VACCHELLI, Giovanni Battista
VACCHELLI (Vachelli, Vacheli), Giovanni Battista (in religione Giovanni Battista da Rubiera). ‒ Primogenito di Giovanni Battista e di Lucia Negri, nacque a Carpi il 30 marzo 1627 e fu battezzato in duomo l’indomani con il nome di Carlo Bernardino (Carpi, Archivio della cattedrale, Registro dei battezzati, anni 1624-33, atto n. 48).
Il padre, originario di Canneto (oggi Canneto sull’Oglio), si era unito alla consorte il 21 giugno 1626 proprio nel duomo carpigiano (Carpi, Archivio della cattedrale, Registro dei coniugati, anni 1624-58, atto n. 40), nel quale peraltro egli ricopriva la mansione di organista e fece battezzare anche le figlie Cecilia e Lucrezia Ludovica, nate rispettivamente il 28 giugno 1628 e il 7 ottobre 1631 (Registro dei battezzati, anni 1624-33, atti nn. 89, 54). Unitamente alla famiglia, questi si trasferì a Rubiera nel 1632 perché nominato organista della chiesa parrocchiale. Qui fece battezzare l’ultimogenito Paolo, nato il 12 marzo 1633 (Rubiera, Archivio parrocchiale, Registro dei battezzati, anni 1624-1714, c. 21r), e infine ebbe onorata sepoltura, come attesta l’atto di morte: «Messer Giovanni Battista Vacchelli da Carpi, organista in questo loco, morse et fu sepolto in questa parocchiale di Rubiera il dì 6 maggio 1644» (Rubiera, Archivio parrocchiale, Registro dei defunti, anni 1594-1684, G, sub data).
Morto il padre, Carlo Bernardino ne divenne successore all’organo, con nomina deliberata dalla comunità di Rubiera, proprietaria dello strumento musicale, e con retribuzione annua erogata per sette mensilità dalla stessa comunità, per le restanti cinque dal locale consorzio presbiterale. In un secondo tempo, durante il 1645, vestì il saio francescano in S. Maria Novella di Rubiera, officiata dai minori conventuali, adottando, con la professione e l’affiliazione, il nome di Giovanni Battista in memoria del genitore (Rodolfi, 2007).
L’anno seguente pubblicò a Venezia Il primo libro de motetti concertati a due, tre et a quatro voci con il basso per l’organo [...] opera prima, dedicato ai «Patroni [...] della Communità di Rubbiera [...] persone devote e zelose del culto divino», vale a dire gli amministratori civici, suoi datori di lavoro. Nella dedicatoria, datata 15 dicembre 1646, l’autore ascriveva ai «primi frutti» del proprio «debol intelletto» possibili imperfezioni che in avvenire auspicava di purificare sollecitato dalla reputazione degli organisti suoi predecessori a Rubiera, «personaggi degni e virtuosi» (ibid.), con evidente riferimento all’attività del padre e di altri noti colleghi, tra i quali il modenese don Lodovico Casali, titolare nel 1620, e il bolognese Ercole Porta, in servizio tra il 1625 e il 1628.
L’incarico rubierese si interruppe tuttavia nel 1649, allorché il frate, piegatosi al volere dei superiori, fu trasferito a Este nel convento correligionario di S. Francesco dove, il 17 aprile di quell’anno, ricevette la nomina di organista della chiesa conventuale (Archivio di Stato di Padova, Corporazioni soppresse, Monasteri, S. Francesco di Este, b. 64, sub data). Con deliberazione del 3 febbraio 1651 la sua carica musicale si estese simultaneamente ad altra e più importante sede: fu confermato in S. Francesco e altresì nominato organista del duomo (b. 34, sub data).
Non è chiaro fino a quando Vacchelli abbia mantenuto formale servizio a Este: di certo nel settembre del 1652 soggiornò a Modena, dove fu retribuito per cinque prestazioni all’organo della chiesa di S. Carlo (Chiarelli, 1991), ma si ignora se ciò sia avvenuto durante una breve licenza oppure un ampio trasferimento nella capitale estense. In ogni caso, nel 1657 fu provvisoriamente spostato nel convento di S. Francesco di Bologna. Lo rivelano una lettera del 14 luglio, indirizzata da fra Giovanni Tommaso Merighi, ministro provinciale dei minori conventuali, a fra Flaminio Fabretti, guardiano del convento bolognese, e la risposta di questi a Merighi, spedita il 21 seguente, nella quale si specifica che Vacchelli era giunto in S. Francesco come maestro di cappella, benché «per modum provisionis» (Mattei, 1922), vale a dire per un breve mandato, la cui durata resta oscura a causa di talune dispersioni documentali (Manzoni, 1984-85).
In una supplica del 1658 (senza indicazione di giorno né mese) Vacchelli, «essendo ricercato nel duomo di Carpi per mastro di capella» e «per potersi sostentar con la virtù che Dio l’ha dato», chiese al duca di Modena che perorasse in suo favore presso il ministro provinciale dei conventuali, opponente al nuovo incarico (Archivio di Stato di Modena, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di Regolari, b. 119, Vacchelli). L’interessamento ducale, ammesso che sia stato avanzato, non sortì effetto, perché nel 1659 a Carpi fu nominato Ercole Bosio (Lucchi, 2007).
Cadde nel vuoto anche una successiva richiesta, non datata ma ascrivibile ai primi mesi del 1660, inoltrata da Vacchelli a Cesare d’Este (figlio del defunto duca Alfonso III) perché segnalasse a suo fratello, il cardinal Rinaldo, vescovo di Reggio, l’aspirazione del musicista a dirigere la cappella della cattedrale di quella città (Archivio di Stato di Modena, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di Regolari, b. 119, Vacchelli): aspirazione delusa perché nel frattempo il porporato rinunciò alla sede reggiana che rimase vacante da aprile a dicembre di quell’anno.
Tre anni dopo, il 18 febbraio 1663, spettò comunque al frate il titolo di magister musices, accordatogli dal ministro generale dei conventuali per acclarata attività in campo musicale: «datae fuerunt litterae patentes pro magistro musices ex servitio habito [...] patri Johanni Baptistae Vacchelli de Ruberia» ([Rinaldi], 1939), titolo che contemplava alcuni privilegi in seno all’ordinamento francescano come la precedenza gerarchica sui frati semplici e sui vicari non presidenti (Constitutiones Urbanae..., 1628).
Nel 1664, in attesa forse di una nuova raccomandazione, il musicista si rivolse un’altra volta a Cesare d’Este, dedicandogli il primo libro dei Motetti a voce sola [...] opera seconda (pubblicato a Venezia), affidando alla «poderosa sua prottetione la debolezza» delle proprie composizioni: i quattordici brani sono variamente distribuiti tra i registri vocali (sei al soprano, quattro al contralto, uno al tenore e tre al basso), a uso di varie ricorrenze liturgiche (per lo più mariane e santorali). Nel frontespizio l’autore non vantava alcuna carica o appartenenza, se non quella di aderente all’Accademia della Confraternita della Morte di Finale (oggi Finale Emilia), con il nome di Naufragante.
Il frate, che nell’estate del 1665 si trovava nuovamente a Rubiera tra le mura del convento di S. Maria Novella (Archivio di Stato di Modena, Ente comunale di Assistenza, Conventuali di Rubiera, b. 237, Primo libro de’ consegli ed alcune memorie, anni 1636-1717, c. 3r), giunse a Pesaro nell’autunno del 1666 per assumere un incarico biennale di maestro di cappella in cattedrale, declinandolo però nel gennaio del 1668, ben prima della scadenza contrattuale (Salvarani, 2009). Durante il soggiorno pesarese, diede alle stampe i Sacri concerti a 1, 2, 3, e 4 [voci] con violini e senza [...] libro secondo, opera terza, pubblicati a Bologna nel 1667 e dedicati al conte Claudio Marazzano Visconti, vescovo di Senigallia. Si tratta di ventidue mottetti svolti con vivida inventiva, sapiente gioco combinatorio dei timbri vocali e con l’aggiunta di due violini, talvolta obbligati, talvolta si placet.
Non è possibile datare né puntualizzare con maggior chiarezza un anonimo memoriale privo di indicazione cronologica, nel quale si difende l’operato di Vacchelli, «mastro di capella de’ Gesuiti» in S. Bartolomeo a Modena, dall’accusa di aver trattato con eccessivo rigore un «putto castrato» dell’annesso collegio (Archivio di Stato di Modena, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di Particolari, b. 1419, Vacchelli).
Morì in data e luogo imprecisati.
Fonti e Bibl.: Constitutiones Urbanae fratrum Ordinis min. conventualium S. Francisci, Roma 1628, p. 327; S. Mattei, Serie dei maestri di cappella minori conventuali di S. Francesco, a cura di D. Stella, in Miscellanea francescana di storia, di lettere, di arti, XXIII (1922), p. 138; [S. Rinaldi], Musicisti dell’ordine francescano dei minori conventuali, a cura di R. Casimiri, in Note d’archivio per la storia musicale, XVI (1939), p. 240; L. Manzoni, La Cappella musicale della basilica di S. Francesco in Bologna, tesi di laurea, Università di Bologna, a.a. 1984-85, parte I, pp. 170 s.; A. Chiarelli, La musica, in Il collegio e la chiesa di S. Carlo a Modena, a cura di D. Benati - L. Peruzzi - V. Vandelli, Modena 1991, p. 249; V., G. B., in The new Grove dictionary of music and musicians, XXVI, London-New York 2001, p. 192; M. Lucchi, Musica sacra a Carpi, in Storia della chiesa di Carpi, a cura di A. Beltrami - A. Garuti - A.M. Ori, Modena 2007, p. 207; S. Rodolfi, «Un organo a più registri d’ottimo autore». Strumenti musicali nelle chiese di Rubiera, Rubiera 2007, pp. 12 s., 49; M. Salvarani, Musica e musicisti a Pesaro tra Sei e Settecento, in Pesaro dalla devoluzione all’Illuminismo, Venezia 2009, p. 152; C. Sartori, V., G. B., in MGG online, 2016, https://www.mgg-online.com/mgg/stable/23048 (16 febbraio 2020).