TRENER, Giovanni Battista
– Nacque a Fiera di Primiero (Trento) il 7 gennaio 1877 da Silvio, capo maggiore di Finanza, e da Maria Elisabetta Bonetti.
Frequentò le scuole primarie a Caprile, frazione di Alleghe (Belluno), poi proseguì gli studi a Rovereto e, in seguito, a Trento, dove si diplomò al ginnasio superiore Giovanni Prati nel 1895. Nello stesso anno si iscrisse al corso di laurea in chimica della Philosophische Fakultät dell’Alma Mater Rudolphina di Vienna dove, sotto la guida del geologo Eduard Suess e del geomorfologo Albrecht Penck, si laureò nel 1900 e dove svolse attività di praticantato fino al 1902.
Venne assunto in servizio presso il Kaiserlich Königlichen Geologischen Reichsanstalt di Vienna, dove ottenne l’incarico di rilevamento geologico in Tirolo meridionale per la realizzazione della carta geologica dell’Impero austro-ungarico in scala 1:75.000.
Fino al 1909 lavorò nel massiccio granodioritico Adamello-Presanella, in Val di Fumo e in Val di Daone, in Valsugana e sulla catena Lagorai-Cima d’Asta.
I risultati dei suoi rilevamenti confluirono nei fogli geologici n. 78 Bormio und Passo del Tonale (1908), Borgo und Fiera di Primiero (1909) della Geologische Spezialkarte der Osterreichisch-Ungarischen Monarchie del K.K. Geologischen Reichsanstalt (KKGR) e, in seguito, nei fogli geologici in scala di 1:100.000 n. 21 Trento (1929) e n. 22 Feltre (1943) della Carta geologica delle Tre Venezie del ministero dei Lavori pubblici, ufficio idrografico del regio magistrato alle Acque.
Negli stessi anni mise a punto una legge mineralogica sul comportamento ottico del quarzo, conosciuta come regola di Trener, che venne ampiamente applicata dal suo collega austriaco Bruno Sander e che divenne il fondamento della petrografia strutturale. Si tratta di una legge petrografica che studia l’orientamento dei cristalli di quarzo, verificando che nelle quarziti l’asse ottico è sempre disposto perpendicolarmente alla scistosità.
Proseguì le sue ricerche anche in campo minerario (Le antiche miniere di Trento, in Annuario della Società alpinisti tridentini, XX (1896-1898), pp. 27-90; Industrie vecchie e nuove nel Trentino, in Annuario degli studenti trentini, V (1899), pp. 143-196) caratterizzando anche gli aspetti geochimici dei giacimenti e affiancandole a una fitta pubblicazione di scritti a tema umanistico sulla rivista Tridentum, fondata insieme a Cesare Battisti. I due proposero alla Società degli alpinisti tridentini la costituzione di un Circolo trentino di studi idrologici, glaciologici, speleologici, grazie anche all’appoggio di alcuni importanti scienziati come François-Alphonse Forel, il fondatore della limnologia, senza però ottenere dalla Società una risposta; questo progetto può essere considerato il primo embrione del Museo trentino di storia naturale, al quale Trener dedicò gran parte della sua vita. Il legame con Battisti si consolidò ancora di più quando Trener, nel 1909, si sposò con Irene Bittanti, sorella di Ernesta, moglie di Battisti; dal loro matrimonio nacque l’unica figlia Daonella.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, il KKGR sospese le attività di rilevamento nei territori di confine e Trener ottenne il permesso di trasferirsi presso l’ufficio idrografico del magistrato per le Acque a Padova, grazie alle intercessioni dell’allora direttore, Giorgio Dal Piaz. Nel 1915 si arruolò volontario nell’esercito italiano e prestò servizio sul Carso, ottenendo numerose onorificenze. Per la sua approfondita conoscenza del tedesco venne chiamato dal comando supremo come interprete per le trattative di pace tra Italia e Austria, che si definirono con l’armistizio di Villa Giusti il 4 novembre 1918.
Finita la guerra, dopo aver rifiutato l’incarico di assistente alla cattedra di geologia dell’Università di Padova che gli venne proposto da Dal Piaz, Trener si trasferì definitivamente a Trento, svolgendo prevalentemente attività di professionista consulente per la ricostruzione postbellica. Il suo rigoroso metodo di lavoro e la sua esperienza professionale lo qualificarono come uno dei più preparati geologi dell’area trentina. Durante questo periodo si occupò della realizzazione di importanti opere idrauliche: le derivazioni idrauliche del Sarca e del Brenta, le opere sui laghi di Piazze e di Ledro, sui torrenti Noce e Avisio, sul fiume Adige e sul lago di Molveno.
Non cessò mai le sue attività di ricerca in ambito minerario, collaborando con la Breda per i giacimenti della Venezia Tridentina, dell’Agordino e dello Zoldano.
Trener perseguì con ostinazione, investendovi non solo mezzi economici ma anche alte aspirazioni personali, un’avventura imprenditoriale che non durò però che qualche decennio. Si dedicò infatti alla gestione della società mineraria Mons Argentarius per condurre ricerche nella zona di monte Calisio, già conosciuta fin dal Medioevo, e della Società delle miniere della Valsugana (Valsugana Bergbau Gesellschaft) costituita nel 1910 da un gruppo di imprenditori viennesi al fine di acquisire alcune concessioni nei territori di Civezzano, Pergine, Levico e Borgo Valsugana dalla ditta Leitner & C. di Vienna. In questo periodo produsse una significativa quantità di studi, relazioni, analisi di campioni di materiali, fotografie e schizzi, oggi conservati nell’Archivio Trener presso il Museo delle scienze di Trento.
Sul finire del 1931 si recò in Unione Sovietica con l’ingegnere Angelo Omodeo, progettista di numerosi impianti idroelettrici italiani, per studiare la possibilità di realizzazione di analoghi impianti in Turkestan e nel Caucaso.
Trener profuse il suo impegno anche per fondare, nel 1922, il Museo civico di storia naturale di Trento, di cui divenne conservatore per l’intero periodo 1922-32. Nel 1929 il museo assunse la denominazione di Museo di storia naturale della Venezia Tridentina e Trener ne fu il direttore. Sotto la sua guida vennero promosse ricerche in campo geologico e idrogeologico, studi micologici, limnologici, glaciali e speleologici e nel 1930 il Museo ospitò la XIX Riunione della Società italiana per il progresso delle scienze. Venne destituito dalla carica nel 1932, forse per contrasti con il regime fascista; fu di nuovo nominato direttore nel 1946 quando venne attivato, all’interno del Museo, il Centro di studi alpini del CNR per la promozione degli studi climatici.
Nel 1933 partecipò al I Congresso speleologico nazionale a Trieste, dove presentò una comunicazione sulla distribuzione del carsismo nel territorio della Venezia Tridentina. Nel periodo 1933-48 si dedicò a studi di carattere applicativo identificando, con l’ausilio del radiometro Ambronn, la prima sorgente di acqua radioattiva sul monte San Vigilio che venne, da quel momento, incanalata e condotta in un centro fisioterapico a Merano. In questo lungo periodo Trener si interessò con passione a questo tema, ipotizzandone un’applicazione clinica, identificando una cinquantina di sorgenti radioattive tra le oltre settecento analizzate e assumendo l’incarico di monitorarne la portata, la radioattività e la gestione delle pratiche per la concessione dei permessi di ricerca.
Morì a Trento il 5 maggio 1954.
Dopo la sua morte un apposito Comitato onoranze Trener raccolse i suoi scritti geografici e geologici, inclusi alcuni inediti; questi lavori vennero pubblicati, in diversi anni, sul Supplemento agli Studi trentini di scienze naturali. Dall’analisi di questi lavori si evidenzia l’intensa attività di ricerca di Trener compiuta in diversi settori della geologia e delle scienze della montagna; rimase però sempre legato al tema limnologico, lasciando scritti di enorme rilevanza per la ricostruzione degli ambienti montani (per esempio, Di alcuni laghi scomparsi nel Trentino, in Studi trentini di scienze naturali, XXXIV (1957), pp. 74-80). L’odierno Museo delle scienze di Trento, che mantiene l’importante fondo d’archivio Trener, conserva ancora oggi i caratteri improntati dal suo fondatore nelle proprie modalità di gestione e di ricerca scientifica.
Fonti e Bibl.: Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, fondo Giovanni Battista Trener.
L. Fiorio, G. B. T., in Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati, s. 5, III (1954), pp. 31 s.; G. Morandini, G. B. T., in Bollettino del Comitato glaciologico Italiano, s. 2, V (1954), pp. 9-16; M. Ferrari, Attività scientifica e impegno civico di G. B. T., in Studi trentini di scienze naturali. Acta geologica, LIV (1977), pp. 5-35; V. Calì, Cesare Battisti geografo: carteggi 1894-1916, Trento 1988; G. Tomasi, G. B. T. (1877-1954) nel cinquantesimo della morte, in Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati, s. 8, IV (2004), pp. 7-22.