GENTILOTTI, Giovanni Benedetto
Nacque a Trento l'11 luglio 1672 dal cavaliere Giovanni Battista, del ramo di Engelsbrunn, e da Cecilia von Lehen.
Dopo aver compiuto in patria il corso di umanità, proseguì gli studi a Salisburgo, a Innsbruck e, dopo aver preso gli ordini minori, a Roma, dove rimase per otto anni. Furono gli anni fondamentali per la formazione del G., nel vivo della cultura romana del tempo: allievo del Collegio urbano de Propaganda Fide, vi approfondì lo studio della teologia e delle lingue antiche e orientali, e divenne accademico della Conferenza dei concili per l'approfondimento della storia ecclesiastica che ivi si radunava; seguì poi il corso legale alla Sapienza (senza ottenere però il dottorato) e frequentò lo studio del celebre avvocato e auditore di Rota A. Ansaldi. Risale probabilmente a un soggiorno in patria in questo periodo il riordino della Biblioteca vescovile di Trento e la redazione da parte del G. del primo inventario dei manoscritti.
Nel 1703 l'arcivescovo e principe di Salisburgo J.E. Thun nominò il G. suo consigliere aulico e gli affidò la sovrintendenza della Cancelleria vescovile. L'anno dopo fu chiamato a Vienna da Leopoldo I per assumere la direzione interinale della Biblioteca imperiale; la nomina ufficiale sopraggiunse il 28 sett. 1705.
Tranne una breve missione politica e diplomatica a Napoli a seguito del viceré G.A. von Martinitz nel 1707 (durante la quale egli ebbe comunque modo di visitare molte biblioteche secolari e religiose, individuando preziosi manoscritti che in seguito furono "donati" a Vienna), il G. rimase per venti anni alla direzione della Biblioteca imperiale.
Grazie all'opera di P. Lambeck e di D. Nessel, questa, dopo una lunga fase di decadenza, era tornata a essere una delle più vivaci istituzioni culturali dell'Impero, aperta all'influsso intellettuale del mondo protestante, nonché punto di gravitazione della numerosa colonia di intellettuali italiani a Vienna.
In tale spirito ecumenico lavorò anche il G., che fece tra l'altro acquistare e personalmente riordinò la biblioteca del barone G.W. von Hohendorf, una delle più importanti raccolte europee di letteratura deista e libertina, e mantenne cordiali rapporti con B. Mencke e gli Acta eruditorum, oltre che con numerosi studiosi tedeschi e italiani, tra cui L.A. Muratori. Grazie alla mediazione di A.R. di Collalto e di A. Zeno, fornì all'erudito modenese copia del Chronicon del vescovo cremonese Siccardo, edita in Rerum Italicarum Scriptores, VII, Mediolani 1725, coll. 529-625.
Collaborò alla prosecuzione dell'Italia sacra di F. Ughelli, fornendo a N. Coleti le notizie relative a Trento per il V volume (Venezia 1720, coll. 583-654). In qualità di bibliotecario imperiale, il G. portò avanti la descrizione dei codici, ne compilò un catalogo in undici volumi, e promosse la prima storia della biblioteca (B.C. Richard, Historia Bibliothecae caesareae Vindobonensis ad nostra tempora deducta, Jenae 1712).
Nel 1722 il G. ebbe un canonicato del capitolo di Trento dopo la rinuncia a suo favore dello zio Giovanni Bernardino. Nel 1723 fu designato auditore della Rota romana di nazione germanica. Ottenne allora la laurea legale alla Sapienza e prese possesso della carica il 14 nov. 1724. Il 9 luglio 1725, il capitolo cittadino lo elesse vescovo di Trento, nonostante il G. non avesse mai ricevuto l'ordinazione sacerdotale, per cui fu necessaria una dispensa da parte di Benedetto XIII e della congregazione concistoriale.
Ma il G. morì a Roma il 20 sett. 1725; fu sepolto nella chiesa di S. Maria dell'Anima, dove si osserva ancora il monumento funebre a lui dedicato.
Il G. legò alla famiglia, con vincolo fedecommissario, la propria biblioteca, che i due nipoti Giovanni Battista e Giovanni Benedetto lasciarono poi al seminario di Trento. Essa era composta da circa 10.000 volumi, con molti incunaboli e un cospicuo fondo di manoscritti, che dopo varie e complicate vicende finì per formare il primo nucleo dell'odierna Biblioteca comunale di Trento.
Del G. sono due opuscoli, usciti nel 1717 e 1718 sotto lo pseudonimo di Angelo Fonteio, scritti in polemica con B. Pez circa il metodo e l'opportunità dell'edizione di alcuni diplomi del celebre codice Udalriciano di Vienna (Nationalbibliotheck, ms. Pal. 398), in particolare il secondo: Epistola de Udalriciani codicis conspectu ad cl. v. Io. Burchardum Menkenium kalend. maii MDCCXVII scripta a dissertatione apologetica r.p. Bernardi Pezi… vindicata. In un altro opuscolo, a nome Modesto Taubengall, Apologeticus adversus umbras Oratii Melliti pro fama a.r.p. Gabrielis Hevenensis et universae Societatis Iesu in causa libelli, qui Cura salutis inscribitur, praecipiens methodum de statu vitae maturae ac prudenter deliberandi (Veronae [ma Trento] 1723), il G. difende invece l'opera di Pez e dei benedettini. Spirito aperto mostra il G. in un inedito Tractatus de methodo addiscendae historiae (Vienna, Nationalbibliothek, S.N. 9376). Gli inventari dei codici imperiali redatti dal G. sono ibid., S.N. 2207-2221, con due volumi di indici, S.N. 2199-2200. Il Catalogus commentatus codicum theologorum Latinorum iurisconsultorum medicorum historicorum et philologorum Bibliothecae caesareae Viennensis, continuazione dell'opera di Lambeck ma rimasto inedito, è a Trento, Biblioteca comunale, mss. 1549-1553. L'indice dei mss. della Biblioteca vescovile di Trento è pubblicato da B. Bonelli, Monumenta Ecclesiae Tridentinae, IV, Tridenti 1765, pp. 368-403.
Fonti e Bibl.: Carte gentilottiane sono nel ms. 1690 della Bibl. comunale di Trento; numerose altre, tra cui la corrispondenza degli anni di studio a Roma, sono state recentemente rinvenute nella biblioteca di palazzo Rosmini a Rovereto. Archivio segreto Vaticano, Rota romana, Processi, b. II, n. 102, 6 dic. 1723; Diaria, vol. 165. Giornale de' letterati d'Italia, XXXI (1719), pp. 351-355; Acta eruditorum, XXXIV (1715), pp. 219 s.; XLVI (1727), p. 288; Elogio di monsignor G.B. G., in Giornale de' letterati d'Italia, XXXVIII (1733), 2, pp. 64-88; B. Bonelli, Monumenta Ecclesiae Tridentinae, III, 2, Tridenti 1765, pp. 251-257, 333; A.F. Kollar, P. Lambecii commentariorum de augustissima Bibliotheca caesarea Vindobonensi editio altera, Vindobonae 1766, coll. 728-746; A. Zeno, Lettere, III, Venezia 1785, pp. 76, 167, 353, 360; IV, ibid. 1785, p. 79; L.A. Muratori, Epistolario, Modena 1901-10, a cura di M. Campori, IV, pp. 1265, 1321, 1399, 1423; V, pp. 2111, 2117, 2155; VI, pp. 2219, 2224, 2232, 2491, 2523; X, pp. 4512, 4618; XII, pp. 5465, 5471, 5557, 5568; C.G. Jöcher, Allgemeines Gelehrten-Lexikon, II, Leipzig 1750, p. 156; B. Gamba, G. G., in Biografia degli italiani illustri, a cura di E. De Tipaldo, V, Venezia 1837, pp. 270-275; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, IV, Oeniponte 1910, coll. 1264 s.; E. Cerchiari, Capellani papae et Apostolicae Sedis auditores… seu Sacra Romana Rota ab origine, II, Romae 1920, p. 223; G. Tarugi Secchi, La Biblioteca vescovile trentina, Trento 1930, ad nomen; I. Lunelli, La Biblioteca comunale di Trento, Trento 1937, pp. 4, 9-13; F. Menestrina, La famiglia trentina dei Gentilotti, in Studi trentini, XXX (1951), pp. 192, 202-204; Geschichte der Österreichischen Nationalbibliothek, a cura di J. Stummvoll, I, Wien 1968, pp. 191-198; G. Ricuperati, L'esperienza civile e religiosa di Pietro Giannone, Milano-Napoli 1970, pp. 231-235, 239, 396-398; G. Bordato, G.B. G. e la sua biblioteca, in Civis. Studi e testi, Trento 1980, pp. 193-217, 247-271; H. Hoberg, Inventario dell'Archivio della Sacra Romana Rota (sec. XIV-XIX), Città del Vaticano 1994, p. 196; A.A. Strnad, Der trientner Johann Benedikt G. von Engelsbrunn (1672-1725). Notizen zu einem Lebensbild, in Id., Dynast und Kirche. Studien zum Verhältnis von Kirche und Staat im späteren Mittelalter und in der Neuzeit, Innsbruck 1997, pp. 557-586.