CORBIZZI, Giovanni
Nacque a Firenze nel 1389 da Filippo, di antica famiglia di origine fiesolana la quale si era stabilita nel sec. XIII nel "popolo" di S. Piero Maggiore, chiesa in cui nel 1353 già esisteva una cappella de' Corbizzi. Nulla sappiamo dell'infanzia e della gioventù del C., né delle ragioni che lo spinsero, sembra nel secondo decennio del Quattrocento, a trasferirsi a Bologna, dove lo s'incontra per la prima volta nel maggio del 1423.
Nella sua "portata" agli ufficiali del Catasto fiorentino, nel luglio del 1427 il C. dichiara di essere "abitante a Bologna", pur mantenendo a Firenze, sempre nel "popolo" di S. Piero Maggiore, "una chasa grande con torre, con corte e pozo, volta e altri edifici... per uso di... abitazione". A Bologna svolgeva attività bancarie e commerciali, prima associato con la compagnia di Luigi e Bivigliano degli Alberti e poi creando una compagnia propria: "Giovanni di Filippo Corbizzi e compagni". Sembra che tra le sue varie attività economiche il commercio di grano occupasse una posizione particolare; però, secondo la sua dichiarazione del 1433 agli ufficiali del Catasto, ebbe una serie di perdite notevoli in questo traffico. Pur non essendo mai stato tra i cittadini più ricchi della sua città, la sua situazione era abbastanza florida nei primi anni del quarto decennio del secolo. Secondo i dati del terzo catasto fiorentino, nel 1433 fu nono nella graduatoria del suo gonfalone (chiavi dei quartiere di S. Giovanni). Una caratteristica abbastanza insolita del suo patrimonio è il fatto che non comprendeva terre o poderi nel contado fiorentino, essendo investito esclusivamente nella compagnia di Bologna, nella sua casa di Firenze, e in poche proprietà fondiarie nella stessa città.
Ristabilitosi a Firenze poco prima del 1440, il C. ebbe difficoltà a conservare il proprio patrimonio (nella dichiarazione al catasto del 1451 si lamenta di essere "senza inviamento") e dovette dedicarsi al ricupero di crediti della sua vecchia compagnia bolognese. Era già quasi ottantenne, quando, nel marzo del 1477, scrisse a Lorenzo di Piero de' Medici sollecitando un suo intervento presso la corte "del Nostro Signore" a Bologna per poter recuperare un credito contratto più di quarantacinque anni prima.
Anche durante la permanenza a Bologna, sembra che il C. abbia mantenuto contatti con le più importanti personalità di Firenze: prima del 1434 con Rinaldo di Maso degli Albizzi, il più potente personaggio fiorentino, e, dopo l'esilio di questo, con Cosimo de' Medici. Sono parecchie le testimonianze degli anni 1423-1424 che riflettono i suoi rapporti con l'Albizzi. Il C. serviva da intermediario tra l'uomo politico fiorentino e vari condotticri, tra i quali spicca il nome di Braccio de' Fortebracci; di tanto in tanto prestava denaro all'Albizzi stesso, e, durante la permanenza di quest'ultimo a Bologna, sembra che avesse a tal punto la sua fiducia da stenderne le lettere. La profonda conoscenza della situazione romagnola facilitò l'istaurarsi di rapporti egualmente stretti con Cosimo de' Medici dopo il ritorno di ques'ultimo dall'esilio a Venezia (ottobre 1434). Molte le lettere del C., al potente amico fiorentino: lettere con le quali lo teneva al corrente della situazione politica bolognese, dei movimenti dei vari condottieri, dei piani di Eugenio IV il quale, prima della convocazione del concilio di Ferrara, si era temporaneamente stabilito a Bologna. Ripetutamente, dal 1435 al 1437, il C. sollecitò l'aiuto del Medici per ottenere il posto di tesoriere papale a Bologna, ricordandogli che nella posizione di tesoriere avrebbe potuto rendere servizi preziosi all' amico fiorentino: "Bene vi prieglio potendomi fare utile et honore con aconcio di voi, lo vogliate fare che a voi medesimi dovete riputare farllo" (25 ott. 1435).
Dopo il ritorno in patria, il C. non si distinse in attività politiche. Tranne l'unica sua estrazione per il priorato (luglioagosto 1464), quando era già più che settantenne, non sembra aver ricoperto nessuna altra carica governativa.
Il C. si sposò per la prima volta con Antonia di Ruberto di Sozzo de' Bardi nel 1430, ma già nel 1427 aveva due figli illegittimi. Dalla moglie ebbe tre figli, Bernardo, Sandra e Filippo, l'ultimo dei quali ebbe una carriera politica abbastanza importante. Dopo la morte della moglie si risposò con Pierozza Malevolti da Siena.
Il C. morì a Firenze il 12 genn. 1474 e fu sepolto a S. Piero Maggiore il giorno seguente.
Fonti e Bibl.: Le circostanze della vita del C. si possono ricostruire attraverso le carte inedite dell'Archivio di Stato di Firenze. Le sue dichiarazioni agli ufficiali del Catasto, sempre nel gonfalon Chiavi del quartiere di S. Giovanni, chiariscono le sue vicende economiche e familiari: Catasto 57 (portata del 1427), ff. 1181r-1182r; 80, ff. 32v, 65rv (campione del 1427); 385, ff. 978r-98sr (portata del 1431); 419, f. 21v (campione dello stesso anno); 478, f. 842r (portata del 1433); 499, ff. 430r-431v (campione del 1433); 717, ff. 25rv (campione del 1451). I rapporti nel terzo decennio del sec. XV con Rinaldo deglì Albizzi sono illustrati dalle Commissioni di Rinaldo degli Albizzi a cura di C. Guasti, I, Firenze 1867, pp. 409, 415, 432, 438, 457; II, ibid. 1969, pp. 31, 33, 65, 593 s., 599. Varie lettere del C. sono conservate nell'Arch. Mediceo avanti il Principato dell'Arch. di Stato di Firenze: II, 53 (14 nov. 1427); XI, 31 (20 marzo 1437 stì fior.); 111 (25 genn. 1435 st. fior.); 126 (24 marzo 1437 st. fior.); 127 (25 giugno 1437); 172 (2 luglio 1438); 491 (21 sett. 1441); XII, 127 (6 giugno 1435); 133 (12 ott. 1435); 151 (17 ott. 1435); 152 (18 ott. 1435); 162 (25 ott. 1435); 438 (s. d.); XXII, 49 (22 marzo 1466 st. fior.); LXIX, 2 (16 marzo 1438-39); CXXXVIII, 3 (31 luglio 1434). Importanti dati sul C. si possono trovare anche nelle Carte sebregondi dell'Archivio di Stato di Firenze, e nel Poligrafo Gargani, della Biblioteca nazionale di Firenze, s. v.