CONTARINI, Giovanni
Appartenente a nobile famiglia veneziana, figlio di Marco, del ramo dei Santi Apostoli, fratello di Ruggero, Andrea e Giacomo, nacque a Venezia. Appare possibile far risalire la data della sua nascita tra il 1370 e il 1375 poichè sappiamo sicuramente che egli, nell'aprile 1392, lasciò la città natale per recarsi a studiare presso l'università di Oxford. Qui si trattenne fino al 1398, quando conseguì il dottorato in arti.
Fu quindi per qualche tempo a Londra, per passare nel 1400 a Parigi presso la cui università cominciò a studiare teologia. Mantenne costante corrispondenza con i fratelli, trattando questioni di amministrazione dei beni familiari, argomenti casuali - come i rapporti con altri nobili veneziani o inglesi - e di natura religiosa. Da una lettera del fratello Ruggero, datata 14 dicembre del 106 (cfr. Dalla Santa, p. 44), nella quale si accenna alla "ordenacion" dei C., si può dedurre che egli fosse entrato nello stato ecclesiastico. Poiché, comunque, nella corrispondenza non si fa riferimento a rendite o benefici, si ha ragione di ritenere che il C. fosse ancora mantenuto dalla famiglia.
Il fratello sperava che il C. trovasse una conveniente sistemazione grazie al sostegno del nuovo pontefice di obbedienza romana, Gregorio XII (il veneziano Angelo Correr), eletto il 30 nov. 106. Ed in effetti nel 1408 venne fatto un tentativo di nomina cardinalizia del C., nomina che fu poi differita poiché egli si trovava ancora a Parigi. Nel marzo 1409 il C. conseguì a Parigi la licenza in teologia e poco dopo rientrò a Venezia. Nel frattempo si era aperto il concilio di Pisa nel corso del quale venne eletto un terzo pontefice, il cretese Pietro Filargis, che assunse il nome di Alessandro V. Il doge Michele Steno si schierò dalla sua parte; ma i Contarini continuarono ad aderire al partito filoromano che si manteneva forte a Venezia, guidato dal cardinale Giovanni Dominici.
Gregorio XII premiò la fedeltà mostratagli dalla famiglia nominando il C. al patriarcato latino di Costantinopoli - i cui beni si trovavano a Candia e a Negroponte - il quale era rimasto nell'obbedienza romana. La data dell'elezione è da porsi tra la fine di settembre e i primi di ottobre 1409: in un documento dell'8 ottobre il C. risulta, infatti, già eletto. Il C., che era allora solamente suddiacono, dovette recarsi presso il pontefice per la noniina (avvenuta il 23 ottobre) e si obbligò personalmente al pagamento della tassa curiale.
La fedeltà di Venezia al pontefice pisano rese, però, difficile al C. la titolarità dei patriarcato. Il concilioaveva stabilito che coloro i quali erano stati promossi a benefici ecclesiastici dagli altri due pontefici avrebbero dovuto dimettersi. Dopo una delibera del Senato del 25 ott. 1409 Venezia inviò ambasciatori ad Alessandro V perché confermasse i prelati nominati da Gregorio XII nelle città e località dei propri domini. Alessandro V acconsentì a condizione che gli stessi si dichiarassero per l'obbedienza pisana. Nonostante il tentativo di compromesso fatto dal Senato veneziano, il C., che non abbandonò il pontefice romano, non venne confermato. Il successore di Alessandro V, Giovanni XXIII, conferì il titolo di patriarca di Costantinopofi prima a Francesco Lando (22 ag. 1409) e poi a Giovanni "da Ruppescicca" (13 luglio 1412).
Nel 1414 il C. - che portava ancora il titolo di patriarca eletto - fu inviato da Gregorio XII come nunzio apostolico in Germania per trattare questioni connesse con il concilio di Costanza. Al concilio si recò, poi, l'anno successivo quale membro della legazione, composta anche dal cardinale Giovanni Dominici e da Carlo Malatesta, incaricata di discutere le modalità dell'abdicazione di Gregorio XII. A Costanza prese parte attiva ai lavori conciliari: nel 1416 ricevette l'incarico di occuparsi della lotta alle correnti ereticali diffusesi in Europa e successivamente di raccogliere le testimonianze per il processo contro il papa avignonese Benedetto XIII.
Dopo la conclusione del concilio, il nuovo papa, Martino V, volendo comporre le situazioni dovute alle diverse obbedienze, gli concesse, il 18 apr. 1418, l'amministrazione della chiesa di Cittanova sull'Estuario (Iesolo), assegnandogli la pensione annua di 100 ducati sui redditi dei vescovato di Torcello (il C. tenne tale amministrazione fino al 1427). Il pontefice, inoltre, sanò il problema della doppia obbedienza di Costantinopoli: il 17 luglio 1422 trasferì il C. al patriarcato latino di Alessandria - rifiutandogli l'abbazia di S. Pietro di Rosazzo per la quale si era presentato candidato - e confermò a Costantinopoli Giovanni "da Ruppescicca".
Il C. dovette, comunque, continuare ad avere difficoltà nella riscossione delle proprie rendite se il Senato veneto più volte, tra il 1419 e il 1423, deliberò di concedergli alcune somme. Quando, poi, Giovanni "da Ruppescicca" fu promosso al vescovato di Rouen, il C. venne di nuovo trasferito al patriarcato latino di Costantinopoli (14 luglio 1424). Tuttavia non era ancora sanata la questione della titolarità delle rendite patriarcali. Il pontefice ritardò la consegna della bolla di nomina del C. - nonostante le sollecitazioni del Senato veneziano (come quella del 18 maggio 1425) -, poiché intendeva riservare - così risultava al Senato - le rendite a Francesco Lando, già nominato patriarca da Giovanni XXIII.
La morte del Lando - avvenuta il 26 dic. 1427 - dovette risolvere il problema. Il C., comunque, non prese possesso del patriarcato, limitandosi a inviare, dopo la morte del Lando, propri vicari a Negroponte: nel 1428 l'arcivescovo di Tebe, nel 1429 Andrea Doria, vescovo di Andro, e successivamente il vescovo di Trebisonda, Gregorio. Alla fine del 1430 il C. era in procinto di partire per Negroponte, ma il Senato veneziano il 9 ottobre deliberò che gli fosse consentito di rinviare il viaggio alla primavera successiva. Negli anni seguenti, come risulta dalla sua corrispondenza (cfr. Dalla Santa), il C. fu a Roma, Bobolenta, Chioggia e Venezia.
A Venezia morì nel 1451 nel monastero di S. Giorgio Maggiore, ove fu sepolto.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, S. Giorgio Maggiore, b. 174, processo 738; Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. Ital., VII, 15 (= 8304): G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio veneto, I, c. 287v; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, IV, Venezia 1834, pp. 260, 315; G. Dalla Santa, Uomini e fatti dell'ultimo Trecento..., in Nuovo Arch. veneto, n. s., XXXII (1916), pp. 5-105 passim;A. Luttrell, G. C., a Venetian ar Oxford: 1392-1399, in Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, XXIX (1966), pp. 424-432; C. Piana-C. Cenci, Promozioni agli ordini sacri a Bologna e alle dignità ecclesiastiche nel Veneto nei secc. XIV-XV, Quaracchi-Florentiae 1968, p. 372; G. Fedalto, La Chiesa latina in Oriente, II, Hierarchia Latina Orientis, Verona 1976, pp. 89-93; Id., Il grande scisma d'Occidente e l'isola di Creta (1378-1417), in Pepragmena tu d' diethnus kritologiku synedriu (Atti dei IV Congresso di studi cretesi), II, Athine 1981, pp. 92-102; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., XIII, coll. 784 s.; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, pp. 206 s.