BEMBO, Giovanni
Nato a Venezia nel 1473 da casata illustre, ma decaduta, ebbe accurata educazione letteraria. Passato giovanissimo, non si sa per qual ragione, a Corfù, se ne allontanò, presa Lepanto dai Turchi (1499), per riparare a Ragusa prima, e poi a Pesaro, dove militò sotto Giovanni Sforza, e tenne scuola di umane lettere per la gioventù desiderosa di ascoltarlo. Mortogli il padre Domenico tornò a Venezia, e qui diede alle stampe, nel 1502, le annotazioni del Sabellico, Beroaldo, Poliziano, Pio, Calderino ed Egnazio sopra varî autori latini; apprezzata fatica di filologo, che meritò l'onore di una ristampa (Parigi 1508). Pochi anni dopo, costrettovi forse da necessità economiche, riprese a viaggiare sopra una galea mercantile. Per l'Istria, la Dalmazia, la Puglia, la Calabria, la Sicilia si portò in Africa, dove visitò nel 1505 Bona, Tunisi, Tripoli e le rovine di Cartagine, e di qui in Spagna, sempre raccogliendo iscrizioni e cercando vestigia archeologiche, con passione di umanista innamorato. Nel 1508 era di nuovo a Venezia; nel 1525 fu spedito rettore a Skíathos e Skópelos nelle Sporadi, ma non vi rimase a lungo, amareggiato da dolorose vicende familiari. Morì a Venezia il 22 settembre 1545.
Il frutto delle sue ricerche è consegnato in un manoscritto (Inscriptiones antiquae ex variis locis sumptae), ora nella Biblioteca di stato di Monaco di Baviera (cod. lat. 10.801), che ha fornito anche le poche indicazioni biografiche finora note. Una lettera del B. ad Andrea Anesi di Corfù (1536), di cui diede qualche estratto il Morelli, non contiene nulla che non sia parimenti in questo codice. È probabilmente di un omonimo - dei tre o quattro contemporanei - la cronaca latina di cose veneziane (giunge fino al 1510) pubblicata, in parte, da un codice ambrosiano, sotto il nome di Giovanni Bembo.
Bibl.: I. Morelli, Operette, Venezia 1820, II, 37-59; Th. Mommsen, Autobiographie des Venezianers Giovanni Bembo, in Sitzungsberichte der kön. Akademie d. Wissensch., Monaco 1861, I, 584-609.