PEROLLI, Giovanni Battista
PEROLLI, Giovanni Battista. – Non si conosce la data di nascita di questo pittore, scultore e architetto originario di Crema, documentato a Genova e in Spagna nella seconda metà del XVI secolo.
Perolli «quondam Stephani de Crema pictor» risulta citato per la prima volta a Genova il 22 novembre 1554, quando stipulò un accordo con Nicolò da Carpi «pictor» finalizzato a dare vita per dieci anni a una «societatem et compagniam […] de arte designatori et recamatoris» (Alizeri, 1873, p. 474). Nell’atto compare come consulente il pittore Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco (Parma, 1999, p. 386), con il quale Perolli manterrà un profondo rapporto (Caraceni Poleggi, 1987, p. 291; López Torrijos, 1999, p. 403; Ead., 2000, pp. 5-9). Perolli fu da allora attivo in città, come dimostra l’iscrizione al centoundicesimo posto della locale matricola «Artis Pictoriae et Scutariae» (Rosso Del Brenna, 1976, p. 27; López Torrijos, 2000, p. 6) e la nomina a console dell’Arte nel 1560 (Parma, 1999, p. 24; López Torrijos, 1999, p. 403). Nel 1562 si colloca l’esecuzione dell’Adorazione dei Magi realizzata per la cappella di Anton Maria Grimaldi in S. Francesco di Castelletto e poi citata presso S. Salvatore (Alizeri, 1875, p. 83; López Torrijos, 2000, pp. 7-9; Magnani, 1995, p. 188; Parma, 1999, p. 386; oggi Genova, Ufficio Ispettorato compartimentale delle imposte dirette).
Sulla base di recenti scoperte archivistiche (López Torrijos, 1999, p. 244, a cui si rimanda per un’accurata analisi della personalità di Perolli e dei membri della sua famiglia), il 10 marzo 1563 Perolli ricevette una somma da Benedetto Doria, mentre il 6 settembre dell’anno seguente fu impegnato nella vendita di merci (López Torrijos, 2000, p. 9). Alla fine del 1564 accettò di realizzare per Giovanni Battista Grimaldi sei busti, con un pagamento previsto entro l’agosto dell’anno seguente (Caraceni Poleggi, 1987, p. 291; López Torrijos, 1999, p. 403; Ead., 2000, pp. 11 s.). Sempre al 1564 (15 novembre) si fanno risalire i primi contatti tra Perolli e il cantiere del palazzo di don Álvaro de Bazán a El Viso del Marqués (Ciudad Real), per il quale fu coinvolto anche il Bergamasco (López Torrijos, 1999, p. 403; Parma, 1999, p. 387; López Torrijos, 2002a, p. 146; Ead., 2009, p. 226). Nel 1566 Perolli era attivo a Genova, dove a marzo ottenne da Giovanni Battista Grimaldi la commissione per la decorazione delle facciate della villa del nobile a Sampierdarena, l’esecuzione di un busto e la progettazione di un «pogiolo» (Caraceni Poleggi, 1987, p. 291; López Torrijos, 1999, p. 403; Ead., 2000, pp. 16 s.). Il nome del maestro compare in un ulteriore atto del 23 agosto 1566 relativo sempre all’edificio di Sampierdarena (Labò, 1925; López Torrijos, 2009, pp. 226, 239-241). Segnalato nel 1566 per un debito contratto dal Bergamasco nei confronti di Giovanni Battista Spinola (López Torrijos, 1999, p. 403; Ead., 2009, pp. 226, 244 s.), nel 1567 «Battista da Crema» scolpì l’effigie di Giovanni Battista Grimaldi destinata a palazzo S. Giorgio (Alizeri, 1847, p. 282; Parma Armani 1987, p. 311; López Torrijos, 1999, p. 403; Ead., 2000, pp. 12 s.). Lo stesso anno si impegnò a restituire del denaro a Matteo Semino (López Torrijos, 2009, pp. 226, 245) e intervenne per terminare i lavori non conclusi dal Bergamasco a causa della sua partenza per la Spagna; in particolare una pala richiesta da Tomaso Di Negro per S. Benigno, per la quale Perolli ricevette il saldo nel febbraio 1567 (Caraceni Poleggi, 1987, p. 286; López Torrijos, 1999, p. 403; Parma, 1999, p. 387; López Torrijos, 2000, p. 13). Per la cappella Lercari in S. Lorenzo, affidata al Bergamasco nel 1564, «Battista Perolli da Crema» (Alizeri, 1875, p. 14), realizzò l’immagine della Fede (Parma Armani, 1987, pp. 334 s.; Parma, 1999, p. 387, con bibl.; López Torrijos, 2002b, pp. 145 s.), commissionatagli da Franco Lercari il 19 novembre 1565 (Santamaria, 2009, pp. 108 s.).
Nel corso della fine degli anni Sessanta Perolli risulta citato per vari lavori richiesti da Giovanni Battista Grimaldi nell’ambito dei cantieri del Palazzo di città e della villa a Sampierdarena e per un acquisto di marmi per Nicolò Grimaldi (Labò, 1925, p. 274; López Torrijos, 1999, p. 403; Ead., 2000, pp. 14-16; Ead., 2002b, p. 146). Nei mesi di gennaio e aprile del 1570 l’artista ricevette compensi per l’esecuzione di una fontana affidatagli da Giovanni Andrea Doria e destinata alla Spagna (Merli - Belgrano, 1874, p. 48 n. 1; López Torrijos, 1999, p. 403; Ead., 2002b, p. 151). Il 12 maggio 1571 «Battista da Crema» compare insieme a Luca Cambiaso quale perito nel contratto con cui Gaspare Forlani prometteva ad Antonio De Franchi di realizzare un’ancona con tabernacolo per la chiesa genovese dell’Annunziata (López Torrijos, 2002b, p. 150; Cerioli, in Alvaro et al., 2007, doc. p. 456; Sanguineti, 2013), mentre a giugno funse da intermediario tra Giovanni Battista Grimaldi e lo scultore fiorentino Raffaele di Michele (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2000, p. 21). Del 1572 è la scultura di Melchiorre Negrone in palazzo S. Giorgio (Alizeri, 1875, pp. 38 s.; Parma Armani, 1987, p. 311; López Torrijos, 2002b, p. 153; per il disegno preparatorio: Santamaria, 2009, p. 108). Nell’agosto del medesimo anno contrattò con i rappresentanti di Andrea Spinola la costruzione della cappella dedicata alla Vergine in S. Francesco di Castelletto, con una spesa prevista di seimila lire (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2002b, pp. 154-161, con una dettagliata descrizione dei termini del contratto), mentre a novembre accettò di ampliare la casa di Agostino Pisoni (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2002b, pp. 153 s.). Sulla base di un documento del 26 novembre 1572 venne affidata a Bernardo Cantone e a «Giovanni Battista Cremasco» la progettazione della chiesa di S. Pietro in Banchi (Varni, 1861, doc. 211; Alfonso, 1985, p. 318; López Torrijos, 2002b, p. 153; Vassallo, 2008, p. 69). Nel febbraio 1573 Perolli predispose il modello per una fontana destinata alla villa di Battista Lercaro a Sampierdarena (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2002b, p. 162); nello stesso anno inoltre il maestro fornì il disegno per la decorazione di un salotto nel palazzo di Giovanni Battista Grimaldi, realizzata da Ottavio Malosso (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2002b, pp. 149 s.). Nel 1574 il pittore risulta impegnato in vari incarichi per la famiglia Grimaldi e nella fornitura di un progetto per una loggia destinata a Quarto (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2002b, p. 161). Risale alla fine dello stesso anno la partenza di Perolli per la Spagna, evento che comportò l’interruzione di vari lavori, poi stimati da alcuni colleghi. Il 16 e 17 dicembre venne infatti valutato quanto realizzato da Perolli nella cappella di Andrea Spinola in S. Francesco di Castelletto (López Torrijos, 2002b, p. 162; Santamaria, in Alvaro et al., 2007, doc. p. 456; López Torrijos, 2009, pp. 227 s., 247 s.), mentre il 18 dicembre don Álvaro de Bazán accettò di pagare centocinquanta scudi d’oro ad Agostino Spinola come risarcimento per quanto dovuto dal maestro (López Torrijos, 2002b, pp. 162 s.; Ead., 2009, pp. 228, 249). Convocati il 10 e 11 gennaio 1575 ulteriori artisti per concludere i lavori in S. Francesco di Castelletto (López Torrijos, 2009, pp. 228, 250-253), da quel momento Perolli fu attivo, con il ruolo di «pintor mayor», nel cantiere della residenza di El Viso (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2002a, p. 149), nell’ambito del quale risulta ricordato negli anni 1579-80 (López Torrijos, 1999, p. 404), dopo essersi stabilito definitivamente in terra iberica, come attestano documenti relativi alla famiglia. Nel 1576 viene infatti citata la moglie Geronima, mentre dal giugno 1577 al 1587 è segnalata la nascita di cinque figli (Del Campo, 1998, pp. 53-64; López Torrijos, 1999, p. 404). Al 1584 risale la realizzazione del progetto per una chiesa dei Gesuiti a Segura de la Sierra (López Torrijos, 1999, p. 404).
Ancora attivo negli anni seguenti per il palazzo di El Viso, P. morì verosimilmente in questo centro tra il settembre del 1587, quando fu battezzato il figlio Agostino (López Torrijos, 1999, p. 404; Ead., 2002, p. 152), e l’anno seguente (López Torrijos, 1999, p. 404; ulteriori fondamentali approfondimenti per l’attività spagnola di Perolli in López Torrijos, 1997, pp. 247-256; Ead., 1999, pp. 229-244; Ead., 2005, pp. 51-59; Ead., 2007, pp. 198-202; Ead., 2009, pp. 109-221; Ead., 2011, p. 91).
Fonti e Bibl.: F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, II, 1, Genova 1847, p. 282; S. Varni, Elenco dei documenti e notizie da servire alla storia delle belle arti in Liguria, Genova 1861, doc. 211; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria…, II, Genova 1873, p. 474; A. Merli - B. Belgrano, Il palazzo del Principe D’Oria a Fassolo in Genova, in Atti della Società ligure di storia patria, X (1874), 1, p. 48; F. Alizeri, Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova…, Genova 1875, pp. 14, 38 s., 83; M. Labò, Studi di architettura genovese. La villa di Battista Grimaldi a Sampierdarena e il palazzo D’Oria in Strada Nuova, in L’Arte, XXVIII (1925), pp. 271-280; G. Rosso Del Brenna, Arte della pittura nella città di Genova, in La Berio, 1976, n. 1, p. 27; L. Alfonso, Tomaso Orsolino e altri artisti di Natione Lombarda a Genova e in Liguria dal secolo XIV al XIX, Genova 1985, p. 318; F. Caraceni Poleggi, La committenza borghese e il Manierismo a Genova, in La pittura a Genova e in Liguria, I, Genova 1987, pp. 286, 291; E. Parma Armani, Una svolta internazionale, in La scultura a Genova e in Liguria dalle origini al Cinquecento, Genova 1987, pp. 311, 333 s.; L. Magnani, Luca Cambiaso da Genova all’Escorial, Genova 1995, pp. 188 s.; R. López Torrijos, Obras, autores y familias genovesas en España, in Archivo español de arte, 1997, n. 70, pp. 247-256; J.M. Del Campo, La familia Peroli y otros italianos en Viso del Marqués (1575-1613), in Boletín del Museo e Instituto Camón Aznar, 1998, n. 71, pp. 53-64; R. López Torrijos, La pittura genovese in Spagna, in La pittura in Liguria. Il Cinquecento, a cura di E. Parma, Genova 1999, pp. 162-165, 229-244, 402-406 (con bibl.); E. Parma, L’“Ars pictoriae” a Genova nella prima metà del Cinquecento, ibid., pp. 24, 385-387; R. López Torrijos, Juan Bautista P.: obras genovesas.I. in Archivo español de arte, 2000, n. 73, pp. 1-22; Ead., Arte e storia condivisa nel Palazzo del Viso, in Genova e la Spagna, a cura di P. Boccardo - J.L. Colomer - C. Di Fabio, Cinisello Balsamo 2002a, pp. 146-152; R. López Torrijos, Juan Bautista P.: obras genovesas. II., in Archivo español de arte, 2002b, n. 75, pp. 145-165; E. Herrera Maldonado, La renovacíon de los lenguajes artísticos y la contribución de algunos artistas italianos en la Mancha entre los siglos XVI y XVII: los Perolli, in Correspondencia e integración de las artes. XIV Congreso nacional de historia del arte, Málaga… 2002, a cura di I. Coloma Martín - J. A. Sánchez López, I, Málaga 2003, pp. 259-271; R. López Torrijos, De la Superba al Señorío..., in El arte foráneo en España, Madrid 2005, pp. 51-59; G. Alvaro et al., Regesto dei documenti, in Luca Cambiaso un maestro del Cinquecento europeo (catal., Genova), a cura di P. Boccardo et al., Cinisello Balsamo 2007, doc. p. 456 (C. Cerioli); doc. p. 456 (R. Santamaria); R. López Torrijos, Sobre pintores italianos en España (Castello, P. y el falso Cesare Arbasia en el palacio del Viso), in In sapientia libertas. Escritos en homenaje al profesor Alfonso E. Pérez Sánchez, Madrid 2007, pp. 198-202; S. Vassallo, Vicende storiche, in S. Pietro in Banchi. Nuova chiave di lettura per S. Pietro della Porta a Genova, Genova 2008, p. 69; R. López Torrijos, Entre España y Génova. El palacio de Don Álvaro de Bazán en el Viso, Madrid 2009, pp. 109-221, 226-228, 239-241, 244 s., 247-253; R. Santamaria, “Il tempo ha fatto gran distruzioni nei tesori dei Lercaro”: origine e dispersione della raccolta di Franco Lercari, committente e collezionista di Cambiaso, in Luca Cambiaso. Ricerche e restauri. Atti del Convegno, Moneglia… 2007, Genova 2009, pp. 105-109; R. López Torrijos, España y las vistas de Génova del siglo XVI, in Ricerche di storia dell’arte, 2011, n. 105, p. 91; D. Sanguineti, La scultura genovese in legno policromo dal secondo Cinquecento al Settecento, Torino 2013, p. 408.