CONTINO, Giovanni
Nato a Brescia nel 1513, non si hanno notizie dei primi anni della sua vita, né della sua prima educazione musicale.
Fu chierico, e presumibilmente entrò come cantore nella canonica del duomo, frequentandovi la scuola di musica. Essa era l'unica del genere in quel secolo a Brescia, e il C. ebbe probabilmente come primo maestro il sacerdote Battista Lancini: si avvicinò così allo studio dell'armonia e del contrappunto, studio che continuò poi sotto la guida del sacerdote parmigiano Giovanni Maria Lanfranchi da Terenzo, allievo di quel Ludovico Milanese, detto "cavaliere dell'organo", che era in ottimi rapporti di amicizia e di lavoro con musicisti insigni del suo tempo. Questi, che godeva anche di grande fama come contrappuntista e teorico, rimase a Brescia fino al 1540 trasmettendo al C., insieme ad una solida formazione artistica, una preziosa eredità stilistica, che questi a sua volta trasmetterà poi al suo più illustre discepolo Luca Marenzio.
Intorno al 1540 il C. secondo lo Schmidl sarebbe stato alla corte , papale, dove raggiunse molto rapidamente una discreta fama riuscendo ad emergere tra i numerosi compositori stranieri che godevano di grande prestigio. Poi tra il 1541 e il 1551 fu alla corte del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo principe di Trento, al quale dedicherà nel 1560 un libro di mottetti, e che nel periodo in cui in quella città si svolgevano le assemblee del concilio attirava alla sua splendida corte uomini insigni nelle arti e nelle lettere. Il C. fu maestro di cappella del duomo di Trento e vi rimase finché non lo richiamarono in patria la nostalgia e la morte del padre. Tornato a Brescia, fu nominato maestro di cappella della cattedrale nell'anno 1551 per un quinquennio; carica rinnovatagli nel 1556 con maggior salario, a riconoscimento della sua abilità artistica ed assiduità professionale. Non terminò questo secondo periodo di incarico; preferì tornare, dal '58 al '60, alla corte del Madruzzo, per poi accettare nel '61 l'invito fattogli da Guglielmo Gonzaga, duca di Mantova, che gli offrì la direzione della celebre cappella ducale di S. Barbara. Il C. era famoso allora come compositore e come maestro di cappella: aveva pubblicato nel 1560 due libri di mottetti, introiti e graduali (se ne conosce solo il secondo libro); e nello stesso anno le Lamentationes, l'Officium hebdomadae maioris, ed una serie di inni per tutto l'anno. Inoltre, aveva scritto musica profana, madrigali e canzoni da concerto, pubblicate in raccolte, insieme con altri celebri musicisti contemporanei.
Il duca di Mantova aveva mostrato di apprezzare molto le qualità musicali del C. affidandogli la direzione della famosa cappella ducale; ma il maestro forse non rimase pienamente soddisfatto dello sfarzo e degli onori mantovani, tanto che richiese di tornare a Brescia, grazie ad un qualsiasi beneficio ecclesiastico che gli desse i mezzi per vivere. Ottenne così nuovamente il suo vecchio incarico di maestro di musica e di direttore di cappella, per cinque anni, dal novembre del 1565; inoltre offrì i suoi servigi ad una istituenda Accademia degli Occulti, fondata dal letterato Bartolomeo Amigio di Brescia, che aveva bisogno anche di un "capo musica".
Nel novembre dei '66 fu presa contro il C. una grave decisione da parte del capitolo ecclesiastico: fu rimosso dall'incarico di maestro della cappella del duomo, per negligenza nei riguardi dei suoi scolari ("clericos docere non studet" cfr. St. di Brescia, III, p. 914).
Il 2marzo dello stesso anno aveva però ottenuto la nomina di maestro di musica e di chierico nella chiesa di S. Ambrogio, beneficio di cui godette, pare, fino alla morte, registrata nell'archivio della chiesa nel 1574, anno in cui venne annotata la nomina di un suo successore.
Sue notizie si perdono però a partire dal 1569 e forse trascorse dimenticato ed oscuro gli ultimi anni della vita.
Il C. contribuì indubbiamente alla rinascita della musica sacra, perfetto padrone quale fu della composizione polifonica: nei madrigali aveva usato un contrappunto rigoroso e si era valso di un cromatismo medio, servendosi a volte liberamente di alcune dissonanze. Il suo stile si può avvicinare a quello dei Palestrina, e forse altrettanta fama avrebbe avuto presso i posteri se uguale passione che nella composizione egli avesse dimostrato nell'insegnamento, che, secondo l'uso dei tempo, egli esercitò senza mai svelare ai suoi obbedienti discepoli i segreti della composizione. Ciò nonostante è spesso ricordato anche per i suoi illustri allievi, quali Luca Marenzio, Lelio Bertani, Gregorio Turini ed altri valenti musicisti della scuola bresciana del secondo Cinquecento.
Quasi tutte pubblicate a Venezia dall'editore Scotto, tra le sue composizioni si ricordano: Introitus et Haleluia qui in festis solemnibus secundum consuetudineni sacrosantae Romanae Ecclesiae per annum cantatur... cum quinque vocibus, 1560; Modulationum, cum sexvocum: liber primus, 1560; Modulationum, quinquevocum: liber primus, 1560; Modulationuin quinque vocum: liber secundus, 1560; Missarum quatuor vocum, liber primus..., 1561; Threni Ieremiae cum reliquis ad hebdomadae St. Officium pertinentibus... cum quinque vocibus, 1561 e Brescia 1588; Hymni per totum aunum, secundum consuetudinem Romanae Ecclesiae, 1561; Magnificat... liber primus, cum quinque vocibus, Ferrara, Rosso, 1571; Missae cum quinque vocibus..., liber primus, Milano, Ponzio, 1573; Il primo libro di Madrigali a cinque voci, 1560.
Fonti e Bibl.: P. Guerrini, G. C. da Brescia, in Note d'archivio, II (1924), pp. 130 s.; H. Hengel, Luca Marenzio, Firenze 1956, pp. 9 s.; Storia di Brescia, II-III, Brescia 1963-64, ad Ind., vol. V; The British Union Catal. of Early Music, I, London 1957, p. 212; R. Eitner, Bibliographie der Musik, Sammelwerke des XVI. und XVIL Jahrh., Hildesheirn 1963, p. 487; E. Bohn, Biblioer. der Musik, New York 1969, p. 104; Id., Die musikal. Handschriften des XVI. und XVII., Hildesheim 1970, p. 334; Répért. intern. des sources musicales, Einzeldrucke vor 1700, II, pp. 196 s.; E. Vogel-A. Einstein-F. Lesure-C. Sartori, Bibliografia della musica ital. volgare e Profana, I, Pornezia 1977, pp. 402 s.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 186; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 366; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, III, p. 38; Enciclopédie de la musique, I, p. 582; La Musica, Dizionario, I, p. 432; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, II, col. 1643; Enc. della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 164.