MARIANI, Giovanni Battista (Giovanni Battista di Pio)
– Nacque a Fossombrone intorno al 1634, da Girolamo.
Dagli Stati delle anime della parrocchia di S. Maria in Grottapinta si ha notizia che nel 1656 il M. abitava a Roma, nei pressi di Campo de’ Fiori, nel palazzo del cardinale Carlo Pio di Savoia, come membro della «famiglia dell’ecc.mo principe di S. Gregorio» Giberto Pio di Savoia; rimase in quel palazzo fino al 1658, anno in cui vi è censito con l’età di 24 anni. È probabile che, poco dopo, il M. sia entrato alle dirette dipendenze del cardinale come musicista; in una pubblicazione del 1668 si parla infatti del M. come «virtuoso tra i primi in simil professione, il quale si trattiene già da molti anni in corte del signor cardinal Pio» (Fontana, p. 17).
Risale al 1659 la sua prima e unica composizione teatrale, lo «scherzo drammatico» a tre voci Amor vuol gioventù su libretto del riminese Ludovico Cortesi, rappresentato «nelle stanze» di Innocenzo Conti, luogotenente generale di S. Chiesa, durante il carnevale di quell’anno. Il testo, suddiviso in un prologo in prosa e tre atti in versi, contiene arie, duetti e terzetti e «inaugura in Roma il genere dell’operetta galante che avrà successo verso il 1680» (Franchi, p. 335). Dell’opera, il cui libretto fu stampato a Viterbo (1659), Firenze (1662) e Bologna (1664), sopravvivono tre partiture a Torino, Biblioteca nazionale; Modena, Biblioteca Estense universitaria; Venezia, Biblioteca nazionale Marciana (ibid.).
Nel 1668 il M. mise in musica una favola boschereccia del poeta Sebastiano Baldini, eseguita in occasione della festa offerta il 15 agosto di quell’anno dal cardinale Flavio Chigi «nel giardino di mons. Salvetti alle Quattro Fontane» (Ademollo, p. 102).
La descrizione offertane dall’ideatore degli apparati, l’architetto Carlo Fontana, ricorda «le lodi dovute all’eccellenza de’ musici, mentre con tanto spirito, vivacità e grazie compirono le loro parti, rappresentando il sig. Domenico del Pane il personaggio di Pomona, Giuseppe Vecchi quello di Flora, Francesco Verdone di Bacco e don Francesco Cianci di Ciarmaglia giardiniero» (Fontana, p. 17).
Di rilievo sembra essere stata la produzione del M. nel campo della musica oratoriale, sebbene nessuna sua composizione di tal genere sia pervenuta. Nella quaresima 1675, nell’oratorio della Compagnia della Pietà della nazione fiorentina presso S. Giovanni dei Fiorentini, fu eseguito il suo oratorio S. Cecilia (su libretto di Giuseppe Domenico De Totis) nell’ambito di uno straordinario ciclo che ne comprendeva quattordici dei migliori compositori attivi a Roma in quel tempo (G.A. Bernabei, A. Masini, A. Melani, B. Pasquini, A. Stradella). Più intensa fu la collaborazione del M. alle musiche per l’oratorio filippino di S. Maria in Vallicella (Chiesa Nuova), benché manchino prove di una sua diretta dipendenza da tale istituzione.
Sembrano comprovarlo le diverse composizioni a lui attribuite che si trovano in raccolte di testi a uso dell’oratorio filippino di Roma (Morelli, 1986, pp. 93 s.) e nella «nota delle compositioni musicali che donò la congregatione [dell’Oratorio] di Roma alla nostra congregatione di Bologna li 22 novembre 1682» (Mischiati, p. 157).
Nel 1677, o poco prima, aveva composto l’oratorio a 4 voci S. Maria Maddalena de’ Pazzi (ancora su libretto di G.D. De Totis). In calce al testo, conservato nella raccolta manoscritta Theatro spirituale, si legge la nota «Il sig. Gio. Batta Mariani ha messo in musica questo oratorio e lo donò a[lla festa di] s. Filippo [Neri] e vi fece questo sonetto» (Morelli, 1986, p. 78). Nel 1689 il M. era ancora al servizio del cardinale Pio, nel cui palazzo risiedeva, dato che nell’inventario dei beni del porporato – redatto il 22 febbraio di quell’anno, una decina di giorni dopo la sua morte –, risulta una «spinetta grande di color turchino […] in camera dove dormiva il sig. Mariani» (Trinchieri Camiz).
Nel 1692 il soprano della cappella pontificia Bonaventura Argenti nel suo testamento lasciò al M., con cui aveva condiviso il servizio presso il cardinale Pio, un legato consistente in un «cantarano a tavolino, tutti i libri e carte di musica, et anche la medaglia d’oro grande del granduca Ferdinando». Alla morte di Argenti (7 febbr. 1697) questi beni furono consegnati al M., con atto notarile del 14 febbr. 1697 (Arch. di Stato di Roma, Notai dell’Auditor Camerae, vol. 936, c. 348). In quell’anno, inoltre, un suo sonetto fu pubblicato nelle Rime del poeta Giovan Battista Grappelli (Franchi, p. 724).
Dopo il 1697 non si hanno più notizie del Mariani.
Opere. Oltre alle composizioni precedentemente menzionate si ha notizia delle seguenti: oratorio a 4 voci La beata Lucia da Narni (libretto di G.B. Grappelli: pubbl. in Id., Rime, Roma 1697; cfr. Franchi, p. 724); cantata profana Benché di crudeltà Amarilli porti il vanto per soprano e basso continuo (Napoli, Biblioteca del Conservatorio di S. Pietro a Majella, Mss., 33.4.17.B); cantate spirituali (perdute): O di lieta novella a 4 voci; O quanto è dolce a 4 voci «per ogni tempo»; Su la Croce estinto esangue a 2 voci «per la passione di N.S.»; O felice quel cor che nel seno a 3 voci «per ogni tempo»; Sorge dai lidi eoi a voce sola «per ogni tempo»; D’aspro pianto in mezzo ai flutti a voce sola «per ogni tempo»; Non già perché al mio cuore a voce sola «per ogni tempo»; Se torbido nembo a voce sola «per ogni tempo» (Mischiati, pp. 158 s.; delle prime quattro cantate spirituali sopravvivono i testi, con attribuzione della musica al M., nel tomo V del Theatro spirituale: cfr. Morelli, 1986, pp. 93 s.).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, Parrocchia di S. Maria in Grottapinta, Stati delle anime, vol. 8 (1634-96), cc. 113v, 123v; Arch. di Stato di Roma, Congregazione dell’Oratorio in S. Maria in Vallicella, b. 51, f. Argenti (testamento di B. Argenti e atti a esso connessi); C. Fontana, Risposta alla lettera del signor Ottavio Castiglioni, Roma 1668; A. Ademollo, I teatri di Roma nel secolo decimosettimo, Roma 1888, pp. 101-103; R. Casimiri, Oratori del Masini, Bernabei, Melani, Di Pio, Pasquini e Stradella in Roma nell’anno santo 1675, in Note d’archivio per la storia musicale, XIII (1936), p. 164; O. Mischiati, Per la storia dell’oratorio a Bologna: tre inventari del 1620, 1622 e 1682, in Collectanea historiae musicae, III (1963), pp. 157-159; A. Morelli, Il «Theatro spirituale» ed altre raccolte di testi per oratorio romani del Seicento, in Riv. italiana di musicologia, XXI (1986), pp. 61-143; S. Franchi, Drammaturgia romana, Roma 1988, pp. 335, 724, 870; A. Morelli, Il tempio armonico. Musica nell’oratorio dei Filippini in Roma (1575-1705), Laaber 1991, pp. 40, 51 s.; F. Trinchieri Camiz, Gli strumenti musicali nei palazzi, nelle ville e nelle dimore della Roma del Seicento, in La musica a Roma attraverso le fonti d’archivio. Atti del convegno, Roma… 1992, a cura di B.M. Antolini - A. Morelli - V. Vita Spagnuolo, Lucca 1994, p. 607.