CAIROLI, Giovanni
Nato a Pavia il 27 luglio 1842, ultimogenito di Carlo e di Adelaide Bono, trascinato dal patriottico clima familiare, alla vigilia della seconda guerra d'indipendenza, ancora adolescente, mentre i fratelli si preparavano a combattere, affrontò un graduato austriaco: arrestato, venne messo in libertà per le relazioni familiari e le premure della madre, che lo mandò nella loro proprietà di Gropello, oltre il confine col Regno sardo. Ammesso nel 1860 all'Accademia militare di Torino, vi completò nel 1862 gli studi di matematica intrapresi nel 1858 all'università di Pavia, entrando quindi in servizio attivo nell'esercito, tra le cui file partecipò nel 1866,alla terza guerra d'indipendenza, col grado di capitano e mansioni di genio sui ponti del Po.
Nel 1867, venuto a conoscenza di progetti di spedizione garibaldina nello Stato pontificio, si pose in aspettativa e, unitosi al fratello Enrico, si recò nell'agosto a Roma, per studiarvi le possibilità di un'insurrezione, che furono giudicate per il momento scarse. Quando, in settembre, il progetto prese consistenza, il B., col fratello Enrico, tornò a Roma, dove coadiuvò i preparativi insurrezionali del bergamasco F. Cucchi. Espulsi, il 9 ottobre, dalla polizia, si recarono a Firenze dal fratello Benedetto, portandosi quindi a Temi, per organizzare di lì un'azione d'appoggio all'insurrezione, azione iniziata il 20 e stroncata il 23.
Mentre il fratello raccoglieva notizie al confine, il C. radunò un drappello di altri settantasei volontari; il fratello ne assunse il comando, mentre il C. guidava una delle tre sezioni (la terza) in cui la piccola forza venne articolata.
Partiti la sera del 20 ottobre, passarono per Cantalupo, Ponte Sfondato e Passo Corese, donde proseguirono via Tevere, giungendo la sera del 22 a ponte Milvio; ma si resero conto, dalla mancanza di comunicazioni e di segnali, che l'insurrezione era abortita. Rimasti così isolati, ripararono in un canneto, avanzando poi, verso l'alba del 23, sui monti Parioli, in cerca di posizioni elevate e meglio difendibili per un prevedibile attacco. Occupato il poggio della villa di proprietà Glori, vi sostennero nel pomeriggio un'irruzione di zuavi e gendarmi pontifici. Nel contrattacco alla baionetta il C. venne ferito assieme al fratello, che moriva poco dopo. Trascinatosi fino a una cascina, accettò che s'inviasse una richiesta di soccorsi. Giunto al crepuscolo un distaccamento di gendarmeria, venne fatto prigioniero coi compagni e portato all'ospedale di Santo Spirito, donde fu poi trasferito alle Carceri Nuove. Veniva intanto concluso un accordo tra il generale pontificio Kanzler e Garibaldi per uno scambio di salme e di prigionieri, la cui esecuzione fu affidata, per la parte garibaldina, a Jessie White Mario. Il C. poteva così evitare l'eventuale implicazione nel processo istruito contro i cospiratori che avevano agito all'interno di Roma. La liberazione fu dapprima condizionata all'impegno di non recar più le armi contro lo Stato pontificio. Rifiutando però il C. tale impegno, le autorità, specialmente per l'intercessione del cappellano militare E. Stonor, di nazionalità inglese, si limitarono a intimargli di non compiere atti ostili contro il loro Stato, e il 7 dic. 1867 lo misero in libertà.
Le vicende dell'impresa furono annotate dal C. in un giornaletto da campo, pubblicato dal compagno d'armi P. V. Ferrari in appendice al volume Villa Gloria Ricordi ed aneddoti dell'autunno 1867 (Roma 1899). Sulla base dei primi appunti, il C. compose poi l'opuscolo Spedizione dei monti Parioli (Pavia 1868; l'ediz. milanese del 1878 è stata curata con proemio e note da B. E. Maineri).
Rientrato nel 1867 a Pavia, il C. vi fu eletto consigliere comunale. Minato nella salute dai postumi delle ferite, morì in Belgirate l'11 sett. 1869.
Fonti e Bibl.: Oltre le carte dell'Arch. Cairoli, nel Museo del Risorgimento di Pavia, e i documenti nel Museo centrale del Risorgimento in Roma (se ne veda l'elenco illustrativo in E. Morelli, I fondi arch. del Museo centrale del Risorgimento. Le carte Settembrini e Cairoli, in Rass. storicadel Risorgimento, XXVII [1940], p. 633), si veda: Ed. naz.degli scritti di G. Mazzini, Epist., XLVI, p. 117; Scrittipolitici, XXVIII, p. 102; Epist., LV, pp. 198-201; J. White Mario, I fratelli C. a Villa Glori, in Nuova Ant., 1º luglio 1878, pp. 108-119; G. Garibaldi, Memorie autobiogr., Firenze 1888, p. 427; Le carte di A. Bertani, a curadi L. Marchetti, Milano 1962, pp. 959, 973, 1006; E. Ghiglione Giulietti, Adelaide C. e i suoi figli. Lett. ined. dal 1847 al 1871, Milano 1952; G. Adamoli, Da San Martino a Mentana, Milano 1892, pp. 335, 341, 361; La famiglia Cairoli.Ricordo per inaug. del monumento …, Pavia 1900; M. Rosi, I Cairoli, Torino 1908; R. Rampoldi, Pavia nel Risorg. nazionale, Pavia 1927, ad dies;G. Castellini, Eroi garibaldini, Milano 1931, ad Ind.;P. Pieri, Storia militaredel Risorg., Torino 1962, p. 782.