FORTE (Forti, Fortis), Giovanni Bernardo
Nacque a Savona intorno al 1420 da Iacopo e Violante De Ferrari, ambedue nobili savonesi, ed entrò come novizio nel convento agostiniano di S. Maria della Cella di Sampierdarena, presso Genova, probabilmente nel 1442.
Nulla sappiamo dei suoi studi e dei suoi primi anni di attività all'interno dell'Ordine, sia a causa della dispersione di alcuni importanti archivi agostiniani locali, sia per la natura fondamentalmente ascetica del F., che predilesse sempre dedicarsi allo studio e occuparsi delle necessità spirituali e materiali del convento e dei confratelli. Non risulta, infatti, che abbia ricoperto cariche accademiche o ecclesiastiche, né che abbia mai svolto attività pastorali fuori del territorio di Savona, dove tornò verso il 1462.
Nel 1464 fondò il monastero delle monache agostiniane della Ss. Annunziata, di cui si occupò per quarant'anni come guida spirituale e materiale e del quale scrisse una Brevis historia fundationis et catalogus monialium nostrarum quae Savonae in monasterio Ss. Annunciatae usque ad annum 1503 sanctitate claruerunt, manoscritto perduto nel XVIII secolo, ma conosciuto da V. Verzellino (1571-1638) che se ne servì nella compilazione delle sue Memorie… della città di Savona.
Relativamente alla Historia ci restano soltanto due manoscritti di pochi fogli ciascuno: la Fundatione della chiesa e monastero della Ssma Annuntiata dell'Ordine di S. Agostino, probabilmente un primo abbozzo dell'opera perduta, recante la firma di "Frate Joannebernardo vicario del convento del nro monasterio de scto Augustino"; la Historia de li principij de le monice de Saona, un primo quinterno di quella che doveva essere la stesura definitiva dell'opera e da cui si ricavano i nomi delle prime venticinque monache del convento savonese.
Storico appassionato, il F. lasciò al suo convento un altro importantissimo manoscritto, la Catena historias patrias continens o Libro della Catena, anche questo purtroppo perduto nella dispersione dell'archivio del monastero di S. Agostino di Savona.
L'opera era, in realtà, un compendio del codice del vescovo Pietro Gara - un domenicano della prima metà del sec. XIV - cui il F. aveva aggiunto le sue personali memorie e altre notizie tratte dagli archivi cittadini.
Nel 1480 il F. pubblicò il Vocabulista ecclesiastico, edito a Milano per i tipi di L. Pachel e U. Scinzenzeler. L'opera fu accolta con grande favore e più volte ristampata durante tutto il XVI e il XVII secolo; di particolare rilievo è l'edizione curata da B. Morello (Roma 1669), che in appendice aggiunse un breve trattato sulla natura e virtù delle pietre preziose e un altro sull'etimologia dei nomi propri ebraici, caldei e greci.
Come lo stesso F. dichiara nel proemio, nel vocabolario sono ordinati alfabeticamente e tradotti in volgare espressioni e vocaboli tratti dalle Sacre Scritture, la cui comprensione potrebbe risultare difficoltosa per i lettori meno eruditi. Pur ricalcando, nella generale impostazione, il dizionario del Papia e il Mammotrectus di G. Marchesini - da cui peraltro il F. trasse la maggior parte delle voci - il Vocabulista rivela nel suo intento uno schietto spirito umanistico, mentre la sua evidente elementarità testimonia dell'assai scarso livello culturale della maggior parte del clero dell'epoca. Non è inoltre improbabile che l'opera del F. possa aver ispirato quella ben più celebre del suo confratello e contemporaneo A. Calepio.
La principale occupazione del F. fu la direzione del convento della Ss. Annunziata, da lui considerata una propria creatura e alla cui guida si dedicò fino all'ultimo con affetto e dedizione. Proprio in veste di confessore delle monache del convento, scrisse l'unica sua opera spirituale rimastaci, La devota collatione o anche Fonte de charita, come compare sul frontespizio della prima edizione a stampa (Milano, L. Pachel, 1496 e 1497).
Dedicata al teologo francescano L.G. Traversagni, l'operetta in volgare si presenta in forma di dialogo tra una monaca e il suo confessore e in 35 brevi capitoli affronta con vari argomenti la peculiare natura della carità divina; in questo ambito il F. inserisce una dettagliata spiegazione del Cantico dei cantici, del quale tutta l'opera vuol essere quasi una parafrasi. Lo stile chiaro ed elegante, insieme alla dovizia di citazioni erudite, ne fanno un piccolo gioiello della prosa italiana quattrocentesca e ne rendono la lettura tuttora piacevole e interessante. Ciò che soprattutto colpisce è una certa ricercatezza nella scelta delle citazioni, che sono tratte in ugual misura da fonti sacre e profane: in particolare Agostino e Tommaso, ma anche Ambrogio, Girolamo, Anselmo, Aristotele, Lattanzio, Boezio e non ultimo Dante, del quale sono citate molte terzine della Divina Commedia. Tutto ciò, oltre a rivelare una buona conoscenza da parte del F. della letteratura e della filosofia, è un prezioso indizio del livello culturale del pubblico cui l'opera è rivolta - le monache agostiniane del convento dell'Annunziata - che il F. sapeva sarebbe stato in grado di apprezzare la scelta degli autori da lui citati.
La devota collatione, dopo le prime due edizioni, fu ristampata soltanto nel secolo scorso: Collazione divota di G. Forte da Savona (Savona 1852) curata da T. Torteroli, che aggiunse al testo la traduzione italiana delle citazioni latine e una breve biografia del F. (pp. 5-9), e Collazione divota o trattenimenti spirituali sull'amore di Dio… (Savona 1891). Presso la Biblioteca civica di Savona è conservato il manoscritto con correzioni e aggiunte autografe (ms. IX.B.2-2); la stessa biblioteca possiede anche l'incunabolo del 1497 (A.15.8.55), appartenuto alla badessa dell'Annunziata suor M. Arcangela Chiabrera.
Il F. morì nel 1504 a Savona nel convento di S. Agostino, dove fu sepolto.
Fonti e Bibl.: G. Panfilo, Chronica Ordinis fratrum eremitarum S. Augustini, Romae 1581, cc. 85r, 94v; G.V. Verzellino, Delle memorie… della città di Savona, a cura di A. Astengo, Savona 1885, pp. 318, 404 s.; R. Soprani, Li scrittori della Liguria, Genova 1667, pp. 157 s.; A. Oldoini, Athenaeum Ligusticum, Perusiae 1680, p. 115; D.A. Gandolfi, Dissertatio historica…, Romae 1704, pp. 206 s.; J.F. Ossinger, Bibliotheca augustiniana…, Ingolstadii 1768, pp. 364, 797; F. Noberasco, Gli scrittori della città di Savona, in Arch. della Soc. savonese di storia patria, VIII (1925), pp. 164-166; I. Scovazzi, Storia di Savona, Savona 1928, III, pp. 362 s.; D.A. Perini, Bibliographia augustiniana…, Firenze 1931, II, pp. 80 s.; R. Bracco, Fra G. F., umanista savonese agostiniano, Genova 1964, pp. 7-38; A.M. Giacomini, in Dict. de spiritualité ascétique…, V, Paris 1964, coll. 722-725 (soprattutto sulla Fonte de charita).