CERESINI, Giovanni
Figlio di mastro Donino e di Isabetta Salarini, secondo G. Vecchi sarebbe nato a Cesena il 1ºmaggio 1584 e morto a Ferrara verso il 1659, anno a cui risale anche il manoscritto delle ultime messe. Fece parte dell'Ordine dei canonici regolari lateranensi di S. Croce. Divenuto prete secolare, si dedicò alla musica ed agli studi a Bologna. Nel 1612 lo si ritrova con un impegno nel duomo di Ferrara dove diviene maestro di cappella dell'Accademia della morte, posto che occupò tra il 1612 e il 1621. Alcune fonti lo ritengono presso l'Accademia ancora nel 1627; la versione più probabile sembra essere che in seguito alla nomina nel duomo nel 1612 sia divenuto anche maestro di cappella dell'Accademia. A riprova di questa prima data certa si legge il nome del C. nel Catalogo dei maestri di cappella ... ; per l'anno 1612 è citato infatti "il R.do Sig. d. Giovanni Cersini [la nota corregge con Ceresini] da Cesena, Mensionario della sud.a Chatadralle. È preceduto nel 1609 dal Sig. Fortunio Pecceni[ni] Ferrarese, (et anche della Chatadralle di Ferrara) e seguito nel 1621 appunto dal Sig. Giovanni Battista Bruneti da Sabioneta". Questa data 1621 rafforza l'opinione della durata della carica del C. presso l'Accademia nel periodo 1612-21. Il suo nome non ricompare più nel Catalogo dell'Accademia, che conobbe fino ai primi anni del 1700 momenti di grande splendore.
Nel 1632 il C. chiese la carica di maestro di cappella presso il duomo di Cesena, richiesta che non venne accolta e così il 1659, probabile anno della morte, lo ritrova ancora presso il duomo di Ferrara. È noto inoltre che fece parte anche dell'Accademia degli Eterei di Cesena, dettovi "il costante".
Della produzione del C., si conoscono le opere stampate ed alcuni manoscritti, tra cui, tra le composizioni pubblicate: Il 1º Libro de' Madrigali a 4 voci, op. I, Venezia 1607, che consta di ventuno madrigali. Questa prima opera ancora scritta nella tecnica polifonica dello stile del madrigale "dedicato al sig. Francesco Timolini, canonico di Cesena, & Protettore de gl'Eterei Academici..." è indicata come "primo parto del debole ingegno mio". Segue Il 1ºLibro de' Mottetti da 1 a 6 voci / 1.2.3.4.5.6. / con il basso continuo (B. c.) dell'autore per l'organo, op. II,Venezia 1617. Già da questa seconda opera del 1617, la prima nel genere del mottetto, si mostra il nuovo stile in concerto con il basso continuo per l'organo. Tale opera porta la dedica al cardinale Michelangelo Tonti, vescovo di Cesena; la dedicatoria lascia presumere un senso di gratitudine che si rileva anche nelle dediche delle altre opere, ed anche forse un modo per facilitare il desiderato ritorno a Cesena. Dal testo della dedica appare che il C. dovette forse competere in gara artistica con un altro ignoto musicista che si vantava di far cose meravigliose senza poi corrispondere coi fatti alle proprie "millanterie". Dal commento al testo conservato nella Biblioteca del conservatorio di Bologna risulta che forse questo competitore del C. fosse anch'egli di Cesena e lì dimorasse. Coi soliti accenti di modestia si legge nella dedica: "...tuttavia la povertà del mio ingegno non lascia trascorrer la parola, dove non possono sperar di giungere gli effetti..."; ad essa fa seguito Messa e Salmi a 5 voci in concerto con il b. c. per l'organo, op. III,Venetia 1618 (ristampa, Venezia 1623).
Come l'op. II dei mottetti, anche le opere successive, le messe i salmi e i nuovi mottetti e madrigali, sono scritte in stile concertante. In tutte queste opere appare una "buona capacità inventiva" ed "un sicuro tono drammatico" raggiunto sia con l'interpretazione delle parole ispirata al sentimento, sia attraverso il confronto ritmico dei diversi gruppi" (Vecchi). Nel suddetto stile si ricorda: Madrigali concertati a 2-3 e 4 voci, con il B. c., op. IV (Venezia 1627). La data 1627 di composizione e di stampa di questa opera e l'appartenenza del C. in quell'anno ancora all'Accademia di Ferrara fanno pensare ad una continuità della sua carica oltre il 1621. L'opera comprende ventuno composizioni. Infine, Motetti Concertati e Letanie della B. V. a 2-3 o 4 voci, op. V (Venezia 1638). Sono note anche due opere manoscritte conservate nel duomo di Ferrara: Psalmi ad usum Cathedralis Ecclesiae a 4 voci del 1658 e Misse ad usum Cathedralis Ferrariensis Ecclesiae, a quattro voci del 1659.
Fonti e Bibl.: Ferrara, Bibl. comunale Ariostea, ms. CI. I., n. 22 [sec. XVII]: C. Antonelli, Catalogo dei maestri di cappella dell'Accademia della Morte dal 1594 al-1683, carte non num.; Cesena, Bibl. comunale Malatestiana,ms. 164 [sec. XVIII]: D.De Vincentiis, Illustrium Scriptorum Sive Elogia Virorum qui Caesenam illustrarunt, c. 136; Ibid., ms. 18:N. Trovanelli, Spigolature battesimali e necrol., c. 2; A. Cavicchi, Contr. alla biogr. di A. Corelli, in Ferrara, Riv. del comme, n. s., I (1962), 2, pp. 3-6; G. Vecchi, G. C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV, Supplement, Kassel 1973, coll. 1402 s.; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vokalmusik Italiens (1500-1700), I, Berlin 1892, p. 162; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, p.237; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, II, p. 392; C.Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 320; Grove's Dict. of Music and Musicians, II, p. 140; Encyclopédie de la Musique Fasquelle, Paris 1958, p. 504; La Musica. Diz., I, p. 380; Encicl. della Musica Rizzoli Ricordi, II, p. 281.