BRUNETTI, Giovanni
Nato a Urbino intorno alla seconda metà del sec. XVI, si dedicò allo studio della musica sin dalla prima infanzia e ancora in giovane età fu nominato maestro di cappella all'Arciconfraternita della morte in Ferrara, passando poi a ricoprire lo stesso incarico in altre chiese della penisola. Non molto, invero, si conosce circa queste sue prime esperienze musicali e le uniche testimonianze al riguardo sono offerte dalle prefazioni e dalle dediche contenute nelle sue opere, quale per esempio quella ad Urbano VIII del primo libro dei Motecta quinque vocum, Venezia 1625, ove il B., nel presentare i primi frutti della sua preparazione artistica, probabilmente maturata negli ambienti musicali della sua città, ebbe ad affermare: "...Ego equidem cum a pueritia sedulo huic arti operam navaverim, ac per multos annos in aliquibus ex nobilioribus Italiae Ecclesiis, …ad honestam oblectationem modos facere consuevi...". Tuttavia si ignora ove abbia svolto tale proficua attività e si presume che, fattosi presto apprezzare per le non comuni doti sia di maestro sia di compositore, sia stato richiesto dalle più importanti cappelle musicali italiane, dalle quali, una volta messi in luce, i suoi meriti, si diffuse la fama del suo magistero artistico. In breve tempo diede, infatti, alle stampe numerose opere di stile diverso, nelle quali con grande versatilità rivelò singolari capacità di assimilazione nei confronti delle varie correnti artistiche sorte nel corso del XVI secolo nei vari centri musicali italiani, dove si era recato "per governar cappelle" o "per curiosità", come egli stesso dichiara nella dedica ai lettori della sua raccolta di Salmi intieri concertati a cinque e sei voci..., con il basso continuo per sonar nell'organo, Venezia 1625. Da ciò si può dedurre che il B. godesse di una certa libertà nell'espletamento delle sue mansioni professionali al servizio delle cappelle visitate, nonché di una discreta indipendenza economica, derivatagli forse dalla posizione di privilegio raggiunta presso gli ambienti musicali frequentati negli anni del suo tirocinio artistico. Si apprende peraltro dalle risoluzioni consigliari della cappella del SS. Sacramento di Urbino (Libro 1599-1641) che, presentatosi nel 1616 tra i concorrenti al posto di maestro di cappella nel duomo della città, se pure non riuscì ad essere nominato, vennero tuttavia riconosciute "le sue buone qualità et peritia havendo anco lui essercitato simile officio in altri luoghi" e "dato belle prove nell'istruire nel canto e nel suono". Eletto, infine, con decreto del 26 sett. 1621, fu poi riconfermato all'unanimità fino alla fine del 1631. Il 12 agosto dello stesso anno ottenne dal Consiglio comunale il primo grado di nobiltà "non solo per le sue ottime qualità ma per essere Musico di valore singolare e di stima indicibile". S'ignora l'anno della morte, avvenuta con probabilità in Urbino nel corso dello stesso anno 1631, poiché mancano da questo momento ulteriori notizie sulla sua vita. Si sa, comunque, che fu anche al servizio della cappella arcivescovile.
Compositore dotto e aperto alle più diverse esperienze musicali in campo polifonico, il B. ha lasciato una produzione non copiosa di carattere esclusivamente religioso, che testimonia, tuttavia, della sua sapienza nell'arte della polifonia vocale e rivela altresì il desiderio di un maggiore approfondimento interpretativo, manifestato nell'esigenza di adattare i coloriti e gli effetti dinamici a seconda delle inflessioni verbali e dei sentimenti espressi nel testo. Particolare significato a tale riguardo rivestono le indicazioni contenute nell'avviso ai lettori dei già citati Salmi intieri concertati, in cui il B., dopo aver illustrato i suoi intendimenti, circa l'esatta interpretazione del "piano" e del "forte", rivolge precise raccomandazioni sul più adeguato uso dei valori dinamici. Tali indicazioni, se pure non del tutto nuove, in quanto entrate nella pratica comune fin dagli inizi del secolo e in realtà legate al nome di musicisti illustri, quali ad esempio il Banchieri, danno tuttavia la misura della personalità del B., la cui vena creativa appare dominata soprattutto da una natura spontanea e aperta alle più genuine manifestazioni del sentimento e dell'espressione poetica, non disgiunta da un rigoroso rispetto della migliore tradizione polifonica italiana.
Delle sue opere, in gran parte conservate nella Biblioteca del liceo musicale di Bologna, si ricordano, oltre quelle citate: Motecta binis,ternis,quaternisque vocibus una cum basso ad organum... Liber primus, Venezia 1625; Motetti concertati a due,e tre,quattro,cinque et sei voci,con le letanie della Madonna a cinque. Con il basso continuo per sonar nell'organo..., Libro secondo, ibid. 1625; Salmi spezzati concertati a due,tre,et quattro voci con una messa a quattro,et il basso continuo per l'organo... Libro secondo. Opera quinta, ibid. 1626.Altre sue composizioni religiose, tra cui mottetti e litanie a 4 voci, sono inserite rispettivamente nella raccolta di musica sacra di Z. Zanetti dal titolo: Sacrae et divinae cantiones,binis ac ternis vocibus ad organum decantandae..., Venezia 1618, e in quella di L. Calvo: Rosarium litaniarum B. V. Mariae,ternis,quaternis,quinis,senis,septenis et octonis vocibus concinendarum. Una cum basso ad organum..., ibid. 1626.
Bibl.: G. Gaspari, Catal. della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 171, 187 s., 370, 386 s., 425; G. Radiciotti, Contributi alla storia del teatro e della musica in Urbino, Pesaro 1899, pp. 45-48; Id., Aggiunte e correzioni ai diz. biografici dei musicisti, in La Critica musicale, V (1922), pp. 229-231; B. Ligi, La cappella musicale del duomo di Urbino, in Note d'archivio per la storia musicale, II (1925), pp. 97, 100-103, 131 s., 325, 338; Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 984; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 332; La Musica,Diz., I, Torino 1968, p. 299.