BOMBRINI, Giovanni
Nato a Genova il 31 dic. 1838 da Carlo, intraprese la carriera militare, entrando a 18 anni nella Scuola militare e partecipando poi come ufficiale d'artiglieria alle campagne del 1860 e del 1866. La morte del padre (1882), che gli fece ereditare, assieme al fratello Carlo Marcello, la società in accomandita semplice G. Ansaldo e C., praticamente sotto il controllo della famiglia Bombrini lo portò a svolgere invece una intensa attività imprenditoriale.
L'eredità fu accolta con beneficio d'inventario, poiché la società, che risentiva pesantemente di parecchi fattori negativi, e in particolar modo della concorrenza estera, aveva un deficit annuo valutato sulle seicentomila lire, ed era inoltre gravata da un debito di ben sedici milioni e mezzo di lire verso la Banca nazionale. Soltanto dopo che il consiglio superiore di quest'ultima, in considerazione degli eminenti servigi resi al paese da Carlo Bombrini nella sua qualità di direttore della banca medesima, ebbe condonato il debito, i fratelli decisero di rinnovare la società con atto di prosecuzione registrato il 9 luglio 1884 a Genova.
Gli stabilimenti del complesso Ansaldo, con le loro ragguardevoli dimensioni, erano già classificati tra i più importanti del genere di cui potesse disporre l'Italia. Secondo i risultati della Commissione d'inchiesta sull'industria siderurgica presieduta dal Brin nel 1883, gli stabilimenti coprivano un'area di 42.700 mq e davano lavoro a 870 operai, erano dotati di macchine motrici e fisse per un totale di 270 HP, di linee ferroviarie, piattaforme rotanti, gru ed altri apparecchi di trasporto; la fonderia comprendeva cinque cubilots per ghisa della portata di venti tonnellate, due forni a riverbero e cinque a crogiuolo, sette magli, uno dei quali da 25 tonnellate; le officine meccaniche erano dotate di un gran numero di macchine utensili. Da sola l'Ansaldo poteva rifornire la metà del fabbisogno nazionale annuo di locomotive e produceva insieme caldaie, scafi di ferro, apparati motori per marina.
Nel corso degli anni 1886-89 il B. trasformò profondamente queste strutture produttive investendovi oltre sette milioni di lire, secondo un audace e ambizioso programma di ingrandimento e di potenziamento che poggiava sulla prospettiva di un prossimo notevole incremento della domanda di materiale, e da parte dello Stato e da parte dei privati.
Si contava sulle commesse statali per le ferrovie, e soprattutto per la marina militare, che, col nuovo indirizzo impresso alla politica degli armamenti da B. Brin e da F. Crispi, sarebbe andata acquistando un peso sempre più rilevante nel contesto delle spese annuali di bilancio per la difesa. D'altra parte si contava sull'efficacia delle leggi speciali sui premi marittimi del 1885 che dovevano favorire il rinnovo della flotta mercantile con scafi in ferro, nonché il suo ampliamento.
Il B. si preoccupò di assicurarsi l'opera di tecnici preparati (come gli ingegneri Chiazzari e Omati), e ingrandì l'area a disposizione degli stabilimenti con acquisti di terreni (nel 1885, nel 1886, nel 1889) adiacenti allo stabilimento di Sampierdarena: questo nel 1889 giunse a coprire un'area di 75.000 mq, dei quali poco meno della metà coperti. Gli apparati motori installati raggiunsero, sempre nel 1889, la forza di 1000 HP; le macchine utensili si accrebbero notevolmente (da 163 nel 1883 passarono ad oltre 700 nel 1889).
L'allestimento delle navi era concentrato a Sestri Ponente, dove nel 1886 i Bombrini avevano prelevato i cantieri Cadenaccio, successivamente ingranditi sino a raggiungere a fine secolo un'area di circa 80.000 mq.
Alla crisi che colpì le industrie meccaniche dopo il 1887 a causa della sperequazione prodotta dalla nuova tariffa doganale, imperniata su di una elevata protezione siderurgica e che non risparmiò l'Ansaldo, il B. reagì cercando di integrare il ciclo produttivo degli stabilimenti con la creazione di un centro siderurgico a Cornigliano (allestito tra il 1898 e il 1900), dotato di due forni Siemens a suola basica da cinque tonnellate, di forni a tiraggio naturale e forzato. Contemporaneamente veniva inglobato, sempre a Cornigliano, lo stabilimento Delta specializzato nella produzione di leghe largamente impiegate nelle costruzioni navali. D'altra parte, per potenziare le apparecchiature cantieristiche, tra il 1895 e il 1900 vennero organizzate due officine di riparazione delle navi, a Genova, al molo vecchio e al molo Giano (questa seconda per l'allestimento di navi da guerra corazzate), e furono ulteriormente ingranditi i cantieri di Sestri. Infine, con la creazione di una officina elettrotecnica a Cornigliano, veniva assicurata la produzione di materiale di recentissima applicazione nel campo industriale.
Con la fine del secolo, nella direzione dell'Ansaldo si inseriva gradualmente l'apporto di F. M. Perrone, più preparato del B. ad affrontare il difficile ingresso della società nei mercati internazionali; con la trasformazione sociale del 1903, da società in accomandita a società anonima, finiva anche il controllo e la direzione del B., il quale da allora si rivolse ad altre iniziative, limitate nel campo nazionale. Il B. fondò con L. Parodi-Delfino la società B.P.D. in nome collettivo (il 26 ott. 1912 a Genova) per la produzione di sostanze chimiche ed esplosive a uso industriale e militare. Si occupò di appalti di lavori pubblici, particolarmente nel Mezzogiorno, ottenendo tra l'altro nel 1905 l'appalto dei lavori per la costruzione dell'acquedotto pugliese. L'andamento dei lavori, piuttosto lento e difficoltoso, ostacolato da una epidemia di colera nel 1911, fu seguito personalmente dal B., che consegnò allo Stato l'opera ultimata nel 1919, con notevole ritardo sul previsto. Nelle Puglie inoltre il B., che in quest'ultima fase della sua attività dimostrò un particolare interessamento per il Mezzogiorno, in concomitanza con i primi interventi speciali a favore di quelle regioni intrapresi da Giolitti, finanziò la costruzione delle Ferrovie del Salento (linee Nardò-Cesarano-Gagliano, Tricase-Maglie), destinate a raccordare i principali centri del Salento con le linee delle Ferrovie meridionali.
Il B., che era stato nominato nel 1890 senatore, morì il 13 febbr. 1924 a Isola del Cantone (Genova).
Bibl.: G. B., Discorso pronunziato in occasione del varo delCristobal Colón, Genova 1896; sulla vita del B., oltre ad un necrologio che apparve sull'Illustrazioneitaliana del 24 febbraio del 1924, p. 236, vedi A. Rocca, I costruttori delle fortunemarittime, in Italia fascista, VII (1939), n. 1-3, pp. 20 s., e A. Rota, Bombrini, Genova 1951. Sulla sua attività in seno all'Ansaldo vedi E. Gazzo, I cento anni dell'Ansaldo, Genova 1953; sulle altre attività del B. vedi Il gruppo industrialeBombrini-Parodi-Delfino 1912-1962, Milano 1962, passim, ed E. Corbino, Annali dell'economia italiana, V, Napoli s.d., pp. 261 ss.