BONO (Boni, Bona), Giovanni
Originario di Ancona e canonico di questa cattedrale, fu eletto vescovo dal capitolo nel 1243. Non essendovi però stata unanimità di pareri, l'elezione venne sottoposta al giudizio dei vescovi di Iesi e di Fossombrone, che decisero a favore del B.; l'8 genn. 1244 fu quindi confermata da Innocenzo IV. Il B. fu tra i pochi vescovi italiani che si recarono a Lione per il concilio convocato dal pontefice per il giugno 1245 (se ne ha notizia da una lettera papale del 15 maggio 1247, riguardante la restituzione di alcuni beni di cui ifamifiari del vescovo, all'atto di intraprendere il viaggio, erano stati spogliati dagli abitanti di Recanati). I primi anni di episcopato furono duri per la difficile situazione della Marca anconitana, agitata dalle violente lotte tra le città partigiane di Federico II - Osimo, Iesi, Senigallia, Macerata, Fermo - e quelle, come Ancona, fedeli alla Chiesa. La grave situazione della Chiesa anconitana veniva lamentata dal pontefice in una lettera dell'11 maggio 1247, con cui imponeva agli Osimani di riparare i danni inflitti. Alla stessa data autorizzava il B. a recuperare, a titolo di risarcimento, i feudi della diocesi già concessi a persone di Iesi, Senigallia e Osimo partigiane di Federico II, per conferirli a fedeli della Chiesa; contemporaneamente lo dispensava, per tutta la durata della guerra, dalla periodica "visitatio Sedis Apostolicae".
Il B. non mancava d'altra parte, pur in tale critica situazione, di occuparsi del regolare funzionamento della sua diocesi; a lui si devono infatti alcuni provvedimenti di carattere disciplinare e riguardanti il mantenimento del clero della cattedrale e di altre istituzioni religiose. Da alcuni documenti conservati nell'Archivio della cattedrale risulta che in data 29 apr. 1245 il B. concedeva al capitolo dei canonici il godimento di tutte le offerte che si facevano nella diocesi di Ancona "ratione vigiliarum seu anniversariorum" e la metà dei redditi e della quarta mortuaria della chiesa parrocchiale di S. Pietro e di tutte le altre chiese della diocesi (a questi atti era presente come testimone il vescovo di Arezzo, Marcellino, espulso da Federico II e quindi creato rettore della Marca e capitano delle forze della Chiesa). Con bolla del 2 febbr. 1246, che si conserva anch'essa nell'Archivio della cattedrale, Innocenzo IV approvava il decreto con cui il B. stabiliva che non potessero godere benefici ecclesiastici quanti non avessero raggiunto l'età di venticinque anni e non avessero atteso agli studi sacri per almeno tre anni. Da una lettera del pontefice dell'8 giugno 1251 risulta inoltre che il cardinale legato Pietro Capocci aveva affidato temporaneamente al B. le cure della vacante diocesi di Umana. Nel 1253 Innocenzo IV gli infeudava il castello di Polverigi, compreso nella diocesi di Ancona, e gli concedeva facoltà di permutare i beni dell'episcopato.
Nel 1255-1256 il B. si trova nell'incarico, di notevole importanza, di vicario generale nei giustiziariati di Bari e del Tronto del cardinale Ottaviano degli Ubaldini, legato della S. Sede nel Regno di Sicilia: Alessandro IV a più riprese confermava il suo operato per quanto riguardava la concessione di alcuni feudi, tra cui la località di Canne, a Filippo di Santa Croce.
L'11 marzo 1262 il B. fondava ad Ancona il monastero di S. Bartolomeo delle canonichesse di S. Agostino, eleggendone prima abbadessa suor Calceata; nel 1265 Clemente IV prendeva il monastero sotto la sua protezione, concedendogli vari privilegi. Il 7 marzo 1266 il pontefice ordinava al B. di dichiarare nulli gli statuti del clero di Fermo, contrari ai privilegi dei frati minori di Montesanto. Nel 1270 il B. confermava la priora del monastero di S. Gabriele di Ancona. Nello stesso anno il suo nome compare fra quelli dei vescovi che inviarono lettere di indulgenze per la consacrazione della chiesa camaldolese di S. Maglorio di Faenza (J. B. Mittarelli-A. Costadoni, Annales Camaldulenses, V, Venetiis 1760, pp. 109 ss., App., col. 213, doc. CXXVI). L'8 genn. 1284 Martino IV gli dava mandato di confermare a nome della Sede apostolica l'elezione dell'abbadessa Scolastica nel monastero di S. Maria Maddalena di Recanati. È questa l'ultima notizia che si ha su di lui: probabilmente in questo stesso anno avvenne la sua morte, dato che la nomina del successore è dell'anno seguente.
Fonti e Bibl.: Ancona, Archivio della cattedrale, Pergamene capitolari, nn. 4-9; Ibid., Bibl. Capitolare, Cronotassi dei Vescovi di Ancona, ms., pp. 81-82; Ibid., Bibl. Com., C. Albertini, Storia d'Ancona, ms., VII, Add. p. 22; Les registres d'Innocent IV, a cura di E. Berger, Paris 1884-1911, nn. 371, 2669, 2670, 2680, 2700, 2701, 3307, 5244, 5568; Les registres de Clément IV, a cura di E. Jordan, Paris 1893, nn. 213, 215, 1766; Les registres d'Alexandre IV, a cura di C. Bourel de la Roncière, J. de Loye, P. de Cenival, Paris 1895-1917, nn. 1044, 1150, 1165, 1166, 2009, 2018; Les registres de Martin IV, a cura di F. Olivier-Martin, Paris 1901, n. 420; F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, I, Venetiis 1725, coll. 334 s.; A. Peruzzi, La Chiesa anconitana, Ancona 1845, p. 106; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, VII, Venezia 1848, pp. 59 s.; G. Levi, Il card. Ottaviano degli Ubaldini secondo il suo carteggio ed altri docum., in Arch. della Soc. rom. di storia patria, XIV (1891), pp. 282 s.; E. Berger, St. Louis et Innocent IV, Paris 1893, p. 124; C. Eubel, Hierarchia Catholica…, I, Monasterii 1913, p. 87; M. Natalucci, Il tesoro e l'Archivio della Cattedrale di Ancona, Ancona 1938, pp. 79 s., 102; W. Hagemann, Jesi im Zeitalter Friedrichs II., in Quellen und Forschungen aus ital. Archiven und Bibl., XXXVI(1956), pp. 177 s.; M. Natalucci, Ancona attraverso i secoli, I, Città di Castello 1961, pp. 338, 436; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, coll. 705 ss.