CAGLIERO, Giovanni
Nacque a Castelnuovo d'Asti l'11 genn. 1838 da Pietro e Teresa Musso. Rimasto presto orfano di padre, il 3 nov. 1851 venne accolto da don Giovanni Bosco a Torino nel nascente oratorio salesiano. Finì per legarsi indissolubilmente al suo educatore, divenendone uno dei più versatili e abili collaboratori. Le sue composizioni musicali di quel periodo (1860-70), ricche di vena melodica, furono una importante componente dell'ambiente oratoriano e della Congregazione religiosa dei salesiani, fondata da don Bosco nel 1859. Il C. fu ordinato sacerdote il 14 giugno 1862 e nel 1869 venne eletto direttore spirituale della Congregazione salesiana, carica che tenne fino al 1886. Si laureò in teologia all'università di Torino il 4 dic. 1873 e nel 1874 venne designato direttore spirituale delle figlie di Maria Ausiliatrice, congregazione femminile fondata da don Bosco nel 1872 con finalità analoghe a quella dei salesiani. Nel '75 don Bosco lo inviò in America latina, alla testa della prima spedizione missionaria salesiana. Dopo il primo impianto delle opere in Argentina e in Uruguay il C. venne richiamato in Italia (1877), prima nell'intento di preparare una spedizione di educatori salesiani in India, poi per l'irradiazione di istituti educativi di salesiani e figlie di Maria Ausiliatrice in Francia (1878, 1880), Sicilia (1879), Spagna e Portogallo (1881).
Nel 1883 don Bosco ottenne dalla S. Sede che la Patagonia settentrionale e centrale venisse eretta in vicariato apostolico. Prelato ne fa il C. (consacrato vescovo il 7 dic. 1884), prima in qualità di provicario, indi come vicario apostolico. Sebbene le relazioni tra il governo argentino e la chiesa locale fossero difficili e quelle con la S. Sede fossero giunte fino alla rottura con l'estromissione dall'Argentina del delegato apostolico Luigi Matera (14 ott. 1884), il C. e i salesiani poterono poggiare sulla simpatia dello stesso presidente Julio Roca. Dopo un intermezzo in Europa (dicembre 1987-gennaio 1889) provocato dalla morte di don Bosco (31 genn. 1888) e dal necessario assestamento dei salesiani, il C. tornò in Argentina, dove si preoccupò in particolare delle strutture religiose della Patagonia in via di colonizzazione. Nel 1898 a lui si rivolse Roca per far conoscere alla S. Sede la disponibilità del governo argentino a riallacciare le relazioni diplomatiche, poi riprese all'inizio del 1900. Il C. fu ancora in Europa nei primi di maggio del 1903 e rientrò in Argentina il 3 genn. 1904. Quello stesso anno, a civilizzazione avanzata, il vicariato venne smembrato e incorporato nelle diocesi di Buenos Aires, La Plata e San Juan de Cuyo. Il C., promosso arcivescovo titolare di Sebaste (18 apr. 1904), venne richiamato in Italia, dove gli furono affidate visite apostoliche straordinarie nelle diocesi di Bobbio, Tortona, Albenga, Savona-Noli e Ventimiglia (31 luglio 1906-20 febbr. 1907).
Le sue relazioni sono un buon documento della capacità ecclesiastica di percepire i fenomeni sociali che coinvolgevano la fede tradizionale. A Piacenza rilevò l'incidenza negativa dell'emigrazione temporanea: "Gli emigrati - scriveva - ritornano in patria scossi nella fede e poco osservanti"; inoltre il "progressivo movimento economico sociale" nella pianura portava il popolo a "distrarsi" dagli "interessi" religiosi. A Savona notò il permanere della religiosità nella classe cittadina più colta, mentre ormai dominava "nella classe più umile l'indifferentismo, l'apatia e qualcosa di peggio", per il fatto che ormai la città era divenuta "eminenteniente industriale" (Arch. centr. Sales., AS, 273.71).La pratica pastorale e l'esperienza americana acquisite dal C. indussero, quindi, la S. Sede a destinarlo come delegato, apostolico e inviato straordinario presso la Repubblica di Costarica (10 giugno 1908) e come delegato apostolico di Honduras e Nicaragua (19 e 26 dic. 1908).
Il C. provvide in particolare alla organizzazione della pratica pastorale nelle diocesi, alla penetrazione missionaria tra gli indigeni e alle buone relazioni tra S. Sede e governi liberali e separazionisti (Honduras) o concordatari e tendenzialmente giurisdizionalisti (Costarica, Guatemala, El Salvador).
In Costarica ottenne nel 1909 che il rappresentante della S. Sede fosse riconosciuto come decano del corpo diplomatico. In Nicaragua, asceso al potere il conservatore generale Estrada, poté esercitare la sua influenza nella fase di elaborazione della nuova costituzione. Nelle varie repubbliche si adoperò per l'ingresso di salesiani e di altri istituti religiosi aventi finalità educative e assistenziali.
Richiamato in Italia (1915), fu creato cardinale (6 dicembre) e assegnato alle congregazioni dei Religiosi, Propaganda Fide e Riti. Il 16 dic. 1920 ebbe affidata la diocesi suburbicaria di Frascati riuscendo a risanarne le finanze dissestate.
Morì a Roma il 28 febbr. 1926.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. Salesiano, AS, 273: Cagliero; Eminentissimo card. Juan C. In memoriam, Buenos Aires 1926; G. Farina, I cinque anni di Sua Em. il card. G. C. …, Roma s.d.; C. Cassano, Il card. G. C., Torino 1935; R. A. Entraigas, El apostol de la Patagonia, Rosario 1955; Retornó mons. C. Repatriación de sus restos, Buenos Aires 1966. Vediinoltre: G. B. Lemoyne-A. Amadei-E. Ceria, Memorie biografiche di don Giovanni Bosco, San Benigno Canavese, Torino 1898-1948, I-XX, ad Indices;R. A. Entraigas, Mons. Fagnano, Rosario 1945, passim; Epistolario di san Giovanni Bosco, I-IV, Torino 1955-59, ad Indicem;J. E. Belza, En la Boca del Riachuelo, Buenos Aires 1957, passim.