CIOTTA (de), Giovanni
Nacque a Fiume il 24 apr. 1824 da Lorenzo, ricco commerciante, e da Luisa Adamich, figlia dell'industriale e politico Andrea Lodovico. Compì gli studi nel locale ginnasio di lingua italiana, quindi frequentò con profitto l'Accademia militare di Vienna, uscendone ufficiale del genio. Come tale partecipò alla campagna in Italia nel 184849, fu di guarnigione a Verona e a Venezia dove strinse amicizia con Massimiliano de Starneck, ammiraglio della flotta austriaca, e con Hadik, maggiordomo dell'arciduca Massimiliano d'Asburgo. Raggiunto il grado di maggiore, dogo la guerra del '59 aveva dato le dimissioni e si era stabilito a Fiume, per dedicarsi alla professione d'ingegnere e prendere parte alla vita pubblica. Una nota della polizia di Stato del 1861 lo diceva "esaltato fautore del partito ungherese, nemico dell'attuale regime; colto, elegante, non esita ad esporre liberamente le sue vedute".
Divenuto genero di Iginio Scarpa, fu eletto consigliere comunale e si occupò del problema ferroviario pubblicando lo studio su Fiume und seine Eisenbahnfrage (1864) e sostenne fermamente il diritto all'autonomia del comune, che poteva essere salvaguardato solo con il distacco dalla Croazia (che nel '48 l'aveva occupato) e la sua restituzione all'Ungheria. In un primo tempo invero egli si era illuso di poter contribuire alla pacificazione ungarocroata e si era fatto eleggere deputato alla Dieta di Zagabria (8 luglio 1865) in contrasto col programma astensionistico sostenuto dalla maggioranza. Poi però, all'inizio dei '67, si era dimesso per rendere possibile un allineamento di tutti e quattro i deputati alla Dieta e, dopo la conclusione dell'accordo di compromesso (1867), ne aveva sostenuto gli sforzi per allontanare da Fiume ogni residua ingerenza croata; era rimasto peraltro escluso per un solo voto dalla deputazione fiumana a Pest eletta il 18 ott. 1868, che risultò composta tutta da seguaci del gruppo democratico capeggiato da Gasparo Matcovich.
Solo dopo lo scioglimento del Consiglio municipale (dicembre 1868), i comitati elettorali democratico e liberale si fusero, ponendo fine con un atto di concordia alle polemiche degli ultimi anni: il 22 genn. 1869 venne eletta la nuova rappresentanza (il C. ebbe trecentoventi voti) che subito formulò un voto perché si giungesse sollecitamente alla soluzione definitiva della questione di Fiume e della sua autonomia.
Sciolta nel frattempo anche la Camera dei deputati ungherese, il C. si presentò candidato, promettendo d'adeguarsi alla linea politica del Deák, ma soprattutto di propugnare la più larga autonomia della sua città e di difendeme gli interessi con particolare riguardo alle comunicazioni ferroviarie. Il 23 marzo 1869 venne eletto deputato, con una schiacciante votazione sull'avversario Vukovich. Fin dal 20 maggio egli presentò alla Camera un'interpellanza per sollecitare la soluzione della questione ferroviaria; allacciata alla Vienna-Trieste la linea Sisek-Zagabria, l'economia fiumana era minacciata dalla concorrenza triestina. Perciò le insistenze dei ceti commerciali l'e. industriali dì Fiume, rappresentati dal C. e dal Matcovich, miravano al completamento della ferrovia Fiume-Budapest, che il governo ungherese provvide ad attuare negli anni 1872-74.
Il C., popolare in città anche per l'opera svolta nel`66 a favore dei colerosi, eletto nel '68 vicepresidente della Camera di commercio, nel 1871, mentre era in discussione il progetto del nuovo statuto cittadino, venne eletto pure podestà di Fiume, ufficio che egli terrà ininterrottamente fino al '96. Dedicò tutto se stesso, come aveva promesso all'atto del suo insediamento, al progresso materiale e morale di Fiume nell'ambito della, Corona ungarica, in cui riponeva ampia fiducia di saper rispettare l'autonomia comunale. Uomo di vasta esperienza, godeva di considerazione da parte degli, uomini del governo, e di questa si valse per poter attuare numerosi e importanti progetti senza dissestare il bilancio. Il comune poté realizzare la costruzione dell'acquedotto, che poi prese il nome del C.; il nuovo monumentale teatro Comunale (inaugurato il 3 ott. 1885); la regolazione del viale di circonvallazione, la lastricatura e canalizzazione di vie e di piazze; l'qcquisto e l'apertura di giardini pubblici; la costruzione di grandi scuole elementari e dei mercati coperti. Nel contempo il governo provvide all'apertura della linea ferroviaria Karlovac-Fiume (1873) e alla sistemazione del nuovo porto, con notevole onere finanziario specie nel decennio 1881-90.
Il C. ebbe larga parte nel finanziamento dello Stabilimento tecnico fiumano, diretto da R. Whitehead, dove ebbero luogo i primi esperimenti di G. Luppis sulla torpedine (1864). Per merito suo, dall'accordo fra i due sperimentatori, ebbe inizio con l'appoggio governativo la produzione industriale, con la nascita del Silurificio fiumano, destinato a forte sviluppo.
In ogni occasione il C. fu geloso sostenitore dell'autonomia comunale, non esitando nell'84 a dimettersi per una questione annonaria (introduzione nel comune di cacciagione dall'isola di Veglia). Fu rieletto e poco dopo proclamato cittadino onorario. Durante l'epidemia di colera dell'86 si prodigò per alleviare le sofferenze dei colpiti, visitando con coraggio le case dei più poveri. Lo zelo dimostrato in tale occasione gli valse la commenda dell'Ordine di S. Stefano e dal re d'Italia quella dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Filantropo e uomo di cultura, il C. confidava nei liberali ungheresi memori dell'insegnamento di Kossuth e di Deák. Ma nel `96 il governo Bánffy diede inizio a una politica di centralizzazione, compressiva delle autonomie locali. Incominciarono i conflitti di competenza e le pressioni governative, che portarono dapprima alle dimissioni del governatore di Fiume e del Litorale, L. Batthyány, ed il 30 ottobre alla dimissioni da podestà del Ciotta.
I primi commenti rilevavano come le dimissioni, presentate per motivi di salute, dovevano attribuirsi al fallimento dell'azione recentemente svolta dal C. per ottenere che il governo di Budapest non venisse meno ai patti su cui era fondata l'unione di Fiume, all'Ungheria.
Mentre egli si ritirava nella villa Scarpa di Laurana, eredità della moglie, venne prevalendo a Fiume un partito più combattivo nei confronti del governo, fautore dell'autonomia, capeggiato da M. Maylender. Fin dal ritiro del C., il Consiglio comunale, rivolgendogli un messaggio di ringraziamento, decise di intitolargli una via cittadina. Grande fu poi il cordoglio quando, dopo un periodo di ritiro a vita privata, il C. morì a Laurana il 6 nov. 1903.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Bilancia (Fiume), 7 nov. 1903; E. Mohovich, Fiume negli anni 1867 e 1868, Fiume 1869, passim; Raccolta dei brindisi fatti al banchetto offerto dagli elettori di Fiume al loro deputato G. de C. il giorno 2 apr. 1869, Fiume 1869; A G. C. podestà della libera terra di Fiume il giorno in cui prestava giuramento solenne, i rappresentanti, Fiume 1871; V. Tomsich, Notizie storiche sulla città di Fiume, Fiume 1886, pp. 480 ss.; G. Kobler, Mem. per la st. d. liburnica città di Fiume, Fiume 1896, p. 432; Rapporto della commissione per la nuova nomenclatura delle vie, Fiume 1916 (contiene parte della solenne commemorazione del podestà F. Vio); S. Gigante, Storia del Comune di Fiume, Firenze 1928, pp. 112-16; L. M. Torcoletti, Fiume ed i Paesi limitrofi, Rapallo 1954, pp. 64, 165, 168, 230 s., 254 ss.; E. Schiavoni, Un elenco di sospetti politici del 1862, in Fiume (Roma), IV (1956), 1-2, p. 111; A. Depoli, Il distacco di Fiume dalla Croazia (1867-69), ibid., VIII (1960), 3-4, pp. 104 s.; IX(1961), 1-2, pp. 70 s., 81-85, 90 ss.; A. Luksich-Jamini. Appunti per una storia di Fiume dal 1896 al 1914, ibid., XIV(1968), pp. I s.; Id., Contributi alla storia di Fiume (1861-67), ibid., XVIII (1972), pp. 36 ss., 46; S. Samani, Dizionario biografico fiumano, Venezia 1975, pp. 47 ss.