AMICO, Giovanni Biagio
Architetto e teologo, nato a Trapani il 3 febbr. 1684, da famiglia molto modesta. A quattordici anni entrò sacrestano nella chiesa appartenente alla Congrega delle Anime del Purgatorio. Si formò da solo, studiando nella Biblioteca dei gesuiti o di qual... che altro convento trapanese. Nel 1705 prese gli ordini sacri; divenne quindi parroco di S. Lorenzo, primo decano, vicario foraneo e successivamente vicario generale della diocesi. Viaggiò molto per tutta la Sicilia e conseguì la laurea dottorale in utroque iure.Studiò da autodidatta matematica, disegno e architettura; fu nominato architetto del Senato di Trapani e ingegnere del Patrimonio del Regno di Sicilia. Nel 1726, a Palermo, riparò le fondamenta di molte fabbriche danneggiate dal terremoto; nel 1732 fu inviato, nella sua qualità di ingegnere del Regno, a visitare le fortezze e a restaurarle. La conoscenza diretta delle opere architettoniche si limitò a quelle della Sicilia, ma si dedicò allo studio dei trattati di Vitruvio, Palladio e Scamozzi. Pubblicò egli stesso un trattato, L'Architetto pratico,in due volumi (Palermo 1726-1750), in cui trovano posto più i precetti pratici che i teorici.
Accusato di dedicarsi troppo agli studi di architettura e di tralasciare quelli religiosi, probabilmente per scolparsi, pubblicò il Catechismo storico del Concilio di Trento (Palermo 1742), in tre volumi, in cui, dopo una breve introduzione riguardante tutti i concili, le eresie e gli eretici dal tempo degli apostoli al concilio, parla di tutti i pontefici, imperatori e principi cattolici che lo sostennero, e delle dottrine in esso professate.
Morì a Trapani il 3 sett. 1754.
Opere: a Palermo, Colonna dell'Immacolata in piazza S. Domenico; prospetto della chiesa di S. Anna; campanile della cattedrale (distrutto). A Trapani, prospetto della chiesa del Purgatorio (o del Suffragio); chiesa della Luce (distrutta nell'ultima guerra); cappelle della Madonna di Trapani e del Sacramento nel duomo; facciata e cupola dello stesso duomo; rifacimento del tempio dell'Annunziata. Ad Alcamo, rifacimento della chiesa di S. Oliva. A Calatafimi, chiese di S. Caterina e del Crocifisso. A Erice, chiesa di S. Pietro. A Marsala, chiesa del Carmine; rifacimento della chiesa di S. Maria della Grotta. A Licata, facciata della chiesa del Carmine.
L'animazione delle masse, la netta contrapposizione dei piani staccano decisamente l'opera dell'A. dalla corrente "severa" palermitana, rappresentata dai due Amato, facendola apparire piuttosto ricollegabile all'architettura contemporanea della Sicilia orientale. Nelle ultime opere è riscontrabile un orientamento nuovo, verso forme più contenute e severe.
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