MORONI, Giovanni Battista
Pittore, nato ad Albino presso Bergamo non si sa precisamente in quale anno, morto il 5 febbraio 1578. Fu scolaro del Moretto a Brescia, dal cui stile poco si dipartì specialmente nei quadri religiosi sparsi nelle diverse chiese del Bergamasco. Le sue composizioni però sono più squilibrate, le sue figure più rigide e di scarso sentimento, il tono del colore più verdastro. e poco armonioso. La grande fama del M. sta nel ritratto in cui riuscì sommo. Pochi artisti sono arrivati a riprodurre i caratteri fisionomici con tanta verosimiglianza e tanta vitalità. I ritratti del M. sembrano persone di conoscenza delle quali si potrebbe definire la posizione sociale, il genere di vita, il modo di pensare e di sentire. Tiziano stesso induceva i governatori veneziani residenti a Bergamo a non mancare di farsi ritrarre dal M. Questi fece molti ritratti di figura intera dietro l'esempio del Moretto, sebbene in quel tempo ciò non si usasse se non rarissimamente e per grandi personaggi. Ricordiamo a Bergamo i ritratti di Bernardo Spina e di Pace Rivola Spina all'Accademia Carrara e i tre di casa Moroni tra i quali Isotta Brembati seduta e un giovanotto vestito di rosa, un capolavoro; a Firenze, agli Uffizî, il ritratto del conte Secco Suardo (1563); a Milano, quello di un cavaliere (1554); a Londra, alla National Gallery una dama seduta e due gentiluomini in piedi, ecc. Impossibile annoverare anche i più belli tra i suoi moltissimi ritratti in mezza figura o in busto dei quali sono a Bergamo più d'una dozzina soltanto all'Accademia Carrara, e molti altri in case private; a Brera l'Antonio Navagero (1565); a Brescia due bellissimi; nelle gallerie fiorentine quattro o cinque, ecc. All'estero se ne ammirano in tutte le raccolte pubbliche e private e particolarmente a Berlino, a Vienna (lo Scultore), a Londra (il Sarto), a Dublino (Vedovo con due bambini). Moltissimi sono emigrati in America. Dei quadri, ricorderemo le pale del duomo di Bergamo, d'Albino, di Gorlago, di Cenate, di Romano (L'ultima Cena), di Brera, ecc., nonché molti di soggetto vario in luoghi diversi. (V. tav. CLXI).
Bibl.: C. Ridolfi, Le meravigie dell'arte, ed. v. Hadeln, I, Berlino 1914; F. M. Tassi, Vite dei pittori... bergamaschi, I, Bergamo 1793, pp. 162-72; M. Biancale, G. B. M. e i pittori bresciani, in L'Arte, XVII (1914), pp. 289-300, 321-32; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, iv, Milano 1929, pp. 205-78; P. Arrigoni, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931 (con bibl.); B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932.