CONCIALINI, Giovanni Carlo
Nacque a Siena probabilmente nel 1742: il Gerber (Neues Lexikon, p.787) afferma infatti che morì il 25 ott. 1812 in età di 70 anni e tre mesi. Non si sa dove abbia studiato; secondo F. Habock (Die Kastraten..., p. 124) il sopranista C. compì parte dei suoi studi a Vienna. Il 1° nov. 1761 venne ingaggiato per cantare sulla scena di Monaco, dove debuttò nel ruolo di Sebaste nel Temistocle diA. Bernasconi. Fece parte del teatro di Monaco fino al 1765: in quell'anno ottenne grande successo, accanto a Regina Mingotti, nella Semiramide di Bernasconi, rappresentata in occasione delle nozze della principessa Maria Giuseppa con il futuro imperatore Giuseppe II. Il C. era tuttavia rientrato in Italia nel 1763, per cantare al teatro Nuovo di Padova, e al teatro S. Salvatore di Venezia per la fiera dell'Ascensione nell'Alessandro nell'Indie di A. Sacchini.
Nel 1765 dovette abbandonare Monaco di nascosto, lasciando dietro di sé una gran quantità di debiti; ma nello stesso anno fu ingaggiato dal conte Cataneo a Venezia per cantare a Berlino, con uno stipendio di 3.000 talleri annui. Il C. giunse a Berlino in maggio, e debuttò in teatro il 16 luglio nell'Achille in Sciro di J. F. Agricola con grande successo; da allora rimase in servizio alla corte di Prussia fino al 1796, come primo sopranista, diventando in breve tempo il beniamino del pubblico dell'Opera italiana. Nel periodo 1766-1786 le opere da rappresentare a Berlino venivano scelte personalmente dal re Federico il Grande, che talvolta decideva anche la distribuzione dei ruoli: il repertorio affrontato dal C. era costituito quindi quasi esclusivamente di opere di C. H. Graun e J. A. Hasse, i compositori preferiti dal re. Particolarmente splendidi furono per il C. gli anni 1771-1774, in cui ebbe a fianco sulla scena berlinese Elizabeth Schmeling Mara.
Il C. era membro della loggia massonica detta "Royal York de l'amitié": anche in questo ambito dimostrò il suo talento di musicista assumendo la direzione, dal 1781, di un concerto di beneficenza, che ebbe subito grande seguito e godette della protezione della famiglia reale. Per i suoi confratelli massoni il C. scrisse anche dei canti: il suo nome figura infatti nella raccolta Auswahl von Maurer Gesängen mit Melodien der vorzüglichsten Componisten... gesammelt und herausgegeben von J. M. Boheim, Berlin 1798-99. Oltre che alle rappresentazioni dell'Opera italiana il C. cantò anche nei Concerts spirituels organizzati da J. F. Reichardt: nell'aprile 1783 prese parte all'esecuzione del Miserere diG. Sarti e di una Passione di J. F. Reichardt; nel marzo-aprile dell'anno successivo cantò nel Miserere di L. Leo e F. Bertoni e ancora nella Passione di Reichardt; nei medesimi concerti il C. eseguì anche arie di Reichardt, G. Gazzaniga, G. Sarti, A. Sacchini. Inoltre il C. dirigeva i concerti e le rappresentazioni del piccolo teatro della contessa di Lichtenau.
Il 19 maggio 1786 fu tra i protagonisti di un avvenimento importante nella vita musicale di Berlino: l'esecuzione del Messia di G. F. Handel nel duomo. L'anno successivo, approfittando probabilmente di un periodo di inattività dell'Opera italiana di Berlino, a causa dei lavori di ricostruzione del teatro dell'Opera, il C. ottenne il permesso di recarsi in Italia: l'11 giugno cantò al teatro Nuovo di Padova nell'Artaserse diF. Bianchi, nel ruolo di Arbace, e fu particolarmente ammirato nell'aria "Per quel paterno amplesso". Tuttavia i giudizi sulla sua interpretazione non furono unanimi: mentre un cronista lo paragonò a G. Guadagni, un altro, pur riconoscendogli bella voce e scienza musicale, lo giudicò carente nell'espressione e nell'azione (cfr. B. Brunelli, pp. 207 ss.). Rientrato a Berlino, il C. cantò l'11 genn. 1788 nell'Andromeda di Reichardt, con cui si inaugurava il nuovo teatro, e il 31 gennaio nell'Orfeo di Bertoni; negli anni successivi cantò nella Medea in Colchide diJ. G. Naumann (1788 e 1789), nel Protesilao di Reichardt e Naumann (1789), nell'oratorio Giobbe di K. Ditters von Dittersdorf (5 ag. 1789), nel Brenno di Reichardt (1789 e 1790), nel Ritorno di Ulisse di F. Alessandri (1790 e 1791), nel Dario di Alessandri (1791 e 1792), nell'Olimpiade di Reichardt (1791), nell'Enea nel Lazio di V. Righini (1793, 1794, 1795), nel Protesilao di Naumann (1793), nel Trionfo d'Arianna di Righini (1793 e 1794).
Nel 1796 il C. fu tuttavia inaspettatamente collocato a riposo, e con una pensione, 600 talleri, notevolmente inferiore al suo precedente alto stipendio (4.000 talleri); l'atteggiamento del re e della corte nei suoi confronti mutò improvvisamente dall'adulazione al disprezzo, e il cantante dovette ritirarsi nella villa che il re Federico Guglielmo II, in anni più fortunati, gli aveva fatto costruire a Charlottenburg. La causa della disgrazia del C. si deve ricercare nel guastarsi dei suoi rapporti con l'allora onnipotente contessa di Lichtenau: questa, durante un viaggio in Italia nel 1795, aveva fatto visita a Siena ai parenti del C., ed era venuta a conoscenza di lettere in cui il cantante si dimostrava particolarmente ingrato verso di lei.
Il C. morì nell'ottobre (secondo Gerber il 25; secondo l'Allgemeine musikalische Zeitung il28) del 1812 a Muskau nell'Oberlausitz, nel castello del conte von Pückler, in cui si era recato per sfuggire ai disordini della guerra.
La voce del C. era caratterizzata da una perfetta intonazione, grande leggerezza è agilità, e straordinaria estensione (cantava anche in tarda età fino al mi5); la dolcezza del timbro lo rendeva particolarmente adatto all'interpretazione di scene delicate e tenere. Charles Burney, che lo udì nel 1772, notò che la sua voce era debole, ma estremamente dolce, e la sua maniera di cantare delicata e toccante (p. 98).
Durante la lunga permanenza all'Opera italiana di Berlino, il C. formò anche alcuni allievi: il sopranista Raffaele Tombolini e il basso R. Franz.
Un nipote del C., Michele, nato a Siena verso la fine del Settecento, fu dal 1833 maestro di cappella del duomo di Siena. Fu autore di molte composizioni di musica sacra conservate manoscritte nell'Archivio del duomo di Siena. Morì verso il 1850.
Bibl.: C. F. Cramer, in Magazin der Musik (Hamburg; cfr. rist. anastatica Hildesheim-New York 1971, I (1783), p. 606; III (1784), pp. 64 s., 75, 79, 133, 146, 148, 150, 152, 156, 158, 161; IV (1786), p. 975; C. Burney, The Present State of Music in Germany, the Netherlands, and United Provinces, London 1773, II, p. 98; G. B. Mancini, Rifless. pratiche sul canto figurato, Milano 1777, p. 41; Allgemeine musikal. Zeitung, XIV (1812), col. 802; K. Ditters von Dittersdorf, Lebensbeschreibung [1801], Regensburg 1940, p. 231; C. Gervasoni, Nuova teoria di musica..., Parma 1812, pp. 120 s.; L. Schneider, Geschichte der Oper und des königl. Opernhauses in Berlin, Berlin 1852, pp. 153 s., 156, 161, 167, 176, 180, 182, 193, 198 ss., 218, 229, 231, 235, 252, 266-69, 273 s.; Beilagen zur Gesch. der Oper in Berlin (app. del vol. prec.), pp. 68, 75, 80, 83, 94, 121; F. M. Rudhart, Gesch. der Oper am Hofe zu München, I, Die italienische Oper von 1654-1787, Freising 1865, pp. 147 s.; R. Morrocchi, La musica in Siena, Siena 1886, pp. 120 (per il C.), 128 (per Michele), T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento, Venezia 1897, p. 244; B. Brunelli, I teatri di Padova dalle origini alla fine del secolo XIX, Padova 1921, pp. 207 ss., 211; F. Häbock, Die Kastraten und ihre Gesangskunst, Berlin-Leipzig 1927, pp. 12, 123 s., 428, 431 s.; O. Schrenk, Berlin und die Musik. Zweihundert Jahre Musikleben einer Stadt, Berlin 1940, pp. 10, 25, 32 s., 42; H. Bolongaro-Crevenna, L'Arpa fèstante. Die Münchner Oper..., München 1963, pp. 89, 163, 238; Répertoire internationale des sources musicales, Recueils imprimés. XVIII siècle, p. 111; E. L. Gerber, Neues Historisch-biographisches Lex. der Tonkünstler (1812-1814), a cura di O. Wessely, Graz 1966, 1, pp. 767 s.; IV, p. 787; Ergänzungen-Berichrigungen-Nachträge, ibid. 1969, p. 253; Id., Historisch-biograph. Lexikon der Tonkünstler (1790-92), a cura di O. Wessely, ibid. 1977, coll. 294-295; A. Choron-F. Fayolle, Dict. historique des musiciens, I, Paris 1810, p. 155; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, II, p. 346; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 362; Enc. d. Spett., III, col. 1310.