BRUFFEL, Giovanni
Nato a Trieste il 22 luglio 1831, figlio di Giovanni sensale di merci, si trovava a Roma allo scoppio dei moti del '48. Si arruolò nella guardia civica e la seguì a Venezia, dove il 16 maggio venne incorporato nella III legione romana, e precisamente nella 6ª compagnia del I battaglione. Combatté con essa a Vicenza rimanendo ferito di mitraglia alla gamba sinistra il 10 giugno. Capitolata Vicenza, le truppe romane ripassarono il Po in ritirata e a Rimini il B. chiese di essere congedato. Il 21 settembre ebbe il congedo assoluto. poiché non intendeva servire nelle truppe di linea pontificie; intendeva invece continuare a combattere, e pochi giorni dopo, tornato a Venezia, prese servizio nella legione bolognese comandata dal col. C. Bignami e si batté a Mestre il 27 ottobre. Proclamata la Repubblica romana, il nuovo governo richiamò le truppe regolari e i volontari: la legione bolognese, ora comandata da C. Berti Pichat, partì da Venezia il 29 apr. 1849 e nel maggio fu schierata alla difesa esterna di Roma. Il B., col grado di capitano, combatté a S. Pancrazio il 3 giugno e fu ferito di baionetta; il 5 giugno fu ammesso nel corpo degli ufficiali di deposito. Caduta Roma, congedato il 6 luglio, s'imbarcò con passaporto americano a Civitavecchia per Malta. Raggiunse Smirne, dove suo padre aveva avuto relazioni d'affari, e qui trascorse, tranne brevi intervalli, quasi sedici anni, commerciando e lavorando per sé e per la numerosa colonia italiana, come attesta la sua nomina il 26 apr. 1866 a cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro "in ricompensa di quanto operato durante il cholera per i sudditi italiani".
All'annuncio della guerra del 1866, il B. tornò in Italia e si arruolò, venendo nominato con decreto del 28 giugno capitano comandante la 6a compagnia del 10º reggimento, volontari italiani. Destinato a rinforzo del 2º reggimento del col. Spinazzi sul monte Nota, ne seguì le mosse in val di Ledro partecipando a modesti scontri. Congedato il 25 settembre, nonostante le delusioni del '67, accorse nel '70 in Francia come capo del servizio attivo della sezione d'ambulanza italiana e ottenne il 4 apr. 1871 lusinghiera attestazione d'aver bene meritato durante l'assedio di Parigi.
Ritornò poi a Roma e fece parte, dal 1873 fino alla morte, dei comitati irredentistici, adoperandosi per assistere gli emigrati politici e per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sui territori italiani ancora soggetti all'Austria. Nel 1875 sottopose al ministero della Guerra il progetto di adozione del fucile col "congegno Pieri", sostenendone i pregi e compiendo negli anni successivi con l'amico Pieri viaggi a Londra e a Parigi per perfezionarne il modello. Durante la sommossa antiturca della Bosnia e dell'Erzegovina (1876-77) restò in stretto contatto con i garibaldini italiani che vi parteciparono e in particolare col triestino E. Popovich, attraverso il quale fece giungere i suoi fucili al principe del Montenegro. A Roma fu al centro di varie manifestazioni patriottiche, sollevando le proteste dell'ambasciata austriaca e i richiami del ministero della Guerra, da cui dipendeva come capitano della riserva. Nel '78 egli fondò con il Popovich e con A. Salmona il Comitato triestino-istriano di Roma, che col nome di Giovane Trieste organizzò attentati e manifestazioni a Trieste e nel regno, pubblicò giornali e fogli volanti, fornì alla stampa di opposizione informazioni e dichiarazioni polemiche. Nel '78 il B. prestò aiuto ai numerosi disertori dell'esercito austriaco passati in Italia (e fra questi all'Oberdan); con Giuseppe Avezzana e il Popovich fece segretamente visita il 21 giugno al Cairoli, cui sottopose le aspirazioni degli irredenti; stilò proposte e memoriali in occasione del congresso di Berlino, in cui pensava si dovesse sollevare la questione dell'Istria oltre che del Trentino.
Svanite queste speranze, il B. rimase al centro del Comitato romano per l'Italia irredenta e del Comitato triestino-istriano di cui, in assenza del Salmona, fungeva da segretario. Nel 1882 rappresentò Trieste ai funerali di Garibaldi; nel novembre dell'85 ebbe un nuovo abboccamento col Cairoli; fece parte del Comitato centr. dei veterani del 1848-49. Eletto nel '90 alla Camera S. Barzilai, il B. col Popovich fu tra gli avversari di Crispi, della massoneria e d'ogni compromesso.
Collaborò al Diritto, diretto dal Popovich, e partecipò a cerimonie pubbliche, recando corone e bandiere di Trieste e dell'Istria. Nel 1893 venne promosso maggiore della riserva; si occupò ancora di questioni militari, mentre manteneva rapporti d'affaricon Smirne, Torino e Parigi. Seguì da vicino la spedizione garibaldina in Grecia e l'attività del Popovich nel Montenegro. Nell'ottobre 1903 insorse contro le affermazioni della Stampa di Torino che qualificava come manifestazioni di parte i sentimenti nazionali degli irredenti; si adoperò per riunire gli irredentisti al disopra dei partiti; nel settembre 1906 indirizzò una vibrata lettera al Barzilai invitandolo a levar alta la voce in Parlamento a sostegno dei connazionali vessati dall'Austria.
Il B. morì a Roma l'8 maggio 1908.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Decreti di nomina degli ufficiali volontari;Trieste, Museo del Risorgimento, Carte Bruffel e Carte Salmona. L'Indipendente, Trieste, 12 maggio 1908 (dov'è la notizia della partecipazione del B. alla guerra di Crimea e alla spedizione garibaldina in Sicilia); E. Popovich, Intorno all'opera dei comitati triestini e istriani dal 1860 al 1915nel Regno, in Atti del X Congresso della Soc. naz. per la stor. d. Risorgim. ital. (Trieste 1922), Aquila 1923, p. 45; F. Salata, G. Oberdan secondo gli atti del processo, Bologna 1924, p. 40, 47; A. Tamaro, Storia di Trieste, Roma 1924, II, pp. 388, 403, 414, 424; N. Lapegna, Da "L'Italia degli Italiani" alla "Pro Patria", Milano 1932, I, pp. 258-267; II, pp. 294, 480; S. Barzilai, Luci ed ombre del passato, Milano 1937, p. 17; A. Sandonà, L'irredentismo nelle lotte politiche e nelle contese diplom. italo-austriache, Bologna 1938, II, pp. 20 s.; G. Stefani, Giuliani e dalmati nella prima guerra d'indipendenza, in La Venezia Giulia e la Dalmazia nella rivoluz. nazionale del 1848-49, Udine 1949, II, pp. 122-125; B. Coceani, Milano centrale segreta dell'irredentismo, Milano 1962, pp. 56, 215; A. Pontecorvo, L'attività irredentistica di Aurelio Salmona, in La porta orientale (Trieste), n.s., I (1965), 7-8, pp. 168-170; Id., Nuovi docum. su G. Oberdan,ibid., IV (1968), 1-6, pp. 19, 21, 41 s.; B. M. Favetta, Manoscr. ined. di D. Lovisato, in Atti, Musei di storia ed arte di Trieste, 1969-1970, pp. 244-254 passim, 284, 292.