BIANCHI, Giovanni
Nacque a Chiavari il 16 luglio 1861, da Nicola e da Adele Borzone; conseguita la laurea d'ingegneria al politecnico di Torino nell'anno 1882, intraprese la carriera della armi, raggiungendo in un decennio il grado di capitano, nella specialità di artiglieria da montagna. Passò, quindi, all'insegnamento, nella scuola di artiglieria e genio, quale professore di meccanica applicata e più tardi di balistica esterna e di materiale d'artiglieria. Dopo essere stato vicedirettore all'arsenale di Napoli, nel 1915 passò alla scuola centrale di artiglieria di Nettuno a presiedere la commissione per i materiali da 102 e 105 mm.
Conseguito all'inizio della guerra con l'Austria il grado di colonnello, il B., che, alla scuola di Angelo Francesco Siacci, aveva appreso le più razionali impostazioni e le applicazioni sperimentali della balistica, sia interna sia esterna, si interessò sempre più ai due rami della materia, fino ad elaborare, nei suoi corsi di insegnamento e nelle assidue collaborazioni alla Rivista di artiglieria e genio, un suo originale contributo scientifico.
Fra le sue opere va ricordato il Corso teorico-pratico di balistica esterna, in due volumi (Torino 1910), contenente utilissime tavole balistiche atte sia al calcolo della probabilità di colpire con una certa approssimazione il bersaglio, sia al calcolo della traiettoria e dei parametri del tiro, e della velocità di combustione delle micce di spolette.
Il B., effettuando un sunto delle lezioni tenute agli allievi ufficiali della scuola di applicazione di artiglieria e genio, scrisse inoltre le Nozioni fondamentali della teoria degli esplosivi (ibid. 1910), in cui vennero trattate le caratteristiche della forza e la potenza degli esplosivi; studiò, inoltre, la durata della reazione esplosiva, gli effetti di esplosione, effettuò uno studio sperimentale delle proprietà delle esplosioni, corredando il tutto di tabelle numeriche.
Nel volume Nozioni fondamentali di balistica interna (ibid. 1910) il B. stabilì la legge di combustione della polvere, effettuando anche una rappresentazione grafica. Diede le formule per il calcolo della velocità del proietto e della pressione massima, studiando il caso di armi simili caricate in un modo simile e di armi differenti impieganti la stessa polvere. Determinò, inoltre, l'energia spesa non solo per comunicare energia cinetica al proietto, ma per compiere lavori secondari, quali il rinculo, oltre alla relazione fra la pressione sul fondo del proietto e la pressione sul fondo dell'anima. Applicò quindi i risultati energetici così calcolati alla determinazione degli spazi percorsi da un proietto e dall'arma. Precisò i valori delle costanti che compaiono nelle formule della velocità e della pressione, applicò le formule allo studio di artiglierie, effettuando, in particolare, lo studio di progetto di un'arma e lo studio di verifica di una bocca da fuoco; indicò inoltre il modo di procedere per effettuare esperienze di balistica interna, corredando il tutto di tavole numeriche.
Nel libro Teoria degli affusti (ibid. 1912) il B. diede un quadro dei principali problemi che si presentano nello studio degli affusti per artiglieria, dandone una soluzione pratica, ma aderente alla teoria. Egli esaminò così le questioni relative agli affusti rigidi, riservando però la maggior parte del testo allo studio degli affusti deformabili ed effettuando in particolare un esame dettagliato dei freni e dei ricuperatori. Notevole lo studio in questo stesso volume degli affusti a rinculo differenziale che pure, a quel tempo, avevano scarse applicazioni.
Nel volume Teoria della resistenza delle artiglierie (ibid. 1911)effettuò uno studio teorico basandosi sui principi della teoria generale della elasticità, ed imponendo la condizione di stabilità, per determinare le relazioni fra le pressioni a cui è soggetta l'arma e le tensioni e deformazioni che esse producono nei vari punti della massa del metallo. Determinò così il profilo esterno delle artiglierie, e le dimensioni in corrispondenza al congegno di chiusura. Infine studiò le artiglierie cerchiate, chiarendo i vantaggi della cerchiatura.
Si spense a Chiavari, il 21apr. 1917, in seguito ad una malattia incurabile, che già lo aveva costretto ad allontanarsi dal servizio attivo, prestato, nell'ultimo tempo, all'arsenale di Torino.
Bibl.: G. Madaschi,La teoria delle resistenze delle artiglierie..., in Riv. di artiglieria e genio, XXXIV (1917), 1, pp. 67-82; 3, pp. 30-43, 161-169; A. U. Berretta, necrologio,ibid., XXXV(1918), 1, p. 8.