CAPITANI (Cataneo, de Capitaniis, Capitani de Crispi, de Crespis, Crispo de Capitanei), Giovanni
Figlio di Antonio o di Amico, nacque nella prima metà del sec. XIV a Milano o a Pavia (le fonti prospettano entrambe le ipotesi). Le prime notizie su di lui lo indicano a Padova, ove il C., già doctor decretalium, èricordato in vari documenti negli anni 1367-1372 (nel maggio 1370, ad esempio, stipulò un contratto di locazione a nome di Anselmo Rozio, professore e canonico della cattedrale di Padova, dal quale contratto risulta che abitava in via di S. Caterina). Pare che nel 1374 sia passato allo Studio di Pavia dove, almeno per il primo anno di insegnamento, lesse il Decretum (Mem. e doc. per la st. dell'univ. di Pavia, p. 26), e dove è nominato fra i dottori che presenziarono al dottorato in diritto civile di Antonio di Milio da Cremona nel documento relativo che porta la data 28 maggio 1374. Nel 1375 il C. sembra essere di nuovo a Padova, stando a quanto egli stesso scrive nella sua repetitio a D. 26, 2, 11, ove dichiara che in quell'anno leggeva l'Infortiatum nello Studio patavino.
Per gli anni successivi le fonti danno a volte notizie contrastanti circa lo Studio presso il quale il C. operò. Sembra potersi dire che il C. fu a Pavia fino al 1378, anno in cui ritornò a Padova; qui da alcuni documenti riportati dal Gloria (I, p. 169 n. 372) risulta rimanere fino al 1386. Ma un documento del 23 luglio 1385 lo mostra a Pavia, presente, insieme con Paolo da Dugnano, al baccellierato in diritto canonico di frate Antonino da Vellate. In seguito fu a Pavia, ove lo troviamo nominato nel IV statuto del Collegio dei dottori in utroque di quella università, datato 1395, e nella matricola del medesimo collegio del 1400 (Codex diplom., I, ad Indicem).
Il 28 giugno 1398 sempre a Pavia, insieme con Balzarino Pusterla e il futuro Alessandro V, Pietro Filargo, allora vescovo di Novara, il C. èpresente, come rappresentante dei Visconti, di cui fu consigliere fino al 1405, alla stipulazione della tregua fra i rappresentanti delle parti bergamasche dei Suardi, Rivola, Colleoni. Il 21 genn. 1491, a Besate, il notaio Griffi redige il testamento del C., che in un documento dello stesso anno è indicato come praepositus della basilica di S. Ambrogio di Milano. Successivamente nel 1405 fu abate di un monastero di Oliveto e a questo proposito l'Argelati scrive che può nascere sospetto che il C., dopo aver rinunziato alla prepositura, si facesse monaco olivetano o piuttosto che fosse solamente abate commendatario di quel monastero (Argelati, I, 2, col. 282).
Noto come professore in utroque e come consulente, il C. non disdegnò gli studi della filosofia e della astronomia; anzi sembra, secondo quanto egli stesso afferma nell'epistola ricordata dal Mazzuchelli "De laudibus Alexandri Papae V", dedicata al cardinale di Ravenna, che dedicasse molto del suo tempo a questi studi. Il C. sostiene inoltre, nell'epistola ricordata, che aveva per mano un'opera De motibus caelestibus, dopo la quale, secondo, il Mazzuchelli, pensava di dedicarsi agli studi di teologia.
Nel ms. Riccardiano 784, ff. 210r-218r, sono conservate due lettere del C.: "Epistola seu panegiris in commendationem Innocentii Papae VII et Petri de Candia archiep. Mediol. postea Alexandri V, data Mediolani I Martii MCCCCV" e la lettera di Innocenzo VII a Pietro da Candia, firmata Giovanni Crespi.
Nel Vat. lat. 2638, nei ff. 155v-160r è conservata una lunga repetitio in l. Si quis sub conditione (D.26, 2, 11) ed in fine è scritto: "Composita fuit hec repetitio per me Ioannem Capitaneum de Mediolano legum doctorem minimum anno MCCCLXXV die Iovis nono mensis decembris tunc legentem Infortiatum in felici Studio Paduano".
Nel consilium 150 di Baldo (f. 40r) si trova la sottoscrizione "Ioannes de Crispis de Cre (...)" e nel 437 (f. 125r) sottoscrive "Ioannes Capitaneus de Molino".
Fonti e Bibl.: Bibl. Apost. Vat., Vat. lat. 9265: G. M. Mazzuchelli, GliScrittori d'Italia, ff. 168v-169v; G. Lami, Catalogo dei codd. mss. della Bibl. Riccardiana, Liburni 1756, p. 2; Memorie e documenti per la storia dell'Università di Pavia, Pavia 1878, p. 26; Monum. della univers. di Padova (1318-1405), a cura di A. Gloria, I, Padova 1888 pp. 169 n. 372, 319 n. 627; G. Romano, Regesti degli atti notar. di C. Cristiani, in Arch. stor. lomb., XXI(1894), p. 295; Codice diplom. dell' Univ. di Pavia, a cura di R. Maiocchi, I, Pavia 1905, ad ind; II, ibid. 1913, pp. 4 n. 8, 6 n. 10; Statuti e ordinam. dell'univers. diPavia dall'a. 1361 all'a. 1859, Pavia 1925, p. 98; P. Argelati, Bibl. script. Mediolanen., Mediolani 1745, I, 2, col. 282; E. Beata, La scuola giuridica pavese..., in Contrib. alla storia dell'università di Pavia, Pavia 1925, p. 263; C. Villa, La tradizione delle "Ad Lucilium" e la cultura di Brescia dall'età carolingia ad Albertano, in Italia medioevale e umanistica, XII (1969), p. 21; G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zum römischen Recht. bis 1600, Frankfurt a. M. 1972, ad Indicem; Studia Olivetana,Saggi e ricerche nel VII centenario della nascita del B. Bernardo Tolomei (1272-1972), Monte Oliveto Maggiore 1972, p. 190 n. 10.