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D'ANZI, Giovanni

di Lucia Bonifaci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)
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D'ANZI, Giovanni

Lucia Bonifaci

Nacque a Milano, nel popolare quartiere di Porta Genova, il 1ºgenn. 1906 da Antonio, ispettore della "Birra Italia", e da Maddalena Capasso.

Dotato di grande musicalità, si ignora ove e quando abbia iniziato gli studi musicali, ma probabilmente fu autodidatta e si affidò sempre ai naturali doni di melodista piuttosto che ad una seria e compiuta preparazione musicale. Particolarmente precoce, iniziò la sua carriera nel cinema milanese Franco-Belga di viale Monza dove, a soli dodici anni, si esibì come pianista, eseguendo brani di vario genere quale commento sonoro ai film muti; fu poi all'albergo Palace dove intratteneva il bel mondo meneghino dei thè danzanti. Quando nel 1920 morì il padre, dovette assumersi la responsabilità della famiglia e accettò di suonare, per cinque lire l'ora, nella scuola di ballo di certa signora Marzuni in via Cavallotti.

Questi annì di apprendistato si rivelarono molto utili per la sua formazione di pianista accompagnatore e gli consentirono di passare a dirigere l'orchestra Moretti, ove poté ampliare il suo repertorio e la sua esperienza nel campo della musica leggera. Nel 1925 fu notato da Lydia Johnson, forse la più celebre soubrette del momento e diva incontrastata del varietà, divenuto il suo pianista e ben presto il suo compagno, esordì dapprima alla sala Umberto e poi all'Eldorado di Napoli, considerati le sedi più prestigiose del café-chantant. In questo periodo il D. cominciò a comporre e scrisse la sua prima canzone, Charlestonmania, che dedicò alla Johnson. Al termine di questa prima tournée, la seguì a Parigi e conobbe un'ulteriore affermazione: la sera del debutto al Concert Mayol, per una improvvisa defezione del direttore d'orchestra, fu chiamato a sostituirlo e, pur giovanissimo - aveva appena vent'anni - superò brillantemente la prova.

Allo spettacolo assisteva il gran mondo al completo e Mistinguette, Maurice Chevalier e Josephine Baker, in prima fila, applaudirono il giovane musicista italiano che aveva affrontato il suo primo grande impegno, dirigendo la più celebre orchestra del varietà parigino. Il successo immediato gli procurò un contratto di diciotto mesi con la paga di 100 lire al giorno.

Concluso il sodalizio con la Johnson, nel 1927 il D. fece ritorno a Milano, ove fu chiamato a dirigere l'orchestra della compagnia Berardi-Bruno; contemporaneamente si esibì come pianista nei sotterranei del teatro Trianon, più tabarin che night, in corso Vittorio Emanuele. Fu proprio in questo periodo e precisamente nel 1932 che Alfredo e Alberto Curci lo scoprirono e lo scritturarono per la loro casa editrice come autore di canzoni. Fu l'inizio della fortunata serie di successi che fecero del D. una figura indimenticabile nella storia della canzone italiana.

Le sue canzoni nascono da motivi oggettivi, da fatti e costumi della vita italiana, di cui vengono colti gli aspetti più caratteristici, o sono più spesso tipiche canzoni d'amore, come Non dimenticar le mie parole e Bambina innamorata del 1934. Nel 1935 compose la canzone che più di ogni altra è rimasta legata al suo nome: La Madonina.

In un articolo apparso sulla Domenica del Corriere il 17 apr. 1974,lo stesso D. raccontò la genesi di questa canzone in dialetto milanese. Essa gli fu ispirata, in un eccesso di campanilismo, durante la permanenza come pianista al teatro Trianon, che ospitava la compagnia di attori napoletani "Piedigrotta"; costretto ad eseguire le più famose canzoni dialettali partenopee, volle dedicare una canzone alla sua città e ne scrisse egli stesso i versi, con un tono affettuosamente polemico: "canten tucc: lontan de Napoli se moeur, ma poe vegnen chi a Milan...". La canzone divenne famosa in tutta Italia dopo il successo riportato dalla vedette Linda Pini, che la inserì immediatamente nello spettacolo del teatro Trianon.Sull'onda di questo successo, il D. fu chiamato all'EIAR (Ente italiano audizione radiofoniche), insieme a P. Barzizza e ad A. Rabagliati. Nel 1938 compose Non partir e Non sei più la miabambina (premiata al primo concorso per canzoni italiane e portata al successo da Dina Galli nel film Nonna Felicita). Sempre nel 1938 scrisse altre due canzoni divenute popolarissime: il fox-swing Ma le gambe e Signorina grandi firme, dedicate al nuovo tipo di donna lanciato dal pittore G. Boccasile sulla copertina del settimanale di novelle diretto da Pitigrilli, Le Grandi firme. Nel 1940, in collaborazione con A. Bracchi, scrisse Silenzioso slow, divenuta famosa per i versi iniziali: "Abbassa la tua radio per favore...", con i quali su precisa commissione dell'EIAR si invitavano gli Italiani, ormai in pieno clima bellico, a tenere più basso il volume dei propri apparecchi radiofonici. Il 1942 fu l'anno di Nostalgia de Milan e di Tu non mi lascerai, seguite, nell'anno 1943, da un altro grande successo, Ma l'amore no, lanciato da Alida Valli nel film di M. Mattoli, Stasera niente dinuovo, in cui comparve lo stesso D. nella veste di un direttore d'orchestra.

Seguirono nel 1944 A Copacabana, nel '46 Non ho più la veste a fiori blu, nel '51 Bellezze in bicicletta e nel '53la canzone vincitrice del terzo Festival di Sanremo: Viale d'autunno, interpretata da Carla Boni e Flo Sandon's. E ancora: La gagarella del Biffi Scala, Mattinata fiorentina, El barbisin de la moiazza, Boogie-woogie, Malinconia.

Il D. ha firmato anche numerose musiche da film e una vasta serie di musiche per le riviste dei principali comici italiani. Tra i film, ricordiamo La maestrina (1933), Partire (1938), Castelli in aria, Bionda sotto chiave, Finisce sempre così, Grandi magazzini, Una moglie in pericolo, Retroscena (tutti del 1939), Mille chilometri al minuto, Una famiglia impossibile (1940), La scuola dei timidi, Voglio vivere così (1942), La donna è mobile, Lascia cantare il cuore, In cerca di felicità (1943), Una piccola moglie (1944), La vispa Teresa (1944-45), Romanzo a passo di danza (1946), Partenza ore 7 (1947), Arrivederci papà (1948), L'uomo dal guanto grigio (1949), È primavera (1950), Bellezze in bicicletta, Milano miliardaria (1951), Solo per te Lucia (1952), Era lei che lo voleva, La pattuglia dell'Amba Alagi, Canzone appassionata (1953), Siamo tutti milanesi (1954), Il segno di Venere, Le ragazze di Sanfrediano (1955), L'ultimo amante (1956).Tra le riviste si ricordano: La gatta nel sacco (1934), Due dozzine di cose malfatte, Questa è la verità (1936), La rivista sotto processo (1937), 41 ma non li dimostra (1940), Il Diavolo nella giarrettiera, È bello qualche volta andare a piedi (1942), I cadetti di Villa Fiorita (1944), Cosa succede a Capo Cabana, Follie d'Amleto (1946), Simpatia (1947), Se vi bacia Lola, C'era una volta il mondo, Chicchirichì, Domani è sempre domenica (1948), Paradiso per tutti, L'Orlando curioso (1949), Castellinaria, Un bel dì vedrete, Sotto i ponti del Naviglio, Il Diavolo custode, L'imperatore si diverte (1950), Merletti di Venezia (1951), Cocoricò, Quel treno che si chiama desiderio (1952), Agitatissimo (1953), Rococò (1954), L'uomo si conquista la domenica (1955).

Nel pomeriggio del 15 apr. 1974 il D. morì, per collasso cardiocircolatorio, in una clinica di Santa Margherita Ligure (Genova). La giunta municipale di Milano decise di seppellirlo in una grande cappella del cimitero Monumentale, l'edicola Palanti, dove riposano le spoglie di numerosi cittadini celebri.

Fonti e Bibl.: necr. in: Corriere della sera, 16 apr. 1974; Il Tempo, 16 apr. 1974, La Domenica del Corriere, 17 apr. 1974, pp. 10 s.;notizie ibid., 6 febbr. 1968, pp. 57 s.; I cento anni della Casa Curci, Milano 1960, p. 67; N. Iusso-T. Bonavita, Almanacco della canzone, Roma 1969, pp. 14, 19; La canzone ital., X,Milano 1970, passim; Musica e dischi (Milano), V (1974), 335, p. 59; Enc. dello Spett., IV, col. 160.

Vedi anche
Michele Galdièri Galdièri, Michele. - Autore di riviste e paroliere italiano (Napoli 1902 - ivi 1965); figlio di Rocco. Fin dal suo primo successo, L'Italia senza sole (1925), che conteneva coraggiosi riferimenti al delitto Matteotti, Galdieri, Michele puntò a una satira giocata sulle allusioni e sugli ammiccamenti. ... Gòrni, Kramer Gòrni, Kramer. - Compositore, fisarmonicista, direttore d'orchestra italiano (Rivarolo Mantovano 1913 - Milano 1995). In arte adottò il cognome (Gorni) come nome e il nome (Kramer) come cognome. Affermatosi soprattutto a partire dagli anni Quaranta, scrisse la musica di numerosissime canzoni largamente ... Mattòli, Mario Mattòli, Mario. - Regista italiano (Tolentino 1898 - Roma 1980); creatore della compagnia Za Bum, fu direttore di numerose compagnie teatrali. Nel cinema dal 1933, ha diretto: Tempo massimo (1934); Amo te sola (1935); Questi ragazzi (1936); Felicita Colombo (1937); Abbandono (1940); Ore 9, lezione di ... Mina Nome d'arte della cantante italiana Mina Anna Mazzini (n. Busto Arsizio 1940). Esordì nel 1959 con lo pseudonimo di Baby Gate nella corrente degli "urlatori", per poi rivelare una personalità vocale e artistica ben più complessa, capace di misurarsi con ogni stile di canzone, imprimendovi una cifra inconfondibile. ...
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anzi
anzi prep. e avv. [lat. ante o antea, in posizione prevocalica]. – 1. prep. a. letter. Avanti, prima di: s’adopra Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba (Leopardi); si conserva nell’uso, ma non com., nelle locuz. anzi sera, anzi notte,...
poc’anzi
poc'anzi poc’anzi (raro pocanzi) avv. [comp. dell’avv. poco e di anzi con funzione avverbiale («prima»)], letter. – Poco fa, qualche momento prima d’ora: l’ho incontrato poc’anzi.
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