CAPPONI, Giovanni
Nacque nel 1372 da Mico di Recco e da Cilia di Giovanni Fantoni; per la sua notevole corpulenza fu anche noto come "Il Grasso".
Diversamente dal suo cugino più anziano, Gino Capponi, il C. si interessò più di commercio che di politica, divenendo ricchissimo; il suo nome quindi appare solo saltuariamente tra i magistrati della Repubblica. Non ci sono pervenuti i suoi libri di conto, che ci avrebbero aiutato a delineare le dimensioni del suo giro d'affari, ma sappiamo che il C. fu molte volte console dell'arte del cambio e che ebbe vasti possedimenti a Legnaia e Gangalandi, in comune col fratello Uguccione. Secondo le denunzie catastali del 1427 il C. e suo fratello erano allora i membri più ricchi della famiglia.
Il C. ricoprì la prima carica pubblica nel 1403, quando fu podestà di Campi; nel 1405 fu mandato a Ferrara come ambasciatore per invitare Filippo Tebertelli a prendere il comando dell'esercito fiorentino che assediava Pisa. In seguito, per dieci anni, sembra che il C. abbia preso scarsa parte alla vita politica; ma nel 1415 ricoprì l'importante carica di podestà di San Gimignano. Nel 1416 fudegli Otto di guardia, e nell'estate del 1424 capitano di Pisa, occupando quindi il vertice della gerarchia degli ufficiali fiorentini di provincia. Nel settembre di quell'anno il C. fuaccusato di aver arrestato e torturato un messaggero pontificio, che da Avignone, attraverso Pisa, si recava a Roma, e di aver sequestrato i suoi dispacci. Tuttavia, quando la Signoria fiorentina esaminò l'accusa, fu chiaro che il delitto era stato commesso il giorno seguente a quello in cui il C., terminato il suo mandato, aveva lasciato Pisa. Scagionato dall'accusa, negli anni successivi il C. partecipò sempre più attivamente alla vita politica. Tra il 1425 e il 1428 sedette per tre volte nell'importante consesso dei Dieci di Balia, che diresse la guerra contro Milano, e più volte ebbe rilevanti cariche fiscali come quelle di console della Zecca, ufficiale del Monte e camerario del Comune. Il C. parlò spesso in termini violentemente patriottici nel dibattiti che all'inizio degli anni '30 ebbero luogo sulla condotta della guerra contro Lucca, e nel 1431 fa per la prima volta dei Priori. Fu ancora una volta priore nel settembre 1434 e si trovò quindi al centro dei torbidi di quel mese quando Rinaldo degli Albizzi, timoroso delle simpatie filomedicee del nuovo Priorato, tentò d'impedirne l'entrata in carica con un colpo di Stato armato. Il C. non solo era uno dei più influenti tra i nuovi priori, ma simpatizzava anche vivamente per i Medici; come eminente membro dell'oligarchia finanziaria deplorò la pericolosa politica di Rinaldo degli Albizzi e fu tra i capi della fazione medicea che prevenirono il colpo di Stato e chiesero il richiamo di Cosimo. Anche Eugenio IV, allora in Firenze, contribuì a frustrare i piani degli Albizzi; una deputazione della Signoria, composta dal C. e dal gonfaloniere di giustizia Niccolò Cocchi, si recò a ringraziarlo del suo intervento.
Negli ultimi due anni della sua vita il C. fu tra i principali membri del regime mediceo: nel 1434 era nella Balia e nel 1436 era ancora unavolta console della Zecca.
Il C. morì nel 1436.
Il C. aveva sposato Maddalena di Zanobi degli Alberti, e forse la sua parentela con uma famiglia proscritta può spiegare la mancata partecipazione alla politica fiorentina nella prima parte della sua vita. Ebbe sei figli, di cui solo Niccolò raggiunse una posizione di qualche importanza; una figlia del C., Cilia, sposò Raffaello Bonsi. Per il resto del secolo i discendenti del C., tra tutti i rami della famiglia furono i più legati alla causa dei Medici.
Fonti e Bibl.: Marchionne di Coppo Stefani, Istorie fiorentine, in Delizie degli eruditi toscani, XIV (1781), p. 299; G. Morelli, Ricordi, ibid., XIX (1785), pp. 96, 134; G. Cambi, Istorie, ibid., XX (1786), pp. 171, 193, 196; R. degli Albizzi, Commiss. per il Comune di Firenze, a cura di C. Guasti, II, Firenze 1867, pp. 195, 210, 217; III, ibid. 1873, p. 196; S. Ammirato, Ist. fiorent., II, Firenze 1641, p. 1042; F. C. Pellegrini, Sulla Rep. fiorentina al tempo di Cosimo il Vecchio, Pisa 1880, p. LII; C. C. Bayley, War and Society in Renaissance Florence, Toronto 1961, p. 149; N. Rubinstein, The Government of Florence under the Medici, 1434-94, Oxford 1966, pp. 244, 257; F. W. Kent, Ottimati families in Florentine politics and Society, 1427-1530, univ. di Londra tesi di laurea, anno accad. 1971, pp. 480 s.; A. Molho, Florentine Public Finances in the early Renaissance, Cambridge, Mass., 1971, pp. 170 s., 220; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, sub voce Capponi, tav. III.