ALIBERTI, Giovanni Carlo
Di Giov. Carlo Aliberti, pittore e decoratore, nato in Asti il 5 marzo 1662 ed ivi morto circa il 1740, s'ignora la formazione artistica. Forse, come altri Piemontesi del tempo, studiò a Roma e vi fece suoi, a detta del Lanzi, i modi della scuola bolognese e di quella del Maratta. Fu ad ogni modo un pittore di carattere e valore regionale, che senza novità coltivò la pittura decorativa in Asti, Cuneo, Alessandria Cherasco e Pavia. Poiché parte dell'opera dell'Aliberti è andata perduta, ricordiamo solo quanto rimane. In Asti, una Gloria nella ex-chiesa del Monastero del Gesù; un S. Agostino battezzante nella soppressa chiesa omonima; un Paradiso nella cupola, e la pala, con le figure della decorazione, nella cappella del B. Aless. Sauli in S. Martino. In Cuneo, una Gloria e le figure della decorazione in S. Chiara; in Alessandria le Storie della Vergine nella cappella di S. Giuseppe in Duomo; in Cherasco una Gloria e due Storie di S. Gregorio nella chiesa omonima.
Incerte sono le notizie sul figlio Giuseppe Amedeo (del quale appare talora alterato il prenome), scultore e incisore, più noto come Abate Aliberti. Nacque in Asti nel 1710 e studiò poi a Roma, godendo di una pensione del re di Sardegna, che gli fu tolta o sospesa quando subì un'aggressione, tornando da Rieti in allegra compagnia. Pare che nel 1734 eseguisse in Bologna un ritratto di Carlo Emanuele III e che due anni dopo l'offrisse in Torino al re; che nel 1739 fosse di nuovo, come pensionato, a Roma e di là fosse chiamato a Torino per lavorare agli ordini dell'architetto Benedetto Alfieri; e quivi morì nel 1772. Ma dell'Aliberti si ricorda oggi soltanto una Santa famiglia nel Carmine di Torino, e una Raccolta di componimenti poetici da lui adornata di incisioni, per le nozze di re Vittorio Amedeo con Maria Antonia Ferdinanda di Borbone (Roma, De Rossi 1751). Altro figlio di G. C. fu Carlo Filippo, architetto civile e teatrale, scolaro di Ferd. Bibbiena in Bologna, perfezionatosi a Roma, operante quindi in Piemonte, ove morì nel 1777.
Bibl.: Durando di Villa, in Regolamenti della R. Accad. di pittura e scultura di Torino, Torino 1778, p. 54; Della Valle, nelle aggiunte alle Vite di G. Vasari, XI, Siena 1794, p. 36 segg.; L. Lanzi, Storia pittorica dell'Italia, VI, Firenze 1822, p. 325; G. Claretta, I Reali di Savoia munifici fautori delle arti, Torino 1893 (per quanto il Cl. faccia confusione di nomi, sembra che i fatti da lui registrati debbano, almeno per le date, riferirsi tutti quanti all'Abate Aliberti; ed è sicuro che il Gian Giacomo A., di cui anche il Künstler-Lexikon del Thieme-Becker fa un artista a parte, altri non sia che Giuseppe Amedeo); G. Taricchi, Dei dipinti di G. A. nella città di Cherasco, Urbino 1878; Ch. Le Blanc, Man. de l'amateur d'estampes, I, Parigi s. a., p. 22; A. Bonino, in Boll. della Soc. storica subalpina, 1929.