CANOBIO (Canobi, Cannobio), Giovanni Battista Mazza di
Nacque il 2 febbr. 1533 a Bologna e in questa città compì gli studi addottorandosi in utroque iure. Nipote di Giovanni Francesco Canobi, referendario utriusque signaturae, vescovo di Forlì e nunzio apostolico, il C. si recò ben presto a Roma dove, grazie probabilmente alla parentela della sua famiglia con quella di Gregorio XIII, ricoprì numerose cariche curiali fino a divenire protonotario apostolico. Durante il pontificato di Gregario XIII il C. fece parte, insieme con un altro bolognese, Aurelio Savignano, della segreteria di Stato, ricoprendo l'ufficio di segretario domestico, con l'incarico cioè della stesura dei brevi sub anulo piscatorio. Il C. esercitò tale incarico fino al 1587, quando fu abolito da Sisto V nell'ambito del riordinamento e della ristrutturazione della segreteria apostolica. Non si hanno notizie degli incarichi ricoperti dal C. nel periodo compreso fra il 1587 e il 1591, ma probabilmente mantenne l'ufficio di protonotario apostolico. Nel 1592 il nuovo pontefice Clemente VIII, affidando la segreteria di Stato ai nipoti Cinzio e Pietro Aldobrandini, nella ripartizione delle rispettive competenze aveva assegnato a quest'ultimo la cura degli affari di Francia, Spagna e Piemonte; ma, essendo Pietro appena ventenne, volle mettergli accanto un uomo di provata competenza e scelse per questo ruolo il C., il quale si occupò degli affari della segreteria di Stato.
Il C. fu impegnato a fondo nelle trattative che occuparono il cardinale Pietro Aldobrandini sul delicato problema della riabilitazione di Enrico IV, tanto che il cardinale d'Ossat lo definì "principal Secretaire du pape".
Il C. svolse questa sua attività curiale fino alla morte, avvenuta il 17 giugno 1596.
Fu sepolto a Roma nella chiesa di S. Maria in Via, che egli aveva a sue spese fatto ampliare e di cui nel 1595, servendosi dell'architetto Martino Lunghi il Vecchio, aveva fatto erigere la facciata. Lasciò erede delle sue sostanze la Confraternita del SS. Sacramento, con lo scopo di dotare le donne nubili della parrocchia di S. Maria in Via.
Fonti e Bibl.: G. N. Pasquali Alidosi, Lidottori bolognesi di legge canonica e civile, Bologna 1620, Appendice, p. 38; A. D'Ossat, Lettres, I, Paris 1697, p. 335; F. Bonamici, De claris pontificiarum epistularum scriptoribus, Roma 1753, p. 273; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edifici di Roma, VIII, Roma 1876, p. 359; L. von Pastor, Storia dei papi, IX, Roma 1925, p. 41; XI, ibid. 1929, pp. 40, 92; G. Moroni, Diz. di stor.-eccles., VI, p. 120; XII, p. 172; LXIII, p. 264; LXIV, p. 218.