BERNARDINI, Giovanni
Appartenente a famiglia fra le più illustri della storia lucchese, esercitò a lungo la mercatura, come il fratello Bartolomeo. Fu dapprima in Avignone presso la corte pontificia, essendosi costituito in detta città agente di commercio di Bonaccorso e Puccinello del fu Turchio di Balbano, mercanti di Lucca, con atto notarile del 27 febbr. 1360 (Montenovesi, p. 46); si trasferì, quindi, a Bruges in qualità di agente della compagnia dei Guinigi, come attestano i registri della Corte dei mercanti della città fiamminga per l'anno 1372 (Mirot, p. 224). Tornato a Lucca, entrò a far parte del governo della Repubblica ricoprendovi la carica di anziano per il terziere di S. Martino nei bimestri settembre-ottobre 1378 e 1380; non abbandonò, tuttavia, la pratica della mercatura e nel 1381 divenne socio a Lucca di Francesco di Lazzaro, Lazzaro di Francesco e altri, tutti della famiglia dei Guinigi (Mirot, p. 225). Sempre nel 1381 figura tra quei mercanti lucchesi che, con lettera indirizzata agli Anziani in data 26 ottobre, sostenevano la necessità di favorire il commercio dei mercanti tedeschi a Lucca (Regio Archivio, II, 864).
Nel 1382 il B. è di nuovo a Bruges: il 15 gennaio vi compare quale pagatore di Tebaldino Tebaldini (Libro della Comunità, p. 98), il 27 settembre giura nella loggia dei mercanti lucchesi in Bruges "di atenere a li ditti ordini della… Comunità" e offre come suo pagatore Gallico da Piastra (ibid., p. 98) e il 5 ottobre figura pagatore per la compagnia di Lazzaro Guinigi (ibid., p.113)
Sempre a Bruges, il 9 nov. 1382 il B., su proposta di Giannino Spada, venne eletto consigliere della Comunità dal console Gallico da Piastra e dai consiglieri Pietro Testa e Gianni Cristofani (ibid., p. 114) e in tale qualità sottoscrisse, in data 25 febbr. 1383, la sentenza pronunziata nella controversia fra Franceschino Panichi e la Compagnia di Lazzaro Guinigi (ibid., p. 115)
Non sappiamo con precisione quando abbandonasse le Fiandre, ma, mentre non figura più tra i Lucchesi attivi nel commercio di quell'emporio, dal 1384 al 1408 partecipa invece alla vita cittadina ricoprendo per varie volte, negli anni 1384 (luglio-agosto), 1390 (gennaio-febbraio), 1392 (settembre-ottobre), 1396 (novembre-dicembre), 1398 (settembre-ottobre), la carica di anziano e nel bimestre gennaio-febbraio 1388 quella di gonfaloniere. Nel 14003 poi, venne eletto dei Dodici di Balia per il bimestre luglio-agosto (Sercambi, III, p. 8): erano quelli anni assai difficili per la Repubblica, la cui libertà era minacciata dai nemici esterni, come gli Antelminelli, spalleggiati dai Milanesi, e dalle discordie interne insorte fra i popolani e i nobili. Nel 1400 Paolo Guinigi (1400-1430) instaurava in Lucca la propria signoria e il B., che dal Sercambi viene indicato come "antiano amico della casa de' Guinigi" (Sercambi, I, p. 264), diveniva consigliere del nuovo signore nel primo trimestre del 1400 e di nuovo, avendo già fatto parte nel 1401 (Cianelli, p. 120) del Consiglio di stato, nel secondo e quarto trimestre del 1402 e. nel primo del 1404 (Governo di Paolo Guinigi, n. 1, cc. 21, 61, 69v, 88). Tali stretti rapporti vennero suggellati dal matrimonio contratto il 24 nov. 1405 dalla figlia del B., Chiara, con Giovanni del fu Michele di Lazzaro Guinigi. Il B. fu anche membro dell'Offizio sopra l'Abbondanza per il secondo e quarto trimestre del 1402 e per il primo del 1408 (ibid., n. I, cc. 21, 61, 88). Sembra che negli ultimi anni di vita egli facesse ritorno ad Avignone, dove i Guinigi, che erano divenuti verso la fine del sec. XIV, insieme agli Antelminelli, collettori della Camera apostolica, avevano una "ragione" che godeva ormai di una vasta clientela fra i sovrani europei.
Dal matrimonio del B. con Maria Bartolomea di Giovanni Parghia degli Antelminelli, avvenuto a Lucca nel 1376, era intanto nato lacopo, che continuò le tradizioni mercantili della famiglia e che dette inizio al ramo francese dei Bemardini attraverso i propri figli Riccardo, Giovanni (che fu al servizio del re di Francia durante la guerra dei Cento Anni) e Antonio di Riccardo, mercante a Parigi.
Secondo le fonti lucchesi il B. morì il 2 aprile 1408.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lucca, Biblioteca, ms. n. 124: B. Baroni, Famiglie Lucchesi, I, c. 165; Ibid., ms. n. 20: Id., Alberi di Famiglie, I, cc. 21, 73, 190; Lucca, Bibl. Governativa, ms. n. 11o5; G. V. Baroni, Notizie geneoalogiche delle famiglie lucchesi, ff. 355-509; Arch. di Stato di Lucca, Biblioteca, ms. n. 130: D. Barsanti, Pantheon delle famiglie Patrizie di Lucca, cc. 21-22, 157; Ibid., Libri di corredo alle carte della Signoria, n. 84; Catalogo delle famiglie originarie e de' Nobili della Repubblica di Lucca, c. 5; Ibid., Anziani al tempo della Libertà, n. 766; Cronologia dei Signori dell'Ecc. Repubblica di Lucca dall'anno di N. S. MCCCLXVIIII fino a tutto l'anno MDC, f. 170; Ibid., Governo di Paolo Guinigi, reg. e filza n. 38, 1, ff. 61, 69 v, 88; Regio Arch. di Stato in Lucca, Regesti, II, Carteggio degli Anziani, a cura di L. Fumi, Lucca 1903, parte 2, pp. XVIII, XIX, XXII, XXV, XXVI, XXIX, XXXII, XXXIII, 864; A. N. Cianelli, Mem. e doc. per servire all'istoria della città e stato di Lucca, II, Lucca 1814, p. 120; G. Sercambi, Croniche. a cura di S. Bongi, I, Roma 1892, p. 264; V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, II, Milano 1929, p. 49; L. Mirot, Etudes lucquoises, Paris 1930, pp. 224-225; O. Montenovesi, Regesto di pergamene lucchesi conservate nell'Arch. di Stato in Roma, in Miscellanea lucchese di studi storici e letterari in mem. di S. Bongi, Lucca 1931, p. 46; Libro della Comunità dei mercanti lucchesi in Bruges, a cura di E. Lazzareschi, Milano 1947, pp. 98, 113, 114, 115.