CAPRANESI, Giovanni
Figlio di Cesare e Maria Tarabini, nacque a Roma nel 1852. La famiglia, imparentata con Giacomo Della Chiesa - il futuro papa Benedetto XV - e con il cardinale Iacobini, aveva una notevole tradizione umanistica e di cultura archeologica. Avviato agli studi classici, fu indirizzato verso la attività pittorica dal ferrarese A. Mantovani, pittore decoratore tradizionalista. Divenuto allievo del Mantovani, secondo il Callari gli fu accanto come aiuto nei lavori alle Logge vaticane terminati nel 1887, ma il suo nome non risulta nella documentazione d'archivio. Avvicinatosi al gruppo accademico romano, subì l'influsso, di C. Fracassini e soprattutto di F. Podesti, e fin da allora improntò la sua pittura a un largo eclettismo decorativo. Intorno al 1890 lavorò in collaborazione con V. Monti nell'interno del duomo di Ferrara; con il pittore D. De Angelis eseguì la sua prima opera di rilievo, la decorazione della cappella del Sacramento nella chiesa di S. Ignazio, a Roma (completata per l'inizio del 1894). Sulla scorta dei consensi ricevuti per quell'opera, il C. e il De Angelis partirono nello stesso anno per il Sudamerica, dove ebbero modo di svolgere una notevole attività, con commissioni pubbliche e private.
In Brasile il C. eseguì la decorazione dei teatri di Manaus e Belém (Pará); in questa città lasciò dipinti nella cattedrale, nonché in altri edifici pubblici e privati, sempre coadiuvato dal De Angelis. Tra le altre opere eseguite in Sudamerica sono da ricordare i dipinti nella cattedrale di Buenos Aires.
Ritornato in Italia, si stabilì definitivamente a Roma. Qui, fin dall'inizio del secolo eseguì fregi e decorazioni per numerosi palazzi e ville, alternando a questa produzione quadri di soggetto mitologico o grandiosamente "romaneggianti", sulla scia del pittore L. Alma Tadema (si ricordano le Feste dionisiache, esposte nel 1911). Tra le decorazioni eseguite a Roma sono i fregi del salone di palazzo Piombino (poi palazzo Margherita); il soffitto (oggi scomparso) della sala del Consiglio del palazzo della Banca d'Italia; la decorazione della primitiva sede del Museo Barracco (costruita da G. Koch, 1905, oggi distrutta); le decorazioni all'interno di palazzo Pignatelli a Magnanapoli (1906); pannelli con candelabri, simboleggianti i dodici mesi dell'anno, in palazzo Giraud-Torlonia (1907); decorazioni all'interno del Quirinale; decorazioni nella chiesa dell'Immacolata Concezione a via Orazio; nonché lavori in numerose ville (Campanari [Wolkonsky], Maraini, De Asarta, Torlonia, e altre di cui oggi non resta traccia). Tra le opere di maggior impegno destinate all'Italia e all'estero, vanno ricordati il grande quadro celebrativo dipinto al suo ritorno in Italia dal Sudamerica su commissione del governo brasiliano, raffigurante La morte di Gomez (con i ritratti del presidente M. F. de Campos Salles e di altri statisti brasiliani), e il ciclo di cinque grandi tele per la decorazione della sede della Banca d'Italia a Genova. Accademico di S. Luca dal 1911, fu membro direttivo di vari organismi culturali. Negli ultimi anni della sua vita collaborò regolarmente con la Banca d'Italia, fornendo i disegni per le nuove banconote: disegnò infatti i biglietti da 50 (prima emissione, 1915), 500 (prima emissione, 1919), 1000 (utilizzato dopo la morte del C.; prima emissione, 1930), 100 lire (utilizzato dopo la morte del C.; prima emissione, 1931). Morì il 17 sett. 1921 a Roma. Nello stesso anno era stato eletto presidente dell'Accademia di S. Luca.
Fonti e Bibl.: Articoli commem. e necrol. nella stampa quotidiana e periodica: Il Giornaled'Italia, 18sett. 1921; L'Epoca, 18 sett. 1921; Il Paese, 18 sett. 1921; Il Messaggero, 18 sett. 1921; L'Illustr. ital., 14genn. 1894, pp. 2-8; R. Artioli, Cron. d'arte e di st. di Roma, in Arte estoria, XXII (1903), pp. 89s.; D. Angeli, Lechiese di Roma, Roma s.d. (ma 1910), pp. 210, 212; L. Callari, in A. Zocchi, G. C. (catal. dell'espos. delle opere), Roma 1921(rec. di P. Scarpa, in IlMessaggero, 5 febbr. 1925). L. Callari, I palazzi di Roma, Roma 1932, p. 165; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 554.