BURIDANO, Giovanni (Buridanus)
Scolastico medievale, nato a Béthune circa il 1300, nel 1327 e 1348 rettore dell'università di Parigi, dove nel 1358 insegnava ancora, nella facoltà delle arti: fatto che dimostra il progressivo laicizzarsi della speculazione.
Il celebre esempio dell'asino (ripreso da Dante: "intra due cibi, distanti e moventi - d'un modo, prima si morria di fame - che liber uom l'un si recasse ai denti", Par., IV, 1-3) non si trova nelle sue opere e non gli appartiene più di altre leggende create intorno a lui. È probabilmente invenzione di contemporanei per deridere la sua teoria della libertà, informata, come tutto il suo pensiero, al nominalismo di Guglielmo di Ockham. Poiché, per lui, voluntas est intellectus et intellectus est voluntas: quindi, qualunque bene si presenti al nostro intelletto deve determinare il volere; e l'unica libertà consiste nella facoltà di sospendere l'assenso, per un nuovo esame, allo scopo di conformare meglio l'azione al fine della natura umana (ordinatio finalis): nel che consiste la moralità. Su presupposti occamistici sono pure fondate le sue dottrine fisiche; la nozione di un "impeto" proporzionale alla velocità iniziale e alla "densità" o "quantità di materia" del mobile, precorre concezioni di Galileo e di Cartesio, ed è in contrasto con il concetto del movimento di Aristotele sul quale s'impernia d'altronde anche la sua metafisica.
Bibl.: Le opere (Summula de dialectica, Parigi 1487; Compendium logicae, Venezia 1489; commenti alla Fisica, alla Metafisica, all'Etica, alla Politica di Aristotele) non sono accessibili che in edizioni antichissime o, addirittura, incunaboli. Documenti, in Denifle e Châtelain, Chartularium Universitatis Parisiensis, II, Parigi 1891; per il pensiero, De Wulff, Histoire de la philosophie médiévale, 2ª ed., Lovanio e Parigi 1905, pp. 456 segg.; Gilson, La philosophie au Moyen-âge, Parigi 1922, II, pp. 124 segg.