CONTARINI, Giovanni
Pittore veneziano. Nacque nel 1549, morì intorno al 1603 (non nel 1605, come vuole il Ridolfi). Giunse all'arte, per consiglio del Vittoria, dopo aver fatto il notaio, e vi si distinse, fra i manieristi, per una certa devozione a Tiziano. È certo erroneo che sia stato discepolo del Malombra, di cui fu solo compagno. Nel 1597 è inscritto nei libri della Fraglia dei pittori, dove figura sino al 1600; ma nel 1579 lasciò la patria per seguire Rodolfo II nelle sue capitali di Praga e di Innsbruck. L'opera sua più notevole, benché oscuratissima, è, in Venezia, la vòlta della chiesa di S. Francesco di Paola; in Palazzo Ducale gli spettano la Madonna venerata dal Doge Marino Grimani (eletto nel 1595) e la Riconquista di Verona; ai Frari si vede di lui la pala di Sant'Ambrogio. L'Apollo citaredo, citato con tanta lode dal Ridolfi in casa Barbarigo, si può forse riconoscere in quello oggì nella raccolta Querini Stampalia (stanza IV, n. 7, come Davide). Sono sue le portelle d'organo di S. Canciano, il Sacrificio d'Abramo e Adamo ed Eva della raccolta Querini Stampalia, e la tarda pala dei Ss. Apostoli, con la Nascita della Vergine. Nel Veneto si ricordi quella di Santa Giustina a Serravalle, donde proviene anche il San Gerolamo di Brera (n. 112).
Bibl.: Hadeln, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VII, Lipsia 1912; C. Ridolfi, Le meraviglie dell'arte, ed. D. v. Hadeln, II, Berlino 1924.