo accordo non vengono fissati né il prezzo dei volumi né la suddivisione dei guadagni una volta detratte le spese sostenute per realizzare la prevista stampa di una Summa philosophiae dell'agostiniano Paolo Veneto (Paolo Nicoletti). I commenti ad Aristotele dell'agostiniano (che nei primi tre decenni del Quattrocento era stato docente presso diverse università, fra cui Perugia) erano da tempo adoperati anche nello Studio perugino; l'utilità dell'operazione commerciale realizzata da G., probabilmente su commissione di un docente, consiste proprio nella pubblicazione di un'antologia contenente testi precedentemente dispersi in varie opere, mediante una selezione operata dal domenicano Valentino da Camerino, maestro in teologia e bibliotecario del convento di S. Domenico di Perugia. L'edizione fu terminata a Perugia il 25 genn. 1477, in ritardo di due mesi rispetto ai termini contrattuali, probabilmente a causa della epidemia di peste che aveva in quell'anno colpito la città. Questa edizione è forse da identificare con la Summa Naturalium Aristotelis di Paolo Veneto, segnalata in IGI (7348), con l'indicazione "emendavit Valentinus de Camerino" e la data 25 genn. 1477 e le note tipografiche presuntive "[Perugia, Perugia, tip. del Robertus Anglicus]", sulla scorta di quanto già affermato nel Catalogue… British Museum.
È interessante notare il carattere semigotico impiegato, completamente differente da quello che si può osservare nella precedente edizione. Non è escluso che il nuovo carattere a stampa fosse dovuto alla perizia di Stefano Arndes ("Aquila"), originario di Magonza ed esperto intagliatore di lettere, con cui G. poi formalizzò la collaborazione il 3 marzo 1477 costituendo una ulteriore società, che prevedeva una lunga durata della medesima, fissata in sei anni. Il nuovo socio avrebbe messo a disposizione un capitale di 60 fiorini, e stavolta anche la sua professionalità, ricevendo in cambio un quinto degli utili che sarebbero derivati dalla stampa e dalla vendita di Breviari, prevista nell'ordine di un migliaio di copie; tuttavia non è dato sapere se gli intenti di questa società furono realizzati, dal momento che non è stata individuata neanche una copia dei predetti Breviari.
Sulla base della perfetta identità dei caratteri romani usati con quelli che si osservano nei Consilia del Capra, vengono attribuite a G. altre tre edizioni, prive di note tipografiche ma stampate a Perugia fra 1475 e 1476. Si tratta del De versuum scansione di Giovanni Sulpizio (Accurti, 1936, p. 38 n. 68; IGI, 9204); l'Itinerario in Terra Santa del padovano Gabriele Capodilista - che fu podestà di Perugia tra il settembre 1473 e l'ottobre 1475 - (Accurti, 1936, p. 103) e della Repetitio legis si pascenda pecora del perugino Pier Filippo Della Cornia (Cornio), professore di diritto allo studio di Perugia tra il 1450 e il 1492 (Id., 1930, n. 45).
L'assegnazione all'officina di G. degli ultimi due titoli è però dubbia; alcuni bibliografi infatti li assegnano entrambi alla citata stamperia di Giovanni Vydenast, da solo o in collaborazione con Giovanni da Bamberga e Pietro di Colonia (per Capodilista: IGI, 2437; GW, 6024; Tucci. Per Della Cornia: IGI, 3217; GW, 7568; Falasca).
Dopo la metà del 1477 il nome di G. non è più reperibile in alcun documento: è comunque presumibile che fino alla morte - la cui data è ignota - abbia mantenuto la propria residenza a Perugia, dove aveva sposato Mattea di Ponte Pattoli.
Fonti e Bibl.: A. Rossi, L'arte tipografica in Perugia durante il secolo XV e la prima metà del XVI. Nuove ricerche, Perugia 1868, pp. 18-20; L. Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1860, Perugia 1875, 1, pp. 757 s.; D. Marzi, I tipografi tedeschi in Italia durante il secolo XV, in Festschrift zum fünfhundertjährigen Geburtstag von Johann Gutenberg, a cura di O. Hartwig, Leipzig 1900, p. 443; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, p. 295; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV Jahrhunderts im Auslande, München 1924, pp. 59-62; T. Accurti, Editiones saeculi XV pleraeque bibliographis ignotae, Florentiae 1930, p. 25 n. 45; Id., Aliae editiones saeculi XV pleraeque nondum descriptae, ibid. 1936, pp. 38 n. 68, 103 n. 6024; U. Nicolini, G. di Giovanni di A. stampatore a Perugia della Summa philosophiae di Paolo da Venezia(25 gennaio 1477), in Boll. della Deputazione di storia patria per l'Umbria, LX (1963), pp. 135-141; F. Geldner, Die deutschen Inkunabeldrucker, Stuttgart 1970, p. 140; U. Tucci, Capodilista, Gabriele, in Diz. biogr. degli Italiani, XVIII, Roma 1975, p. 636; P.L. Falasca, Della Cornia, Pier Filippo, ibid., XXXVI, ibid. 1988, p. 776; Catalogue of books printed in the XVth century, now in the British Museum, VI, n. 879; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, nn. 3815, 6024, 7568; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, nn. 1452, 2437, 3217, 7348.