CESARINI, Giovanni
Nacque a Roma nella prima metà del sec. XV da Giacomo. Compì studi giuridici, e l'orazione da lui recitata quando conseguì la laurea è conservata nel cod. 121 (cc. 167-69) della Biblioteca Classense di Ravenna; abbracciata la carriera ecclesiastica, divenne in epoca imprecisata canonico di S. Pietro, uditore di Rota, cappellano papale e uditore di Camera.
Il 31 luglio 1462 Pio II commise al C. la causa d'appello per la lite che opponeva, tale Richard Wyly, prete, a Gilberto Forster, già arcidiacono della diocesi di Brechin in Scozia; nel 1463 gli affidò una missione di ben altra importanza, l'unica in fondo per la quale lo si ricorda. Mentre in Curia arrivava l'ultimo dei numerosi ambasciatori bretoni al papa, il C., con lettere di passo del 31 maggio, che lo definivano nunzio e oratore "ad diversas mundi partes et precipue ducatus Britannie" (Arch. Segr. Vaticano, Reg. Vat. 509, c. 48v), partiva per la Bretagna.
Era allora duca di Bretagna Francesco II, i cui contrasti con i vescovi bretoni, che rivendicavano un'autonomia totale nei confronti del potere laico, coinvolgevano i suoi rapporti con il re di Francia e con il papa, mentre, d'altra parte, l'atteggiamento di questi ultimi nei confronti del duca rifletteva lo stato delle loro reciproche relazioni. Alla partenza del C., pochi giorni dopo la promulgazione della prima di quelle ordinanze di Luigi XI che ristabilivano le principali disposizioni della Prammatica, i rapporti fra costui e il papa si erano deteriorati e il C. era veramente messaggero di pace, poiché il pontefice non desiderava che porre fine alla situazione che vedeva il vescovo di Nantes escluso dalla sua diocesi, mentre l'interdetto incombeva sulla città.
La missione del C. non si svolse de plano, poiché a metà settembre l'ambasciatore milanese in Francia scriveva al duca di Milano che il C. era stato fatto arrestare dal re di Francia e che gli erano state tolte le lettere che recava con sé. Da questo arresto furono ulteriormente deteriorate le relazioni fra il papa, esacerbato per l'atto irriverente nei suoi confronti, e il re, che si diceva offeso da alcune espressioni per lui ingiuriose, che si sarebbero trovate nelle lettere sequestrate. La detenzione del nunzio fu di breve durata e il 5 ottobre egli si incontrava ad Avigliana con altri due oratori inviati dal papa, i quali lo ricondussero a Lione, da dove egli doveva recarsi in Bretagna per compiere la sua missione.
Anche da Paolo II, successo nel 1464 a Pio II, il C. fu tenuto in buona considerazione e secondo Gaspare da Verona "unice amatum".
Al C., che era rettore plebano della chiesa di S. Michele di Montecuccoli, nella diocesi di Firenze, nel 1467 il papa concedeva di poter godere contemporaneamente di più pensioni e nel 1468 di un'altra prebenda per cui egli era in lite con un altro pretendente. Il 29 genn. 1471 inoltre gli assegnava una rendita annua di 100 ducati sulle entrate di cui godeva il monastero dei celestini ad Avignone.
Il C. morì probabilmente nel 1478, quando fu sostituito come uditore di Camera da Luigi Toscano.
Il C. (che probabilmente non è da identificare con il Cesarini che ebbe in dono due arazzi dal futuro Paolo II) ebbe anche il merito di proteggere e di aiutare Michele Canensi, l'autore di una vita di Paolo II, e M. A. Altieri (Li nuptiali, a cura di E. Narducci, Roma 1873 pp. 11, 13).
Fonti e Bibl.: V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Roma, VI, Roma 1875, p. 42; Calendar of the entries in the papal registers relating to Great Britain... Papal letters, XI, a cura di J. A. Twemlow, London 1921, pp. 455 s.; Le vite di Paolo II,di Gaspare da Verona..., in Rerum Ital. Script., 2 ediz., III, 16, a cura di G. Zippel, pp. XIX, 64, 86; B. Mandrot, Dépêches des ambassadeurs milanais ..., I, Paris 1916, pp. 304, 308, 310-14; B. A. Pocquet du Haut Jusse, Les papes et les ducs de Bretagne, II, Paris 1928, pp. 822 s.; C. Mazzatinti, Inv. dei mss. delle Bibl. d'Italia, IV, p. 176; P. Litta, Le fam. celebri ital., II, s. v. Cesarini di Roma.